Quarantanove

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"Perchè ogni volta che ci tocchiamo
ho questa sensazione
E ogni volta che ci baciamo
giuro di riuscire a volare
Non riesci a sentire il mio cuore
che batte così?
Non posso lasciarti andare"
-Cascada, Everytime we touch-

Ryan

Ho avuto appena il tempo di arrivare a casa e fare una doccia, che mi ritrovo il padre di Syria sulla soglia, venuto per sganciarmi una bomba addosso proprio quando ne ho meno bisogno.
Com'è che si dice? La ciliegina sulla torta?
Dopo che se ne va, rimango con la fronte poggiata contro la porta per qualche minuto, sforzandomi di trovare un senso alle sue ultime parole.
Fino a quando non tornerà in Italia. Tenerla d'occhio fino a quando non tornerà in Italia.
Non so perchè avessi dato per scontato che sarebbe rimasta qui, per sempre, ma l'avevo fatto. La possibilità che se ne tornasse da dove era arrivata, non mi aveva neppure sfiorato.
Non può essere vero. Non può avermi permesso di innamorarmi di lei, non può avermelo lasciato fare -non fino a questo punto- per poi abbandonarmi e lasciarsi ogni cosa alle spalle. E lasciarsi questa cosa alle spalle.
Se non mi da una spiegazione al più presto, potrei avere un altro crollo emotivo.
E una volta che ho messo da parte l'orgoglio, di nuovo, e sono corso da lei come un bambino corre dalla mamma in cerca di rassicurazioni, Syria quelle rassicurazioni non sembra aver fretta di darmele.
Fissa una mattonella del pavimento con le sopracciglia aggrottate, e io vorrei scuoterla e gettarle addosso le mie paure. E dirle di quanto sono stanco di vivere sentendomi sul filo del rasoio.
Perché non mi rispondi, non lo vedi come sto? Non lo vedi come mi tremano le mani? Perché non mi vieni incontro, perché non dai sollievo al mio povero cuore?
" È così? Un giorno quando ti sarà passata la voglia di cambiare aria, salterai sul primo volo disponibile e te ne andrai?" insisto, portando sul suo volto le mie dita, che smettono di stringere l'aria per imprigionarle il mento.
" Non dovresti credere alle voci che girano su di me. A nessuna voce, a nessuna delle bocche da cui proviene"
" Potresti essere più chiara per favore? Pensi di darmi una spiegazione in fretta, o ti piace vedermi soffrire sull'ingresso di casa tua?"
" Mio padre non sa quello che dice. Decido io della mia vita, decido io se partire o restare" aggiunge, distaccata e controllata.
Questo dovrebbe tranquillizzarmi?
"Stai dicendo che potresti andartene davvero prima o poi?"
" Potrei. Ma finché ci sarà qualcosa di importante per cui restare, stai certo che resterò"
Perchè diavolo deve essere tanto criptica?
" Stai parlando di me giusto? Sono io questo qualcosa di importante per cui hai intenzione di restare?" chiedo scettico.
Alza gli occhi al cielo e finalmente abbandona quell'espressione composta per un sospiro esasperato. "Certo che sei tu Ryan!"
Bene. Sarà anche patetico, ma avevo bisogno di sentirlo.
" Hai paura di perdermi?"
" Ho paura di perdere tutti quelli che amo. É una paura legittima, é normale"
" Anche io ho paura di perderti quando ti vedo con Amy sai?" ribatte, e non ci vuole un genio per capire che è lì che voleva arrivare con la sua domanda.
" Mi ha abbracciato lei, volevo che ci fossi tu a stringermi, anche se ti ho mandata via volevo che..."
Mi blocca per terminare il suo monologo.
" Ti ricordi cosa ti ho detto una volta? Che sembro forte, e che per questo molte persone non prestano attenzione quando rischiano di ferirmi? Non sono una dannata roccia, ho dei sentimenti, ho delle insicurezze, e la maggior parte le ho da quando ci sei tu. Sai cosa penso ogni volta che vi vedo insieme? Che magari ad un certo punto tornerai a vedermi come una bambina, mentre lei è già una donna e forse saprebbe starti accanto in un modo più giusto, e forse sarebbe pronta a costruire una relazione più stabile. E forse litighereste di meno, e forse ti piacerebbe tutto di lei. Non dovresti preoccuparti di amici che non sopporti o di sport che odi. Me la immagino perfino la vostra impeccabile vita insieme, e poi mi chiedo se lo fai anche tu"
