NORA
Mi mancava passare del tempo con i miei fratelli. Ho approfittato del giorno di chiusura del locale per passare tutta la giornata con loro. Okay, lo ammetto, hanno saltato scuola. Ma non moriranno, suvvia. Io l'ho fatto tante volte. Sono certa che ne avessero bisogno tanto loro quanto me di questa giornata.
Camminiamo per le vie del paese. Abbiamo fatto colazione con cappuccino e brioche. Ed ora ci diamo a del sano shopping. Okay, dire shopping mi sembra esagerato. Non possiamo decisamente permetterci di svaligiare negozi e riempire sacchetti su sacchetti. Però, Eve ha bisogno di materiale per gli ultimi giorni di scuola. Ed Earnest non ha più pantaloni della taglia giusta. Scommetto che é stata zia Pamela a farlo ingrassare.
Lo guardo entrare nell'ennesimo camerino, accomodandomi con Eveleen sul divanetto esattamente di fronte. Oh, che spettacolo queste giornate. Sapere di potere andare a letto presto, questa sera, mi riempie di gioia. Ho già deciso che mangerò un toast in camera e mi metterò subito a dormire. Non vedo l'ora.
Forse sono quelli giusti. Questi jeans sono decisamente i migliori provati finora. Ma lo sguardo di mio fratello non sembra d'accordo. Ci risiamo. Un altro negozio bocciato?
"Sono carini questi, Earnest" commenta la minore del gruppo.
Lui fa una smorfia. "Forse sono troppo scuri".
Respira, Nora. É un adolescente. É normale che non gli vada bene niente. Ma, diamine, é un paio di pantaloni! Non sta decidendo di acquistare niente di così eclatante.
"Ti stanno bene, Earny. Dico davvero. Secondo me dovresti prenderli" affermo, annuendo con convinzione per ribadire il concetto.
Quando lui si mostra d'accordo, mi lascio andare ad un sospiro di sollievo. Il tormento é finito! Possiamo andare a pranzare, visto che il mio stomaco si sta lamentando da un'ora ormai. Non vedevo l'ora trovasse questi famigerati pantaloni!
Passiamo il resto della giornata a passeggiare in centro, osservare vetrine e provare vestiti senza averne bisogno. Eve ha indossato un paio di scarpe con il tacco e rischiato di cadere addosso ad una commessa. Non male, come primo tentativo. Il fratello, invece, si è limitato ad osservarla scrollando la testa. Era da tempo che non passavamo una giornata insieme, noi tre. La situazione a casa stava diventando troppo pesante. E ci toglieva anche questi momenti di spensieratezza. Mi manca molto la mamma, nonostante la chiami praticamente ogni giorno. Non oso chiedere se papà abbia risolto con quei tipi loschi, forse per paura di dover stare lontana da casa ancora per molto. O forse per paura di doverci tornare troppo presto?
Accosto davanti a casa degli zii. Uffa, la pacchia é finita. Ma almeno posso andare a dormire presto, oggi.
Vado in salotto per salutare zia Pam. Le bacio una guancia, mentre le chiedo se c'è qualche problema con i ragazzi. A quanto pare, procede tutto a gonfie vele. Non vorrei essere azzardata, ma sembra che sia davvero così. Lei mi appare rilassata, serena. Credo sia contenta di poter passare del tempo con loro. Ha avuto un solo figlio: Channing. Eppure, in questi giorni sembra che ne stia acquisendo due nuovi. Non voglio che possiate fraintendere, sa benissimo che sono figli di Abraham e Gardenia. Ma vuole loro molto bene. Ed é come se siano un po' anche suoi.
"Esci, stasera?" mi domanda.
"No, zia, starò in camera mia. Non vedo l'ora di poter dormire un po'" confesso, sprofondando nei cuscini del divano.
Lei ridacchia. "Ma dai, Nora. Sei giovane! Esci con qualche ragazzo, no?".
No. No. No e ancora no. Ma come ho potuto dimenticarlo? Merda, merda! Stasera? Sono una stupida. Perché ho accettato quella stupida sfida? Non dovevo farlo. Sapevo che una cazzata enorme uscire con Nate. Perché ho detto di sí? Okay, é una sfida. Dirò che non voglio più partecipare e perderò. Facile, vero? Eppure era così semplice vincere. Lui ha giurato che mi sarei divertita e che - se fosse andata veramente così - avrebbe vinto lui. In cambio, io gli avrei dovuto dare la possibilità di conoscermi meglio. Al contrario, se non mi fossi divertita, lui avrebbe miseramente perso. E mi avrebbe lasciata stare. Sarebbe così semplice fingere di annoiarmi a morte e portare a casa la vittoria.
Ma io, veramente, cosa voglio? Andare a letto con lui, probabilmente. É questo a cui penso sulla strada di ritorno verso il locale. Ma non é possibile, ovviamente. Merda, però la sua erezione me la ricordo bene. Ovvio, come potrei dimenticarla? Certe cose restano impresse. Per sempre.
