Capitolo 13

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NORA

Ci sono alcuni momenti, nella vita, che ti sembra di aver aspettato da sempre. Capitano, quando meno te lo aspetti. Ed in un attimo ti senti a casa.

Casa. Sono certa di non averne una da tempo. Mamma e papà vivono lontani da me, in quel paese in cui gruppi di scagnozzi mafiosi mi picchiavano nei vicoli. Non può essere casa mia, un luogo del genere. Mi sono trasferita da zii che non vedevo da anni, ma non ho dormito sotto il loro tetto neppure una notte. Nemmeno questa può essere casa mia. Ho trovato lavoro in un bed&breakfast, dove posso riposare ogni notte in una delle stanze. Ma neanche questa é casa mia.

Ecco, forse le labbra di Nate potrebbero diventarlo. Casa é dove ci si sente amati, voluti, desiderati. Dove si é certi di non essere mai di troppo. Dove, semplicemente, si sta bene. Io qua sto alla grande.

Alla fine ci siamo quasi saltati addosso. La sensazione delle sue labbra calde, appoggiate sulle mie, mi terrà sveglia per i prossimi dieci anni. Le mie mani sono corse in un attimo tra i suoi capelli, prendendosi la briga di scompigliarli. E le sue, invece, mi hanno imprigionato i fianchi. Una presa salda, quasi con la paura che potessi scappare via da un momento all'altro.

Non credo smetteremo mai di baciarci. Io, personalmente, non ho intenzione di farlo. Chi vorrebbe mai andarsene dalla propria casa? Nuova di zecca, appena comprata, per di più. Soltanto un pazzo. E io non sono pazza. O meglio, di lui potrei anche diventarlo. Del modo in cui mi fa gemere, poi. Non ho mai trovato tanto eccitanti e sensuali dei morsi sulle labbra. E invece, chi avrebbe pensato che potessero coinvolgere a tal punto da mandare in estasi.

Ci stacchiamo di pochi millimetri, quel che basta per riprendere fiato. Fronte contro fronte, i nostri occhi si cercano di nuovo. Non ne ho mai visti di così belli. E di così espressivi. Sono sexy anche quelli, merda. Nate é la sensualità fatta persona. Compresa l'erezione che preme contro i miei pantaloncini. Tanto tra poco li toglieró, non é vero?

"Diamine, bambina. Dove sei stata tutto questo tempo?".

Oh, cielo. Questa voce. Gutturale. Maschile. Eccitata. Maliziosa. É un attimo: mutandine ancora di più fradicie di quanto già non lo fossero. Mai avrei pensato che mi potesse piacere così tanto una semplice voce. Se sussurrata a fior di labbra, poi, potrebbe causare forti problemi di dipendenza. Io lo sono appena diventata.

"Le bambine non baciano i ragazzini, Nate. E di certo non si fanno sbattere al muro. Sei ancora convinto che io sia una bambina?" ammicco, con il tono più sensuale che sono in grado di produrre.

Deglutisce. E mi incanto ad osservare il suo pomo d'adamo. Possibile che sia sexy anche questo banale movimento? Trasuda sensualità da ogni dove. È indecente!

Si allunga a baciarmi di nuovo. "Oh si, bambina. Lo sei. E ti farò crescere io. Anche sbattendoti al muro".

Serro le gambe. Non potrò resistere un altro istante, se continueremo a stuzzicarci in questo modo. A tutto c'è un limite. Soprattutto alla capacità di autocontrollo di una povera ragazza in astinenza!

"Emh, ragazzi. Non so cosa stia succedendo e non ho visto niente. Volevo soltanto provare i biscotti di Nora".

Non ho mai odiato una persona quanto lo strano omone che ci ha interrotti nel capanno. Ed ora, credo che alla lista si aggiungerá anche Josephine. Cielo! Possibile che io non possa mai completare ciò che inizio? Grr, ho le mutande fradicie e le labbra gonfie, i capelli spettinati, il fiatone. E la ragazzina viene a chiedermi dei biscotti? Non ci siamo proprio.

Controvoglia, porto le mani sul petto di Nate. E, a malincuore, lo allontano. Sembra spaesato. Si é incantato? Non mi toglie gli occhi di dosso. E continua a fissarmi con quelle adorabili labbra socchiuse. Smettila! Riprenditi, dannazione. Abbiamo appena fatto una figura di merda epocale.

"Buongiorno, Jo!" faccio finta di niente, improvvisando un sorriso "Ecco i biscotti. Non prometto niente, ma non mi sembrano venuti male".

Allontano la sedia dal tavolo e mi siedo con un tonfo. Lei si é già accomodate e mastica con gusto uno dei miei dolci. "Ma è delizioso! Wow, dovresti cucinare più spesso".