Tento di fermare il suo assurdo discorso ma è così concentrata che non se ne accorge e riprende.
" Poi però sai che altro penso? Cosa pensa la parte sicura di me? Che non avresti motivo di volere di più con qualcun altro, perchè io ti do già un sacco di cose. Si forse non tutto, ma un sacco di cose. Ti do il mio amore, un sentimento che conoscevo a stento. Ti do il mio tempo, e puoi star certo che lo toglierei a qualsiasi altra cosa ami fare pur di darlo a te. Ti do il mio cuore, che non si era mai aperto tanto con nessuno prima d'ora. Ti do i miei pensieri, perchè sei presente in tutti -nelle mie paure, nei miei desideri, nel mio futuro, nel mio presente- e ti ho dato il mio corpo. Anche se pensavi fosse presto e volevi preservarlo, io te l'ho dato lo stesso. E non me ne sono pentita. Secondo me è più che abbastanza"
Incrocia le braccia sotto al seno e mi trapassa la pelle con uno sguardo di fuoco. Quel fuoco che probabilmente le riempie le vene al posto del sangue, quel fuoco che arde e che è nel suo stesso nome.
" Per prima cosa, mai. Da quando sto con te, non l'ho mai immaginata una vita con qualcun'altra. Tanto meno con Amy. Non ha funzionato per anni, non ha funzionato da prima che sapessi della tua esistenza, figuriamoci se potrebbe accadere adesso. Seconda cosa, io amo tutto quello che mi dai e sono d'accordo con te: è tantissimo. E terzo, vieni qui perchè non sopporto più questo rivolgerci la parola con tanta distanza fisica e mentale"
Non le faccio notare che non parla del suo passato. Che quello non me lo da. La prendo per le braccia e me la stringo al petto. E ci resto male quando mi spinge via e prende a camminare avanti e indietro con gli occhi serrati e le mani tra i capelli.
" Non allontanarmi quando ti abbraccio, mi fai male"
" Un attimo ok? Mi serve un attimo. Io odio essere così vulnerabile, odio essere insicura, odio ammettere che temo che un'altra donna ti porti via. Non mi piace che tu mi renda così, non mi piace esplodere e lasciarmi andare senza freni"
" E invece io sono l'ultima persona con cui tu debba preoccuparti di questo. A me puoi mostrarlo il tuo lato fragile, perchè non ne approfitterei e non ti tradirei per nulla al mondo. Io lo so che non sei una roccia Treccine Rosse"
Me la ritiro addosso e la imprigiono tra le braccia, lotto con lei. Syria per scappare, io per trattenerla.
" Smettila, non ti permetterò di scappare un'altra volta, non scapperai più da me"
Cerco di avvolgerle il viso in una mano mentre con l'altro braccio le circondo la schiena per premerla contro il mio corpo.  Riesco ad afferrarle una guancia, e lei mi blocca per il polso e mi morde poco sopra il gomito. Affonda i denti, forte, e mi fissa con rabbia dritto negli occhi. Ricambio l'occhiata mentre soffoco un gemito di dolore, e non lo so che cos'è questo, non lo so cosa significa, non lo so cosa stiamo facendo, ma riconosco il momento in cui la rabbia si trasforma in qualcos'altro di altrettanto potente. Syria sembra tornare in sè, sembra rendersi conto che sono io -che siamo noi- e allenta la morsa dei denti, sostituendoli con la lingua. Mi accarezza sensuale, lenisce la ferita e poi la riempie di baci. Baci che salgono su per il braccio, baci che si arrampicano sul collo e sul petto dopo che le mani hanno fatto sparire la maglietta, baci che si arrestano sulla mia bocca e lasciano il posto alle dita, per accarezzare e spogliare, e ai nostri corpi, per fare l'amore.

Mi Accarezzi L'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora