NATE
Deve trattarsi per forza di una visione. Non é possibile che questa creatura sia realtà. Diamine, quelle gambe. Ma é legale tanta bellezza?
Peccato solo che sia entrata con Channing. Sarà la sua nuova conquista, conoscendolo. Ha tutte ai suoi piedi. D'altronde, é il classico principe azzurro biondo e senza cervello. Riceve quantità esagerate di mance solo perché é bello. In quanto a muscoli, però, credo di batterlo. Anche nell'intelligenza. Per il resto sono moro, ma si vive comunque, no?
In ogni caso, questa pollastrella la voglio io. Ma io dico, dove l'ha trovata? Merda, la sta pure toccando. Le ha passato un braccio dietro la schiena! Aiuto. Sto stringendo il bicchiere con così tanta forza che potrebbe spezzarsi. Ma che mi prende? É bella, okay. Tanto. Ma non sarà mica l'unica nel continente.
Si sta guardando in giro, osserva tutto come a volerlo imprimere nella memoria. Deve essere nuova qui, oppure sono io a non averla mai vista? No, impossibile. Una così sexy non passerebbe mai inosservata.
Cerco di concentrarmi sugli ordini, ma inevitalmente alzo la testa per controllare dove sia. Chan sta parlando con il capo. E lei sorride. Merda, la sbatterei contro quel muro e la farei mia in pochi minuti. Mi sta venendo duro solo a guardarla ridere, cristo. Devo essere messo male. Ho bisogno di una sana scopata. Con lei? Magari. Mi sembra persino troppo per me.
Sbuffo, avvicinandomi ad un gruppo di ragazzi che hanno appena preso posto all'ultimo tavolo rimasto. Segno con cura gli ordini sul taccuino. Ad un tratto, uno di loro invita l'amico a guardare una ragazza.
Lei.
Stringo la penna nel pugno, con così tanta forza da poterla persino rompere. No, lei non deve toccarla. Mi incuriosisce così tanto che la voglio mia. Merda, deve essere mia!
Mi allontano prima di poter fare qualcosa di cui potrei pentirmi. Riempio i boccali di birra chiara, inclinando i bicchieri per ottenere il più schiuma possibile. Mi dedico con attenzione al servire i clienti nel modo più impeccabile possibile. E per fortuna che faccio un lavoro che mi piace! Altrimenti, sarebbe stata una vera impresa distrarmi.
Ad un tratto, sento un forte profumo alle mie spalle. Ma non é uno di quegli odori estremamente dolci che fanno venire la nausea. Al contrario, mi verrebbe voglia di chiudere gli occhi e inspirare a fondo.
Invece, mi volto. Non l'avessi mai fatto. La ragazza é in piedi dietro di me, con le sue gambe perfette a pochi metri dalle mie. Channing la avvolge ancora con le braccia, tenendosela stretta. Mi sembra mi stia guardando in cagnesco, ma al momento io sono concentrato solo su di lei. E quando la sento tossire per attirare l'attenzione, capisco di essermi incantato. Che figuraccia!
Mi riprendo in un secondo, focalizzandomi sul suo viso. Non l'avessi mai fatto: due occhioni verdi ed una bocca carnosa al punto giusto potrebbero essere la mia rovina.
Stufo del mio stato di trance, Channing inizia a parlarmi. "Lei lavorerà qui, con noi. Inizia questa sera, ma io e lei finiremo un po' prima il turno, solo per oggi. Spero non sia un problema per te. Devo accompagnarla a casa mia a prendere le sue cose, visto che si trasferirá qui nelle stanze del bed&breakfast".
Non so cosa mi colpì di più, in tutto quel discorso. Forse il fatto che lavorerà con me. Che vivrà con me! Allo stesso tempo, però, sapere che le sue cose sono da Chan mi innervosisce. Conferma ulteriore del fatto che debbano essere decisamente legati. Merda, merda e ancora merda. Spero solo che lei se ne stia in una stanza tutta sua e non vada a dormire da lui, durante la notte. Non vorrei sentire i suoi gemiti mentre lui se la scopa a pochi metri da me!
Chiudo gli occhi per un attimo, come a volermi ricomporre. Faccio un passo avanti, tendendole la mano con imbarazzo. Imbarazzo? Io? Ma davvero? Non ci avrei mai creduto se qualcuno mi avesse detto che sarei stato agitato nel conoscere una bella ragazza.
Lei la afferra, stringendola forte. Ha un tocco sicuro, deciso, grintoso. La sua stretta fa capire la sua autorevolezza. Meglio stare in guardia.
"Piacere, Nate. Anche io lavoro qui".
