Quarantasei

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"Quando non avresti mai pensato
che potesse essere così dura
E quando urlerai, quando cadrai
e non riuscirai ad alzarti,
quando sarai pesante sul terreno
Allora sentirai di che pasta
è fatto il mio amore"
-Emeli Sandé, My kind of love-

Syria

Faccio frenare Jax davanti al vialetto di casa loro. Le luci del piano inferiore sono accese e accanto alla macchina di Ryan ne noto un'altra che non riconosco.
" Scendo con te?"
" No, vai pure, se ho bisogno ti chiamo"
Jax acconsente di malavoglia, e sfreccia via come gli ho chiesto non appena scendo dall'auto.
Corro verso la porta principale e busso finchè un uomo non viene ad aprirmi. É Mich, un amico di famiglia, un paio di volte Ryan mi ha portata nel suo locale per presentarmelo.
" Buon Dio bambina, dov'eri finita? Non era la serata giusta per sparire" mi rimprovera contrariato, sebbene i suoi occhi mi dicano quanto è sollevato di vedermi.
" Si può sapere cosa è successo?"
Non aspetto che risponda, lo scanso di lato ed entro in cucina.
Sono tutti qui, sono tutti interi. Jordan e Ryan stanno bene.
Ma mi basta un secondo a capire che non è affatto così. Jordan mi rivolge un'occhiata incazzata e stringe le labbra in segno di disapprovazione, Ryan che se ne stava con la faccia spiaccicata sul tavolo, mi nota e si alza per barcollare instabile verso di me, si aggrappa alle mie braccia e mi scuote forte.
Ha gli occhi arrossati, tormentati e spalancati.
"Avevo bisogno di te, avevo bisogno di te e tu non c'eri, non c'eri da nessuna parte. Sono morto due volte oggi, stavo cadendo a pezzi. Anzi, sono caduto a pezzi. Dov'eri Treccine Rosse? Dove diavolo te ne vai in piena notte?"
" Ha bevuto?" chiedo sorpresa, a nessuno in particolare.
Non l'ho mai visto in questo stato, neanche la mia più fervida immaginazione avrebbe potuto pensarlo in questo stato. Non è una visione piacevole, né facile da sopportare. Vedere la persona che ami distrutta, non lo è mai.
Dov'è il mio uomo sorridente, giocoso, padrone di se stesso, felice?
" Si, ha finito due bottiglie di superalcolici perchè ha saputo che nostro padre è stato ferito e non ha trovato la sua ragazza pronta a consolarlo. Che combini Syria? Te la fai con un altro alle spalle di mio fratello?"
Jordan mi ringhia contro con una cattiveria che stento a credere provenga da lui.
Suo padre. Ferito. Il loro peggior incubo alla fine si è avverato.
All'insinuazione di Jordan sull'andare a letto con un altro, gli occhi di Ryan si fanno lucidi, e mi guarda come se gli avessi piantato un coltello nel petto.
" Come puoi dirlo? Non ti permettere, mai più" poi guardando dritto nelle iridi sfocate dell'uomo che sto sostenendo per i fianchi, aggiungo scandendo bene le parole: "Non te la farei mai una cosa del genere, ci sei solo tu"
" Avevo bisogno di te e non c'eri" riprende a farfugliare, la delusione che gli leggo in faccia mi fa male.
E me la merito, me la merito tutta, mi rimprovero già io per prima per non esserci stata quando è venuto a bussare alla mia porta.
" Ryan?" lo chiamo allarmata, appena smette di parlare, rimane in silenzio e il suo sguardo si fa vacuo. All'improvviso si accascia sulle ginocchia, si prende la testa fra le mani e comincia a singhiozzare.
Resto paralizzata, non so che fare, e mi lascio spostare da parte mentre Mich si inginocchia accanto a lui e gli accarezza le spalle.
" Jordan prendi un calmante, lo portiamo a letto e lo facciamo addormentare. La sua testa non ce la fa più a reggere tutto questo stress, sta avendo un crollo psicologico"
" Che significa che sta avendo un crollo psicologico?"
" Ha accumulato troppa ansia, troppa preoccupazione, e adesso è esploso. Meglio che spenga tutto per questa notte, e domani quando si sveglia vedremo come va. Forse suo padre sarà già arrivato al nostro ospedale per allora, e questo potrebbe tranquillizzarlo"
Lo portiamo nella sua stanza e aspettiamo che il sonnifero faccia effetto, poi rivolgo a Jordan un 'mi dispiace' che ignora, e gli chiedo se posso restare io con Ryan per la notte.
Non è d'accordo ma Mich lo convince ad andare a riposare, e che potrebbe essere la cosa migliore che al suo risveglio Ryan trovi me lì con lui.
Ci lasciano da soli, e io lo spoglio per metterlo sotto alle coperte prima di scivolare insieme a lui dentro al letto.
Non lo so se mi sente, ma lo accarezzo e lo riempio di baci lo stesso. E comunque la mia mano non ne vuole sapere di allontanarsi dal suo viso.

