NORA
Chi l'avrebbe mai detto che non avrei dormito neanche una notte a casa di zio Abel. Alla fine, ne sono contenta. Stare da sola é mille volte meglio. Mi spiace soltanto che Eve non abbia preso bene il mio trasferimento. Quando ho annunciato ufficialmente che sarei andata in città con Chan, oggi a pranzo, mi ha tenuto il muso per dieci minuti. É evidente che non le vada a genio, questa storia. L'ho rassicurata dicendo che sarei passata spesso da lei, se possibile persino tutti i giorni. Non so se sono riuscita a convincerla al cento per cento, ma almeno ha tolto il broncio e mi ha chiesto di chiamarla spesso.
Questa notte ho dormito nella stanza del bed&breakfast di mio cugino, mentre lasciavo che mi preparassero la mia. Mi sono appena spostata ufficialmente in quella che sarà la mia dimora per i prossimi mesi. É figa, dopotutto. Mi manca mia mamma, come l'aria. Eppure, non pensavo di riuscire ad ambientami così bene. Voglio tornare a casa per rivedere lei e mio padre. In fondo, anche per Jennifer e Teresa. Ma il mio lavoro qui é mille volte meglio del sofisticato "Cigno d'oro".
E poi, diciamolo sinceramente, là non avevo colleghi tanto fighi quanto Nate. Merda, é bello da imbazzire. Quando mi ha messo gli occhi addosso, appena entrata nel locale, mi sono sentita avvampare. Quella figura muscolosa mi ha impressionata persino con qualche metro di distanza. Ma il vero colpo di grazia é arrivato quando me lo sono trovata davanti. Muscoli accentuati guizzavano sotto la camicia a maniche corte. I jeans, calati lungo i fianchi, gli calzavano a pennello. E il viso! Abbronzato, lineamenti marcati e un accenno di barba scura. Occhi scuri e penetranti che percorrevano le gambe nude e salivano fino alla scollatura. I capelli, scompigliati, mi hanno subito fatto venite voglia di immergervi le mani.
Peccato solo che sia uno stronzo, arrogante e presuntuoso. Ancora più di quanto non lo fosse Travis. Se ho lasciato lui per questo, di certo non me ne sceglierò un altro uguale. Anche se é mille volte più sensuale. Anche se devo ammettere che mi sono immaginata le sue grandi mani strette sui miei seni. Ma no, non mi serve un uomo. Ne ho fatto a meno per due anni. O tre? In ogni caso, non ho bisogno di nessuno.
E poi ho sempre paura che il tocco di qualcuno mi causi un attacco di panico. Dalla prima volta che sono stata aggredita, ho difficoltà a rapportarmi con le persone. Con Channing, zio Abel e zia Pamela è stato diverso. Loro sono miei parenti, li conosco bene. É con gli sconosciuti che, inevitabilmente, mi blocco. Anche con Jen e Terry mi é successo, di non riuscire ad abbracciarle senza stare in allerta.
Per questo, papà mi ha comprato una pistola tutta mia. Ed ora non me ne separo mai.
Mi alzo dal letto, stiracchiandomi. Non ho voglia di prepararmi, ma devo scendere a cena prima che inizi il mio turno. Ho ottenuto praticamente tutti i serali, schivando le colazioni al bed&breakfast, così da poter dormire fino a tardi. Furba, vero?
Alla fine, infilo i primi jeans che mi capitano sotto mano e tengo la canottiera nera che indosso da questa mattina. Tanto, avrò il grembiule. Non mi serve essere elegante e sofisticata per ricevere mance, qui. Ed é proprio questo il divertimento. Basta fare qualche battutina e mostrarsi cordiale, abbondare con l'alcool nei drink ed il gioco é fatto.
Corro giù per le scale, in preda ad una strana euforia. Dannazione, sto forse diventando matta? Ho voglia di lavorare. E non mi sembra del tutto normale. Di solito, alzarmi dal letto per andare al ristorante era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Beh, se la situazione é cambiata così drasticamente.. tanto di guadagnato.
"Ciao, Nora. Siediti qui" mi fa segno mio cugino, per poi sporgersi verso di me e lasciarmi un bacio sulla guancia. Mi accomodo, avvicino la sedia al tavolo e mi guardo intorno. Però, che scelta.
"Chi ha cucinato?" domando, mentre riempio il piatto con ogni ben di dio. Hamburger, chips, verdure grigliate. C'è persino un vassoio di toast al formaggio! Che delizia.
Alla fine, scopro che é stato un gioco di squadra. Sembra che tutti sappiano cucinare, qui. Paradiso! Significa che io non dovrò farlo. Meglio per loro, visto che non sono esattamente una brava chef.
Colgo l'occasione della cena per familiarizzare con i miei nuovi colleghi. Seduti allo stesso tavolo, sembriamo una grande famiglia. Noto solo ora che siamo una decina. Ieri sera non me n'ero accorta! Pff, solita sbadata.
Il proprietario del bed&breakfast, Mr. Alexander Richmond, é il grande capo tribù. Seduto a capotavola, esercita la sua superiorità con un semplice sguardo. È autorevole, ma senza mai mancare di rispetto. Viene ammirato da tutti perché sa ottenere quello che vuole senza la violenza. Se solo ci fossero più uomini come lui! Nell'ultimo periodo, ho conosciuto troppe bestie che si fanno rispettare solo alzando le mani.
Al suo fianco, la moglie gli sussurra qualcosa a bassa voce. La signora Linda é la responsabile delle camere e della prima colazione. Elegante e raffinata, dimostra meno dei suoi quarant'anni. Come faccio a conoscere l'età? Ho sbirciato il diploma che il marito tiene appeso nell'ufficio.
Anche la figlia Josephine fa parte dell'attività, a stretto contatto con la madre. Avrà meno di vent'anni, probabilmente studia ancora. Timidissima, ha qualche chilo di troppo. Però, è assolutamente proporzionata. Ed i suoi boccoli biondi farebbero invidia a chiunque. Mi ispira simpatia, forse anche un po' di compassione. Dovrebbe lasciarsi andare un po' di più. Okay, questa potevo risparmiarmela. In fondo, sono la regina dell'asocialitá. Non credo di potermi esprimere a riguardo. Dare consigli, poi. Sarebbe il colmo.
Quattro ragazzi, di cui ignoro i nomi, si alzano da tavola per iniziare il loro turno. Conosceró anche loro, prima o poi. Non ho fretta. E non muoio dalla voglia di farmi degli amici.
Li osservo lasciare la stanza con la coda dell'occhio. Quando riporto la mia attenzione sulla tavola, noto con piacere che Nate mi sta fissando. No, no e ancora no. Il piacere devo dimenticarlo. Nessun piacere. Nate, non fissarmi. Voltati! Lo fulmino con lo sguardo, ottenendo l'effetto desiderato. Giù gli occhi da me! Sono out. Totalmente out.
Mi pulisco la bocca con il tovagliolo di carta. Potrei scoppiare, per quanto ho mangiato. Mi appoggio allo schienale della sedia, chiudendo gli occhi per un attimo.
"Sei stanca?".
La voce del capo, forte e chiara, mi rende subito attiva. "No, mi stavo solo rilassando".
"Cerca di riposare di più". Freddo, chiaro e diretto. Però ha sempre ragione. Merda, nessuno potrà mai contraddirlo. É un passo avanti rispetto a tutti gli altri.
Channing mi scruta con attenzione. "Mr. Richmond ha ragione, Nora. Non passare la notte in bianco". Ci mancavano solo i consigli di un cugino apprensivo. Faccio un sorriso tirato, promettendo che mi impegnerò per farlo.
Stufa di non fare nulla, esco dalla stanza per iniziare il mio turno. Poco importa se sono in anticipo di quasi venti minuti. La clientela sta già riempiendo il locale, ammassandosi in coda davanti alla cassa. É evidente che i miei quattro colleghi gradirebbero volentieri una mano. Mi infilo il grembiule, cercando di legarlo dietro la schiena. Tentativi inutili, o é troppo largo oppure mi stringe eccessivamente. Il bello di essere una ventunenne e non sapersi neanche mettere un grembiule.
Neanche a farlo apposta, due grosse mani mi si posano sui fianchi e uniscono i lembi di stoffa in un'asola perfetta. Il calore che quel tocco mi trasmette, anche sotto il tessuto della canottiera, é notevole. Non é Chan. Non mi causerebbe pensieri così sconci. Oh, quel tocco. Estasi. Pura e inebriante estasi.
Si stacca. Doccia gelida. É quello di cui ho bisogno. Subito. No, ora devo lavorare. Merda, Nora! Ti ha solo chiuso il grembiule. Sono partita per la tangente. Un viaggio senza fine nei meandri dell'astinenza da sesso.
"Se dovessi avere ancora bisogno di me, bambina, non esitare a chiamarmi. Io posso sempre darti una mano".
Un'altra doccia, per favore. E delle mutandine nuove. Queste, ormai, sono troppo bagnate.
Impiego qualche secondo a tornare in me. No, no. Non deve succedere mai più. Autocontrollo. Mi servono soltanto fermezza e indifferenza. Non ci vuole molto, no?
"Me la sarei cavata anche da sola. Levati dalle palle, Nate. Devo lavorare. E dovresti farlo anche tu".

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Cuore
RomanceLe difficoltà fanno crescere in maturità, forza e determinazione. Nora non ha paura, ha una mira fenomenale e sa sparare persino meglio di suo padre. Fosse per lei, non se ne sarebbe mai andata di casa. Eppure, é costretta. La situazione peggiora gi...