Lei aggrotta la fronte, sorridendo sorniona. "Si capiva, ragazzo. Hai il grembiule che indossano tutti i camerieri".
Ah, giusto. Perspicace, la signorina. Oppure sono io che mi sono rincoglionito nel giro di pochissimo.
Prima che possa aggiungere qualcosa, un urlo del capo risuona dal locale sul retro. "Channing! Vieni un secondo".
Lui, in risposta, molla la presa sulla ragazza. "Vuoi venire di là con me?" le domanda, mentre io prego vivamente che lei non accetti. Diamine, la voglio io. Chan deve tenere a bada le sue manacce.
Scuote la testa. "No, grazie. Vai pure, non ti preoccupare. Io inizio il mio turno, me la so cavare".
Esulto mentalmente, come un bambino che ha ottenuto il gioco che desiderava da tanto. Uno a zero per me, biondino.
Quando restiamo soli, decido di portarla in una zona più appartata con una scusa. "Hei, bambina senza nome" mi rivolgo a lei "se mi segui di là, ti consegno il tuo grembiule. Così potrai iniziare".
Senza nemmeno aspettare una risposta - forse timoroso di un rifiuto categorico - mi incammino nel corridoio. Constatato con piacere che mi sta seguendo, mi intrufolo nel ripostiglio. E ci chiudo dentro.
"Mettiamo in chiaro una cosa, ragazzino. Io non sono una bambina e tu non sei mio amico. Non fare il simpaticone con me, perché non attacca" sbraita, incrociando le braccia al petto. Se vuole farmi paura, ha appena fallito miseramente. In quella posizione, infatti, schiaccia il seno verso l'alto. Strizzato all'interno della maglietta attillata, sembra prosperoso e sodo. Diamine, Nate. Controlla quell'erezione!
Faccio un passo verso di lei. "Bambina, mi dici il tuo nome? Così posso smetterla di chiamarti bambina".
Mi diverto, ad istigarla. Questa ragazza é una sfida continua. Ed io amo le sfide. Tranne quando perdo, ma io non perdo mai.
Adoro la sua sfacciataggine. Adoro che sappia tenere testa, che non si faccia problemi a dire ciò che pensa. Adoro che sia così sexy e provocante, anche se probabilmente non se ne rende neppure conto. E invece, dovrebbe. Cazzo, se dovrebbe.
Stringe gli occhi in uno sguardo che, se potesse, mi renderebbe cenere. "Sono Nora, ragazzino. Quanti anni hai, dieci? Oh, scusami. Forse cinque. Muoviti. Dov'è il mio grembiule? Mi stai facendo perdere tempo. E io odio sprecare il mio tempo con gente come te".
La fisso, senza parole. Non sono in grado di ribattere. Mi ha zittito, dannazione. Mi sono fatto zittire da una femminuccia! Da una bomba sexy, in realtà. Ancora peggio.
Mi volto, cercando tra quel mare di scatoloni un grembiule che possa andare bene. Il capo ne tiene sempre qualcuno pulito, perché vuole che lo indossiamo sempre pulito. Ma dove sono finiti?
Ad un tratto, la sua voce mi fa distrarre dalla mia ricerca.
"L'ho trovato io, il grembiule. Era su questo lato della stanza. Meno male che sei tu a lavorare qui da tanto, eh" dice in tono sprezzante. Inizio ad innervosirmi. Ma chi si crede di essere? Sarà bella, anche parecchio. Ma é una stronza patentata, senza peli sulla lingua. Fa tanto la dura e poi, probabilmente, guarda film strappalacrime e ama il rosa. Su quest'ultimo punto, però, devo ricredermi. Con quegli shorts striminziti, non sembra proprio il tipo da abiti principeschi.
Preso da rabbia improvvisa, esco da lí sbattendo la porta. Tornato nel locale, riprendo il lavoro da dove l'avevo interrotto. Tre birre, uno shot di tequila, un altro di vodka liscia. Lavoro, per tenere occupata la mente. Lavoro, per non pensare a lei sotto di me, a me dentro di lei, al suo profumo e al suo sguardo magnetico.
"Nora lavorerà al tuo fianco, all'ala est della sala. Mi fido di te, sei uno dei migliori, qua dentro. E lei é una in gamba. Non fartela scappare, te la affido".
Le parole del mio capo arrivano alle mie orecchie come una doccia fredda. In che guaio mi sto cacciando?
STAI LEGGENDO
Cuore
RomantizmLe difficoltà fanno crescere in maturità, forza e determinazione. Nora non ha paura, ha una mira fenomenale e sa sparare persino meglio di suo padre. Fosse per lei, non se ne sarebbe mai andata di casa. Eppure, é costretta. La situazione peggiora gi...