Capitolo 24

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NATE

Questa cena si sta rivelando peggiore del previsto. Per l'occasione, é stata imbandita un'enorme tavolata. Occasione? Ah, giusto. Quasi dimenticavo. Domani i genitori di Nora - e il ragazzino, che ancora non so chi diavolo sia - se ne tornano a casa. Senza di lei. Mi é parso di capire che il padre non fosse molto d'accordo, eppure la bambina sembra aver vinto. Sa ottenere quello che vuole, ovviamente. Chi oserebbe negarle qualcosa? Ad un corpo del genere, tutto é lecito.

Mi porto la forchetta alla bocca, beandomi del sapore travolgente di questa cheesecake. Josephine dovrebbe preparare più spesso dolci per noi. E non solo per gli ospiti, accidenti. É un genio dell'arte culinaria. La marmellata di mirtilli mi avvolge il palato, riempiendomi di un gusto tanto intenso da far girare la testa. Pff, idiozie. Ho assaggiato Nora ed ora pretendo anche di dire quanto sia buona la torta? Ma non ci sono paragoni, ovviamente. Nessuno potrebbe reggere il confronto con lei.  Però, il dolce lo finisco comunque. Non sia mai che vada sprecato.

Con la pancia piena, mi appoggio contro lo schienale della mia sedia. L'ultima settimana é fuggita via alla velocità della luce, senza neanche lasciarmi il tempo di vedere di nuovo la bambina. O meglio, ci siamo intravisti sulle scale o nel corridoio. Ma é ovvio che lei abbia trascorso molto tempo con la sua famiglia, approfittando della loro presenza qui. Sono egoista se non vedo l'ora che tolgano il disturbo? Non voglio che possiate fraintendere. Abraham e Gardenia sono due persone disponibili ed educate, non mi posso assolutamente lamentare. È il ragazzo che mi sta sui nervi. Continua a girarle intorno ed io, francamente, non lo sopporto.

Proprio ora, giusto per fare un esempio, i due si stanno scambiando battutine. Senza coinvolgere il resto della tavolata. O meglio, gli altri parlano. E loro non partecipano. Neanche io, se é per questo. Ma li sto tenendo d'occhio. Ed é un mio diritto.

Assottiglio lo guardo e mi impongo subito dopo di distogliere l'attenzione da loro. Non vorrei che qualcuno si facesse strane idee. Cerco di prendere parte ai discorsi di Channing e suo padre. Per arrivare a chiacchierare con lui, diavolo, devo essere davvero messo male.

Gardenia chiama il marito, picchiettando contro la sua spalla. "Tesoro, credo che dovremo partire. Abbiamo diverse ore di automobile ad aspettarci. Non possiamo tornare a notte fonda" gli fa notare.

Ed é così che ci ritroviamo a camminare tutti in fila, neanche fossimo ad una processione religiosa, per raggiungere il parcheggio antistante il locale. Mi tengo in disparte, restando in fondo al gruppo. Alla fine, per quanto io trovi sexy la loro bambina, non ho niente a che fare con con quella coppia di genitori in partenza.

Proprio mentre sto per varcare la porta d'ingresso, mi sento trattenere per il polso. Mi sforzo di non sferrare un pugno a vuoto, senza aver verificato di chi si tratta, per non apparire uno squilibrato. Eppure, quando il ragazzetto mi guarda con con atteggiamento di superiorità, mi pento di non aver reagito prima.

Lo minaccio con lo sguardo, notando con un certo divertimento che lui fa lo stesso. "Che c'è?" domando, liberandomi dalle sue grinfie.

Lui fa una smorfia. "Devo parlarti".

Ed é così che finisco nel corridoio deserto del bed&breakfast, appoggiato con la schiena contro il muro, ad aspettare che il mio peggior nemico al momento dica qualcosa. I ricci scuri gli ricadono sulla fronte, coprendo in parte gli occhi infuocati. Ed é un bene, perché non é esattamente quello che si definisce un belvedere. La mascella squadrata, per lo più in tensione, é ricoperta da un velo sottile di barba che lo rende ancora più minaccioso. Peccato che sia magrolino come un chiodo. E se la tira pure! Buffone.

"Allora?" lo incito, incrociando le braccia al petto. Sto perdendo tempo. Ed io odio perdere tempo.