Nonostante resti sveglia fino al mattino dopo, e abbia avuto un sacco di tempo per pensare a quello che avevo fatto e a come scusarmi con Ryan per essere sparita, quando lo sento agitarsi contro di me -sintomo che si sta svegliando- non sono ancora pronta a fronteggiarlo.
Nel sonno é finito come sempre con il busto e il volto sopra di me, ho sopportato il suo peso con piacere.
Mi strofina una guancia sul seno e di lì a poco apre piano gli occhi.
Guarda in su e trova i miei.
É tornato in sè, ma è triste proprio come ieri sera.
Non dice nulla.
Tocca a me vero?
" Puoi perdonarmi?"
" Non dire niente. Solo per due minuti. Ti prego, per adesso non dire niente" bisbiglia, mentre mi circonda i fianchi con le sue braccia e striscia un po' più su sul mio corpo, per nascondere la faccia sul mio collo.
Ricambio subito l'abbraccio e mi sollevo per baciarlo sulla guancia. Poi lo accarezzo per tutta la schiena per aiutarlo a rilassarsi. In risposta Ryan cerca di stringermi ancora di più, di intrufolarsi ancor più contro il mio collo e fra i capelli. Come se potesse entrarmi dentro e restare lì, al sicuro.
Titubante, perchè non so se è quello di cui ha bisogno nè come altro confortarlo, gli abbasso i boxer e lo guido dentro di me. Non mi ferma, e lo sento sospirare di sollievo mentre mi morde sulla mascella e si muove piano, pianissimo. Un ritmo che fa impazzire me, ma che sopporto perchè pare perfetto per lui.
Sarà passata mezz'ora quando finalmente sembra pronto a parlare.
" Ci sono novità?" mi chiede, mettendosi a sedere con le spalle poggiate alla testata del letto.
" Tuo padre dovrebbe arrivare questo pomeriggio. Jordan mi ha mandato un messaggio poco prima che ti svegliassi"
Annuisce, non mi guarda. "Mi stupisce che tu sia ancora qui, devo averti spaventata parecchio. Non sono stato un bello spettacolo stanotte, sono letteralmente impazzito"
" Non hai una bella opinione di me se pensavi che sarei scappata"
" Quanto puoi essere forte per l'età che hai?"
Pronuncia quelle parole come un dato di fatto, non come una domanda.
" Non lo so, però ero lì a sostenerti Ryan, e lo farò sempre. Ero spaventata si, perchè ti amo e vederti stare così male..." scuoto la testa perchè non so come finire il discorso.
" Ti avevo avvisata. Ci saranno momenti in cui non sarò facile da gestire. Sei sempre in tempo per andare via sai?"
" Ma dove vuoi che vada senza di te?"
" Io spero proprio da nessuna parte" ammette.
" Dov'eri?" continua.
" Sono uscita con Jax. Un'uscita con un amico" ci tengo a precisare, ma lui stringe i denti lo stesso.
" Eri fuori con Jax alle due di notte. Non ti mentirò ok? Una parte di me è incazzata da morire con te. Perchè sei tornata tardi e mi hai fatto preoccupare, perchè non me lo hai detto, perchè avevo bisogno di te e non c'eri e non mi rispondevi al telefono, perchè eri con Jax. Mentre l'altra, mi dice che non posso certo costringerti a restare in casa nel caso in cui mi trovassi in una situazione spiacevole e ti volessi con me. Hai diciassette anni ed è normale che tu esca con... i tuoi amici"
Si, ho pensato anch'io a questo stanotte. Posso farmene una colpa fino ad un certo punto, posso farmene una colpa perchè ero in un posto in cui forse non sarei dovuta andare, perchè non sto mentendo ma sto comunque omettendo, perchè non ero raggiungibile. Ma non per il fatto che fossi uscita con un amico.
" In questo momento però, sono troppo debole per dar retta alla parte razionale. Ed è più facile essere arrabbiato con te. Perciò, per favore, lasciami solo"
" Ryan, lo so che mi vuoi qui con te ora"
" Si, ti voglio e non ti voglio. E per adesso prevale la parte che non ti vuole" ripete stanco. E convinto.
" Come preferisci. Usami pure per sfogarti se ti serve. Trattami male. Tanto ormai, non posso smettere di amarti"
Mi vesto, sentendomi i suoi occhi addosso per tutto il tempo, e poi vado via dalla stanza.
In cucina ci sono Jordan e Mich che bevono quello che dall'odore presumo sia caffè.
" Si è svegliato" annuncio, indietreggiando verso la porta.
" Syria, scusa per  quello che ti ho detto"
Studio la faccia di Jordan e vedo che è sincero.
" Scuse accettate. Come stai?"
" Meglio di Ryan credo. Si è arrabbiato con te?"
" Un po'. Scusa ma vado a casa, mi serve una rinfrescata. Ciao Mich"
Una volta sotto la doccia, mi sforzo di mantenere la calma. Dovrei stare accanto al mio uomo per sostenerlo ma non mi vuole lì, dovrei stare accanto al mio amico e invece Jordan mi assale in piena notte con parole tutt'altro che nobili.
Lo capisco che entrambi sono fuori fase, che io in questa storia sono l'ultima che può starci male, però tutto ciò non mi impedisce di restarci comunque da schifo.
Sarà che sono maledettamente orgogliosa, sarà che voglio rispettare me stessa.
Non mi va di essere trattata come il sacco da boxe da prendere a pugni per sfogarsi da nessuno, e per nessuna ragione.
Neanche dalla persona che amo. Soprattutto dalla persona che amo.





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