Sorrido. "Non ti conviene" mi giustifico "so fare soltanto questa ricetta. Dico sul serio, sono negata con i piatti salati. Brucio persino la frittata! Mia sorella sa cucinarla meglio di me. Ed ha tredici anni!".

Lei manda giù il boccone. "Oh, non ho esigenze particolari. Questi biscotti ogni mattina vanno più che bene".

Ne afferro uno anche io. Il vassoio si sta svuotando. La prossima volta dovrò aumentare le dosi, o non basteranno nemmeno per una colazione. Volto il viso verso Nate. É in piedi in mezzo alla cucina, esattamente dove l'ho lasciato qualche istante fa. Ma che ha? Sembra pensieroso. E malinconico. E.. Merda, ha un'erezione non indifferente. I pantaloncini sportivi, poi, hanno un tessuto piuttosto leggero. Si vede tutto! Diamine, Nora. Non guardare. Non incantarti. Non pensare che sarebbe potuto essere dentro di te!

"Come sono andati questi giorni, Josephine?" domando, concentrandomi su di lei. Non é sexy e non mi eccita, ma forse é meglio così.

Inizia a parlare, ma io non la ascolto. Nate si sta allontanando. Ecco, é uscito dalla cucina. Mi ha regalato il bacio più intenso e travolgente della mia vita. Ed é scappato. Non ha detto nulla. Nulla! Mi mordo un labbro, fino a farlo sanguinare. E stringo i pugni. Dannazione!

"Nora?".

"Mh-mh?".

"Non hai ascoltato nemmeno una parola, vero?".

La giovane Richmond mi sta studiando, con le sopracciglia aggrottate e un buffo sorriso stampato in faccia. Io, vergognandomi, scuoto la testa e chiedo scusa.

"Ci avrei scommesso. Ti ho detto che il matrimonio di mia cugina é andato alla grande. Era una principessa. In ogni caso, mi dici che diavolo succede?".

Appoggio i gomiti sul tavolo e lascio cadere la testa tra le mani. "Nulla. Non succede proprio nulla".

Ma lei combatte. Accidenti, credevo non fosse così impicciona. Sembrava timidissima. Maledizione. "Non ci credo. Dai, stavate per... ecco, sí. Per fare l'amore. Sul tavolo della cucina". Okay, devo ricredermi. Parlare di sesso la mette in imbarazzo. É rossa come un pomodoro e si é messa anche a balbettare. Che graziosa creatura.

Sospiro. "Non é vero. Era solo un bacio. Non capiterà più". Mentre lo dico ad alta voce, mi rendo conto che é proprio così. Ho baciato Nate. E che bacio! Però, deve essere l'ultimo. É vero, mi sento così attratta da lui che mi masturbo quasi ogni sera immaginandolo dentro di me. Ma non devo partire per un mondo immaginario fatto di gioia e serenità. Non voglio complicazioni. E i ragazzi portano sempre complicazioni. Specialmente, se trasudano erotismo da ogni parte del corpo.

Josephine fa una smorfia. "Se lo dici tu. Secondo me siete carini, insieme".

Questa si che é bella. Già, una bella battuta. Mi prendo la briga di scoppiare a ridere, senza preoccuparmi di come potrebbe reagire lei. In fondo, sto ridendo per qualcosa che ha detto. Potrebbe prenderla male. Ma dai! É evidente che é un'emerita cazzata. Carini. Pff, robe da adolescenti. Quando stavo con Travis ci definivano carini. Ma avevamo quanti anni? Diciassette, diciotto massimo. A quell'età si può essere carini. Non a ventun'anni. E chissà quanti ne ha lui!

Oh. Realizzo solo in questo istante di non sapere niente, della sua vita. Non so la sua età. Il suo cognome. Ha fratelli o sorelle? Come é finito a lavorare al bed&breakfast? Dorme nelle stanze degli ospiti, come me. Non è del posto? Quando si é trasferito? Perché? Ha una fidanzata?

Saluto Josephine, decidendo di tornare in camera mia. Non ho nemmeno la compagnia rasserenante dei miei fratelli. Eveleen passerà il fine settimana dalla sua amica Hannah. Ed Earnest starà sfruttando al massimo i preservativi che gli ho comprato qualche giorno fa. Di bene in meglio. Sono sola. Perfettamente sola. In una camera spoglia e squallida. A fissare il muro.

L'unica distrazione sarebbe quella del regalarsi l'ennesimo orgasmo fai da te. Ma non mi sembra il caso, dopo un bacio del genere. Non voglio un orgasmo dalle mie dita. Lo voglio da quelle di Nate. Ma tra noi non c'è niente. E non ci sarà mai niente. Ed io non so niente di lui. E non posso continuare a toccarmi pensando a lui! Maledizione. Sono spacciata.

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