Lui fa roteare gli occhi. "Sai benissimo perché devo parlarti". Ah, questa é bella. Dovrei saperlo? Ma si sente? Suvvia, é evidente che non sappia nemmeno lui quello che ha da dirmi. Vuole solo farmi innervosire. E ci sta riuscendo alla perfezione, merda.

Gli scoppio a ridere in faccia. Non resisto un secondo di più. È assolutamente ridicolo e mi sembra di avere a che fare con un perfetto idiota. Ma lui non sembra divertirsi allo stesso modo, visto che fa un passo verso di me e tenta di terrorizzarmi con lo sguardo. Aiuto, sto morendo di paura. Pff, principiante.

"Si tratta di Nora".

Questa sí che é bella. "E tu saresti?".

"Travis, sfigato. Il suo fidanzato".

Sgrano gli occhi e mi sento mancare il fiato. No, dai. Lo sta dicendo soltanto per farmi perdere le staffe, giusto? Non c'è altra spiegazione. Non si sarebbe fatta scopare da me, se fosse così.

Faccio una smorfia. "Molto piacere" mi mostro indifferente.

Il mio tono ironico, però, non sembra conquistarlo. "Non sto scherzando, ragazzo. Tieni le mani a posto".

Alzo le braccia come a volermi arrendere. "Non la tocco" ridacchio, sebbene io stia immaginando l'esatto opposto. Ma lui non sa leggere nel pensiero, giusto? Nessuno é in grado di farlo.

"So benissimo che avete dormito insieme qualche giorno fa. So fare due più due. Non deve più accadere".

E tu chi cazzo sei per dirmi cosa devo o non devo fare? Ipocrita e presuntuoso. Ma cerco di trasmettere la stessa idea in un modo leggermente più gentile. "E tu chi saresti, per impormi di non andare a letto con lei?".

Il suo pomo d'adamo fa su e giù. Che sia reso per il risvolto che ha preso la conversazione? Ma dai, che si aspettava? Che avrei accettato le sue stupide regole insensate? "Il ragazzo con cui lei ha fatto sesso - con i vari annessi e connessi - per la prima volta. Ogni cosa che tu le farai, sappi che io gliel'ho già fatta. Sessualmente parlando. E, ci giurerei, con me ha goduto di più".

Rabbia, rabbia e rabbia. Il mio autocontrollo é decisamente svanito nel nulla. Merda, in questo momento potrei persino ucciderlo. Ed è una grande prova di concentrazione non farlo fuori a suon di botte. È per questo motivo che mi limito ad un pugno ben assestato, che va a colpire direttamente la mascella. Lui fa un passo all'indietro, chiaramente sorpreso. Non te l'aspettavi, eh? Si tocca il viso con espressione dolorante. I suoi occhi si assottigliano ed è diventata palpabile persino la tensione tra di noi. Prima che possa ribattere, escogito un piano che possa stenderlo. Non sopporto di essere messo fuori gioco da un ragazzino viziato.

"Ah, si? Avete provato tutto, sei sicuro? Lei ti ha permesso di entrarle dentro senza preservativo?".

E funziona. Eccome se funziona.

Infuriato, fa un passo in avanti. E poi un altro ancora. Ormai a pochi centimetri di distanza, i nostri occhi si fissano carichi di rabbia. E gelosia? No, più che altro direi voglia di prevalere sull'altro. Proprio come le bestie.

Tenta di ricambiare il mio gesto confidenziale di poco prima, ma intercetto il braccio per aria prima che possa toccarmi. La tensione esplode, le braccia si dimenano. Ti spacco quel bel faccino che ti ritrovi, brutto stronzo.

Durante la lotta finiamo a terra. Pugni e calci mi colpiscono, ma non sento neanche il dolore. É l'adrenalina a farmi questo effetto. Ho una voglia matta di rovinarlo e non so se avrò il controllo necessario per fermarmi in tempo.

Lo prendo in pieno viso, facendogli scattare il volto di lato contro il pavimento. Stando sopra di lui, riesco ad avere il dominio. E posso massacrarlo in santa pace.

Mi fermo soltanto quando Channing mi afferra per il busto e mi allontana da lui. Ho le mani sporche di sangue, probabilmente lo stesso che é sgorgato dal naso del ragazzetto. Disgustoso.

"Che diavolo sta succedendo qui?". Mi si gela il sangue nelle vene. Sono spacciato.

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