NORA
Le sue braccia mi circondano il collo in pochi istanti. Il suo profumo, così familiare e rassicurante, mi invade le narici. Spettino i capelli boccolosi, notando ancora una volta quanto siano morbidi.
"Mi sei mancata, Elly" cinguetta lei, accoccolandosi ancora di più contro il mio petto. Mi ritrovo a sorridere tra me e me, imbambolata a fissare i lineamenti delicati della mia sorellina. Diavolo, cresce più velocemente di quanto sembra. Pensare che stia per terminare il secondo anno delle scuole medie.. mi fa sentire molto vecchia. Troppo, dannazione. Il tempo corre, rapidissimo, senza che si possa fare qualcosa per fermarlo. E, senza che ce rendiamo realmente conto, i mesi passano e si diventa grandi. Grande, come é ormai il fagottino rosa che tenevo stretto a me, tredici anni fa. Buffo rendersi conto che la posizione sia ancora la stessa.
"Anche tu mi sei mancata, Eve. Mi dispiace di non essere passata per tre giorni. Mi hanno incastrata con doppi turni, al pub" mi giustifico, sentendomi davvero in colpa. Dopo lo shopping compulsivo di lunedì - e l'uscita con Nate la stessa sera - sono stata risucchiata dal mio lavoro. I Richmond avevano degli impegni di famiglia che li hanno tenuti lontani per qualche giorno. E, così, sono riuscita a passare dai miei fratelli soltanto oggi, di venerdì. Per lo meno mi sono guadagnata sabato e domenica liberi.
Lei si stacca da me, mostrandomi il suo sorriso a trentadue denti. "Domani sera vado ad un pigiama party". Oh, diamine. Inizia presto. Per lo meno non mi dice che va ad ubriacarsi! Potrebbe andare peggio, in fondo. Devo essere contenta per lei, che é riuscita ad ambientarsi senza troppi problemi. Ah, se solo fossi come lei. Socievole, estroversa. Se solo non avessi il costante terrore di un attacco di panico, magari potrei farmi anche delle amicizie. Senza attrazione fisica, possibilmente. Senza il pericolo di vedersi negato un orgasmo così tanto desiderato.
Okay, non é il momento di ripensare a quella serata. "Sono contenta, Eve. Hai già chiesto a zia Pam e zio Abel, vero?".
Annuisce. "Mh-mh, anzi, loro conoscono bene i genitori di Hannah".
Proprio in quel momento, Earnest entra nella stanza. Ma é cresciuto anche lui? Basta alzarsi, nanetto. Sei già uno spilungone, non esagerare con l'altezza!
"Giorno, sorellina. Non ti avevo sentita arrivare" si siede al mio fianco, salutandomi con un pugno amichevole sulla spalla.
"Ciao, Earny. Sono un po' in anticipo, perché stasera inizio il turno un po' prima" spiego.
Lui guarda distrattamente l'orologio che indossa al polso. "Hai tempo per accompagnarmi a comprare una cosa?" chiede, sembrandomi un po' troppo imbarazzato. Pff, probabilmente mi sbaglio. Le solite inutili congetture.
Eveleen sembra risvegliarsi. "Shopping? Vengo anche io!" esclama.
Ma lui la interrompe. "No, Eve. É una cosa che devo fare solo con Nora". Oh, davvero? Allora c'è davvero qualcosa di strano, in questa storia.
Aggrotto le sopracciglia, cercando con lo sguardo gli occhi di mio fratello. Lui sembra supplicarmi di accettare. "D'accordo, Earny. Andiamo. Torno a salutarti dopo, Eve".
Guido lungo la strada principale del paese. Mi ha detto di andare in centro, senza aggiungere altro. Picchietta con le dita sul finestrino dell'automobile. È nervoso?
"Senti, nano, vuoi dirmi che sta succedendo? Dove stiamo andando?".
Lui, in risposta, si lascia scappare un sospiro. "Se te lo dico mentre guidi, sorellina, ci schiantiamo. Accosta".
Metto la freccia a destra e rallento in un attimo. É così grave? Spengo addirittura il motore, per essere libera di voltarmi e guardare mio fratello negli occhi. Si passa una mano tra i capelli, prendendo tempo.
E poi, sgancia la bomba. "Mi servono dei preservativi".
Oh, cosa vuoi che sia. Pensavo a qualcosa di più traumatizzante. No, okay. Non credo di aver capito bene. "Fai sesso, Earnest?".
"No, mi servono per fare i gavettoni. Ma io dico, Nora, dove hai il cervello?".
