Capitolo 9

626 37 12
                                    

NORA

Se si tratta di uno scherzo di cattivo gusto, per favore, voglio saperlo subito. Sono paralizzata. Pietrificata. In un campo, un'enorme distesa di erba con un capanno diroccato.

E, davanti a me, il sogno di una vita.

Il cuore mi batte all'impazzata, le mani tremano. Sono scioccata. È il desiderio che tengo nel cassetto da quando ero alta un metro e un tappo! Ho pregato così tanto mio padre per farmi portare in un posto del genere. Non posso credere che Nate mi ci abbia portata veramente.

Mi volto verso di lui. Mi sta osservando, con il volto incuriosito. É palese che non veda l'ora di conoscere la mia reazione. Per la gioia, potrei anche baciarlo. Merda, certo che potrei. Mi ha appena fatto il regalo più bello dell'intero universo! Nah, bello é persino riduttivo. Fenomenale, mozzafiato, sensazionale.

Non posso resistere un istante di più. Gli butto le braccia al collo, aggrappandomi a lui come se io stessi affogando e lui fosse la mia scialuppa. È il primo contatto così ravvicinato che abbiamo. E, dannazione, é paradisiaco. Potrei diventarne dipendente. Appoggiare il viso sul suo collo e sentire l'odore mascolino di cui é impregnato mi manda in estasi.

"Grazie, grazie, grazie" mugugno entusiasta contro la sua pelle. Lo sento ridacchiare dal sussulto che hanno le sue spalle.

"Bambina, veramente, non mi sarei mai aspettato una reazione del genere. Ma se questa é la ricompensa, cristo, lo rifarei altre mille volte".

Okay, forse stiamo oltrepassando il limite. Ho abbracciato un ragazzo! Io, Eleanor Nelson, anzi, Nora Nelson, ho abbracciato un ragazzo. Un figo da paura. Che mi sussurra con malizia frasi del genere. No, meglio fermarsi. Prima di fare cose di cui potrei pentirmi.

Mi stacco, tentando di apparire indifferente a quel contatto così splendidamente assurdo.

"Scherzi? Io amo sparare! Un campo da tiro é sempre stato il mio sogno. Merda, Nate. Ma mi leggi nel pensiero?".

Le sue labbra si piegano all'insù. "Ho sempre saputo che sei una tosta".

"Allora, con cosa si spara? Io ho la mia pistola nella borsa. Ma forse preferisci gareggiare ad armi pari. Hai dei fucili?".

I suoi occhi spalancati sono puntati su di me. E ora che ho fatto? Non guardarmi così. Mi metti in soggezione. Voltati!

"Hai una pistola nella borsetta?" chiede conferma. Oh, ora ho capito. Pensa che voglia farlo fuori. Che gentile. Non ha tutti i torti, obiettivamente. Ma prima vorrei farmi scopare come se non ci fosse un domani. No! Non é il momento di eccitarsi. Sparare prevede soprattutto concentrazione e una buona dose di mira. Con le emozioni alterate e gli ormoni in subbuglio non si può di certo dare il massimo.

"Certo, Nate. E so usarla. Fossi in te starei attento".

Lo vedo deglutire, visibilmente teso. Ah, che spasso metterlo in difficoltà. Povera creatura.

Notando che non risponde, continuo. "Allora, i fucili?".

Il capanno, visto dall'interno, sembra persino più piccolo di quanto non lo fosse da fuori. Il legno delle pareti é visibilmente vecchio e logoro. In alcuni punti addirittura marcio, umido e impregnato di acqua. Muschio verdognolo ricopre gran parte delle zone rivolte a nord. Eppure, ne sono innamorata. Un mucchio di coperte é gettato alla rinfusa in un angolo, creando un giaciglio a suo modo accogliente. Sulla destra, un divano vecchio e rattoppato ospita un paio di cuscini. E - punto di forza - sulla sinistra, appesi alla parete, ci sono quattro fucili. Neri e splendenti. Nuovissimi e perfettamente lucidi. Gioielli, se paragonati al resto.

Mi avvicino per studiarli meglio. Dio, che meraviglia. Grandi, pesanti e ancora grandi. Altro che la mia pistola! Peccato solo che siano troppo ingombranti per essere portati nella borsetta. Ne accarezzo uno con la punta delle dita, indugiando sul metallo freddo. Non potendo più resistere, ne sgancio uno dal muro. Lo impugno, beandomi di quella sensazione. Sto sognando, non é così? É troppo bello per essere vero.

Dovrei imparare a stare più attenta. Non mi ero nemmeno accorta che Nate si era messo dietro di me. Io, come una perfetta scema, ho indietreggiato. Scontrandomi contro il suo petto. Massiccio, stabile, sodo. Un sogno. Una divinità. Il sesso che cammina.