Mi tiro indietro o vado fino in fondo?
Io non sono il tipo che si arrende, però. Non ho paura di niente. E le sfide sono pane per i miei denti, perché le vinco tutte. Posso pur sempre sfruttarla a mio vantaggio, no?
Ho un'idea anche io, per vendicarmi di questa stupida proposta.
Salgo di corsa le scale che portano alle stanze. Mi fiondo in doccia, lavo i capelli e li avvolgo in un asciugamano. Quanto tempo ho? Un'ora e mezza, bene. Ne ho a sufficienza.
Il momento di scegliere l'abbigliamento é sempre il più impegnativo. Sono perennemente indecisa. Merda, chi non lo sarebbe se dovesse uscire con Nate. In più, ho deciso di farmi desiderare. La sua erezione mi ha chiaramente dimostrato che l'attrazione non manca. Bene, vediamo se sono in grado di stuzzicarlo.
É arrivata l'occasione di indossare nuovamente questo tubino. É così stretto che a malapena ci entro. Non so nemmeno perché ho accettato che Jennifer me lo regalasse. E soprattutto, non so perché io me lo sia portata dietro. Alla fine, però, è risultato utile. Meglio non farsi domande a cui non si sa rispondere. Lo infilo con fatica, ammirando il risultato allo specchio. Mi aumenta di almeno due taglie la misura del seno e mi fascia a perfezione il fondoschiena. Ed é corto, diamine. Non posso nemmeno chinarmi: si vedrebbe tutto.
Accidenti, dove ho messo i tacchi a spillo? Sono certa di averli infilati in valigia, sotto suggerimento di mamma che mi ha proposto di regalarli a zia Pam. Non gliene ho visto nemmeno un paio, nel ripostiglio, nonostante mamma sostenesse che ne avesse parecchi. Bah, alla fine me li sono tenuta io. Per fortuna, aggiungerei.
Rossetto? Rosso scuro o rosso fuoco? Ridacchio per il nervosismo, accorgendomi di non ricordare nemmeno dell'esistenza di quei cosmetici. Provo quello rosso fuoco. Okay, può andare. Per gli occhi ho solo un mascara rinsecchito. Mi accontenteró.
Ammiro il riflesso, soddisfatta. Ma il tutto dura pochi secondi. La convinzione di metterlo a tappeto passa in secondo piano. Mi tremano le mani e sono così nervosa che potrei svenire. Cosa sto combinando? No, non ci siamo. Io non sono così. E detesto le persone che si fingono qualcuno che non sono. Al diavolo la sfida! Mi fanno già male i piedi.
Proprio quando sto per sfilarmi i tacchi, decisa a cambiare drasticamente look, qualcuno bussa alla porta. Qualcuno a caso, ovviamente. Merda, merda. É già arrivato?
"Nate, sei tu?" urlo, mentre mi sfilo in un secondo il tubino e lo lancio da qualche parte sul pavimento. Cosa mi metto? Ansia! Non voglio uscire. Okay, mi arrendo. Ho perso.
"Ci sei, bambina? Muoviti".
Respiro profondamente. "Non vengo più".
Lui alza la voce. "Piantala! Apri questa porta!".
Mi siedo sul letto, lasciandomi andare con la testa fra le mani. Che mi prende? Non mi riconosco più. Mi sono praticamente travestita da puttana quando non tocco un ragazzo da più di due anni. E l'ho fatto per farne cadere uno ai miei piedi, assurdo. Ora, invece, mi sto arrenderendo di fronte ad una sfida. E normalmente non perdo mai!
"Bambina, giuro che se non apri entro trenta secondi butto giù la porta!".
È incazzato, okay. Forse ha pure ragione. Ma, dannazione, sto andando in panico. Per una sciocchezza del genere! I precedenti attacchi erano scatenati dalle vicende legate agli strozzini di papà. Questo, invece? Per l'abbigliamento? Per un ragazzo? É ridicolo, merda.
Mi infilo un paio di leggins e la prima felpa che riesco a trovare nell'armadio. Apro la porta, voltandomi immediatamente. Senza nemmeno guardarlo. E torno a sedermi sul letto, rannicchiandomi con le ginocchia al petto.
Voglio piangere. Ma io sono quella tosta. E così mi ricompongo in un attimo. "Che vuoi? Mi sembra chiaro che io abbia cambiato idea. Non voglio uscire con te, Nate. E con questo, buona serata".

STAI LEGGENDO
Cuore
RomanceLe difficoltà fanno crescere in maturità, forza e determinazione. Nora non ha paura, ha una mira fenomenale e sa sparare persino meglio di suo padre. Fosse per lei, non se ne sarebbe mai andata di casa. Eppure, é costretta. La situazione peggiora gi...