Mi sento svenire. Mio fratello ha una vita sessuale più attiva della mia? Di bene in meglio. Ma non devo cambiare argomento. "Hai già.. avuto la tua prima volta?".
Lui per poco non si strozza con la sua saliva. "Nora! Devo risponderti?" mi rimprovera con lo sguardo.
Annuisco. Ma certo che sí!
"Sí, ho già scopato. Quasi due anni fa. A casa mi vendevano i preservativi anche se ero minorenne. Il farmacista vicino alla scuola che frequento qui, invece, si rifiuta. Ti prego, c'è una che mi piace!".
Ha fatto sesso a quindici anni? Ma é presto! Si é appena dei bambini, a quell'età.
Deglutisco. "Okay, non me la aspettavo. Sei sicuro?".
Earnest mi ride in faccia. "Dio, sorellina. Non vado con una ragazza da due mesi e le seghe non mi bastano più, okay? Voglio un orgasmo non fai da te. Mi puoi aiutare? O preferisci che io chieda un preservativo a zio Abel?".
Scuoto energicamente la testa, un tantino sbigottita dalla sua risposta. "No, no, va bene. Ti fai le seghe?".
"E tu, non dirmi che non ti masturbi. Tutti lo fanno, Nora. Se non hai bisogno di toccarti, vuol dire che hai qualcuno disposto a farlo per te. Come stai messa, in quanto a uomini?".
Ma dove avevo la testa quando ho deciso di iniziare questo imbarazzante discorso con mio fratello?
Riprendo a guidare senza rispondere, desiderando solo che quella situazione a dir poco ridicola finisca presto.
Il resto della giornata passa rapidamente. Il farmacista mi ha guardata con malizia, mentre gli chiedevo due confezioni di preservativi. Mai più nella vita vorrei rivivere certe esperienze! Non vedo l'ora che Earnest diventi maggiorenne per poterli acquistare in autonomia.
A fine serata, mi butto sul letto sfinita. Tutti gli straordinari accumulati in questi giorni mi hanno distrutta. E anche questa sera la situazione non é stata meno impegnativa. La fila alla cassa sembrava persino più lunga del solito. Ed ora, mi scoppia la testa. Non credo nemmeno di avere la forza di togliermi i vestiti ed indossare un pigiama pulito.
Mi lego distrattamente i capelli in una crocchia alta, che non mi infastidisca durante la notte. Sto quasi per rimboccarmi le coperte, quando un chiarissimo toc toc mi risveglia.
Sbuffo, passandomi una mano sul viso. "Sono a letto, Chan. Sono esausta. Ci vediamo domani, okay?".
Nonostante il muro che mi separa dal corridoio, riesco a sentire alla perfezione una fragorosa risata che si libera nell'aria. E, posso giurarlo, non é quella di mio cugino. La riconoscerei.
Proprio come riconosco quella che sto sentendo.
"Bambina, posso giurarti che non siamo cugini, visto come mi hai slacciato i jeans l'altro giorno".
Hei, fermi tutti. Non mi sarò eccitata solo per questa allusione sconcia, vero? Stringo le cosce, tentando di frenare l'improvvisa voglia di orgasmo. Non é il momento. Sono stanca e dovrei riposare. Fine.
"Porco!" sbraito, sperando di porre fine a quella imbarazzante conversazione.
Ma lui, in risposta, scoppia a ridere. "Forse non ti ricordi bene la scena, bambina. Non mi risulta fossi io, l'unico eccitato. Hai bisogno che ti rinfreschi la memoria?".
Sì, diamine. Ma questa volta, almeno, concludiamo qualcosa!
"No, ragazzino. E smettila di urlare nel corridoio!".
Bugia, bugia immensa! Sfonda quella porta, Nate, e poi entra a sfondare me.
Ride di nuovo. "Buonanotte, bambina. E se avessi bisogno di sfogare la tua eccitazione, per lo meno vedi di farlo pensando a me".
Resto ad ascoltare il rumore dei suoi passi che si allontanano. Come ha potuto sapere che le mie mutandine sono ormai bagnate fradicie? Che sia eccitato anche lui? Adesso mi alzo, lo rincorro e mi faccio sbattere al muro. No, okay, d'accordo. Spengo la luce e vado a dormire. Dopo essermi stuzzicata a sufficienza il clitoride, come minimo. Buonanotte, Nate. E buona masturbazione anche a te.
STAI LEGGENDO
Cuore
RomanceLe difficoltà fanno crescere in maturità, forza e determinazione. Nora non ha paura, ha una mira fenomenale e sa sparare persino meglio di suo padre. Fosse per lei, non se ne sarebbe mai andata di casa. Eppure, é costretta. La situazione peggiora gi...