Trattengo il fiato. Anche lui sta facendo lo stesso, posso giurarci. A contatto con il suo corpo, mi rendo conto di non riuscire a muovermi. E starei lì per ore! In un certo senso, vorrei quasi che mi venisse un attacco di panico. Almeno, sarei obbligata a spostarmi senza troppe storie. Merda, perché con lui non succede?

É un attimo. E mi ritrovo la sua mano sul fianco. Stretta attorno alla vita, lascia passare il suo calore attraverso il tessuto della felpa. Aria, ho bisogno di aria. Mi accarezza. Le dita si muovono in circolo. Estasi. E siamo vestiti. Al diavolo la piattaforma di tiro. Sono così eccitata che potrei venire solo per il suo tocco.

Ma poi, mi impongo di riprendermi. "Nate.." provo ad amminirlo. Fallendo miseramente. Diamine, quella che doveva essere un'ammonizione severa é uscita con tono di supplica. Dov'è finita la mia sfacciataggine, ora che mi serve?

Ripongo il fucile al suo posto. Ora come ora, instabile emotivamente, potrei anche farlo cadere. E non me lo perdonerei mai.

Deglutisco, mentre l'altra mano si posa sull'altro fianco. Merda, è incollato a me! E sento il suo respiro sul collo. No, basta, ho deciso. Mi giro e mi faccio sbattere al muro. Se non si muove ad infilare il suo bel pene dentro di me, impazziró. Voglio un orgasmo. E lo voglio ora. Da lui.

No, no e no. Ma cosa sto pensando? Dio, dio, dio. Mi sono bevuta il cervello? E lui, allora, che mi ha appena spinta contro il muro e mi sta accarezzando provocante? Per fortuna siamo ancora petto contro schiena.

"Nate.." riprovo ad allontanarlo, in un altro momento di consapevolezza mentale. Dannazione, sono così combattuta tra ragione e istinto che sto per impazzire. Sono attratta da lui come una calamita é attratta da un pezzo di ferro. Ma so che é sbagliato. E me ne pentirei.

"Nora.." mugugna lui, avvicinandosi con il bacino. Oh, no. Di nuovo. No. La sua erezione spinge prepotente contro il mio fondoschiena. Mi sto sciogliendo. Ho le gambe che tremano come gelatina. Devo fare qualcosa. Ad esempio, spogliarmi. No! Decisamente fuori strada.

Eppure, quando le sue dita raggiungono i miei capelli e li allontanano dal collo, non riesco a pensare ad altro. É qui che voglio stare, lasciando che lui percorra con i polpastrelli la pelle dall'orecchio alla spalla. Ma ha fatto un corso su come eccitare le ragazze? Okay, forse non ho molta esperienza. Ma, merda, siamo ancora completamente vestiti ed io potrei avere un orgasmo da un momento all'altro! L'unica spiegazione é un corso per sedurre povere fanciulle in astinenza.

E, non appena le sue labbra si sostituiscono alle dita, non posso fare altro se non lasciarmi andare totalmente a lui. Bacia, lecca,  mordicchia i miei punti più sensibili. Il calore che riesce a trasmettermi con così poco é immenso. Sto andando a fuoco, bruceró a breve. E trattenersi é diventato impossibile, con la sua mano praticamente all'altezza del seno. Inarco la schiena, facendo il terribile errore di aderire ulteriormente alla sua erezione. E gemo, incapace di contenermi. Al diavolo la razionalità. Mi prendo il mio orgasmo e poi torno acida come prima.

"Dio, Nora.." biascica di nuovo, a contatto con la mia pelle "Se devi fermarmi, ti chiedo di farlo ora. Se dovessimo continuare, potrei non rispondere delle mie azioni".

Ma crede veramente che riesca a fermarmi?

Non ho il fiato per poter anche solo pensare di rispondere. Tutto sprecato in gemiti e sospiri. Ma un modo per fargli capire la mia immensa voglia di sesso l'ho trovato. Voltandomi.

Di fronte a lui, fisso i miei occhi nei suoi. Ardono di passione, di desiderio. Diamine, è ancora più bello. Trasuda sensualità da ogni centimetro del suo corpo.

Prima di ragionare troppo e finire per cambiare idea, gli porto in un secondo una mano sul bottone dei jeans. Il rigonfiamento della sua erezione é ormai altro che evidente, come le mie natiche avevano potuto constatare facilmente.

E lo slaccio.

La lussuria ormai irrefrenabile é esplosa. Fa scivolare le sue mani sul mio sedere, stringendo con possesso.

Dannazione, Nate. Ti voglio dentro di me. Subito.

CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora