NORA
Non avrei mai pensato di metterlo così in difficoltà. In fondo, non mi sembrava una domanda così complicata. Non é venuto a trovarmi ed io ho chiesto il perché. Una banalissima motivazione. Se avessi chiesto di dimostrare una qualsiasi legge matematica, il silenzio avrebbe avuto una sua giustificazione: la richiesta era troppo difficile. Ma in questo caso? Non c'è nulla da calcolare, diamine. Deve solo dirmi che non gliene frega un cazzo di me. Che poi, ho sentito benissimo quello che mi ha detto ieri mattina. Ero svenuta, d'accordo. E non so come io abbia potuto capire e addirittura ricordare. Ma é andata così. Ed ora mi sembra assolutamente ridicolo far finta di niente. E, in aggiunta, é contraddittorio che non si sia nemmeno fatto vivo per verificare che mi fossi ripresa.
Da ora in poi ti proteggeró io, bambina. Ed il mio cuore si é sciolto. Ma poi mi é arrivata addosso un'incudine: ha fatto finta di niente ed é scomparso. L'indifferenza uccide. Mai come adesso potrò affermarlo con sicurezza.
"Va bene, Nate. Stai pure zitto. Ho sbagliato io a venire qua. Buonanotte". Faccio per alzarmi. Di nuovo. Ma vengo trattenuta. Di nuovo. Se vuole che resti qui, non può semplicemente smetterla di fare di testa sua? Diavolo, non lo capirò mai.
"No, d'accordo. Te lo dico. Ma non andare via" mi supplica. Resto imbambolata a fissarlo. Sembra davvero teso. Addirittura? So già che non conto nulla per te, ragazzino. Non scoprirò niente di nuovo, quando lo dirai ad alta voce. Per cui, via il dente e via il dolore. Coraggio.
"Credevo che non avessi bisogno di me. Io.. cazzo, Nora. C'è la tua famiglia. Il bed&breakfast é pieno di tuoi parenti! Era giusto così".
Ma che giustificazione di merda! Non potevi trovare una scusa migliore? "Sono passati tutti, Nate. Anche i Richmond, che avevano mille impegni. E persino quei quattro ragazzi che lavorano al pub con noi, di cui non ho mai imparato il nome!" sbotto, alzando la voce. Mi sto irritando. E mi prudono le mani per questo motivo.
Lui si morde un labbro. E.. devo trattenermi dal saltargli addosso. É dispiaciuto? Perché ha tutta l'aria di esserlo. Chissà.
"Ti chiedo scusa. Posso rimediare?".
Il suo tono mi scioglie. È inutile, non riesco a dirgli no. Non riesco neppure ad arrabbiarmi ulteriormente! Ma che mi succede? Mi sono rammollita così tanto? In ogni caso, mi ritrovo ad annuire.
Nate mi scosta una ciocca di capelli dal viso e la fissa dietro all'orecchio. Senza distogliere il contatto visivo, mi domanda come sto. Di nuovo. Me l'ha già chiesto, appena sono entrata. Ed il fatto che abbia posto di nuovo la stessa domanda fa intuire che non si sia bevuto la mia bugia. No, non sto bene. Sto una vera merda.
Io scuoto soltanto la testa. Non voglio parlare, perché ho la terribile sensazione che io stia per scoppiare a piangere da un momento all'altro.
La sua mano si sposta dai capelli al viso. Le nocche sfiorano appena la mia guancia. Eppure, questo tocco così delicato é sufficiente per mandarmi a fuoco. Mi ritrovo a serrare le gambe, pur riconoscendo che non é la situazione migliore per eccitarsi. Sono nella sua camera e seduta sul suo letto. Potrebbe finire male.
"Da ora in poi ti proteggeró io, bambina".
Fermi tutti. Il cuore ha cominciato a martellare rapidamente nel petto. Tum tum. Tum tum. Con questo silenzio sono convinta che si possa addirittura sentirne il battito. L'ha detto veramente? É impossibile. No, dai. Sto sognando. Non ci sono dubbi. Non può essere. É assurda solo l'idea che possa ripetere la stessa frase. Stesse identiche parole, poi.
Notando la mia meraviglia - segnata sicuramente dagli occhi sbarrati - Nate sorride. "Sì, Nora. Mi hai già sentito dire questo. E scusa anche per la bugia".
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Cuore
RomanceLe difficoltà fanno crescere in maturità, forza e determinazione. Nora non ha paura, ha una mira fenomenale e sa sparare persino meglio di suo padre. Fosse per lei, non se ne sarebbe mai andata di casa. Eppure, é costretta. La situazione peggiora gi...