Capitolo 25

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NORA

Ancora non posso credere che sia successo veramente. Sono le bestie che, tipicamente, ricorrono alle mani per ottenere ciò che vogliono, essendo incapaci di comunicare a parole. Sono gli scagnozzi mafiosi a sferrare colpi decisi con l'unico scopo di distruggere il proprio avversario. In ogni caso, animali. Una persona definibile tale non si abbasserebbe mai a tanto. Non farebbe sgorgare il sangue dal naso dell'altro.

Eppure, ero piuttosto convinta di essere andata a letto soltanto con persone intelligenti e mature. Perfetto. Mi sbagliavo di grosso. Perché adesso i due ragazzi in questione sembrano delle bestie al macello. Sí, anche perché sono ricoperti di sangue. Soprattutto perché sono ricoperti di sangue.

Cammino decisa nella loro direzione, ringraziando mentalmente Channing di avermi accompagnata a verificare dove si fosse cacciato Travis. I miei genitori lo aspettano per partire verso casa, ma ora credo che dovranno ritardare di qualche minuto. In ogni caso, da sola non sarei mai riuscita a separarli. Ho visto come si azzuffavano. Non avrebbero smesso per una mia semplice imposizione.

Quando li raggiungo, alterno tra Trav e Nate lo sguardo glaciale più severo che sono in grado di riprodurre. I due se ne stanno appoggiati al muro, ansimanti ed esausti. E continuano a minacciarsi con lo sguardo.

"Vai a lavarti" mi rivolgo al mio ex ragazzo "I miei ti stanno aspettando. Ti chiamerò quando vorrò parlarti". La mia fermezza lo spaventa, é logico. Gli ho praticamente detto che non ci sentiremo finché non ne avrò voglia. E che deciderò io quando potrà ritenersi perdonato. Non so come siano arrivati a questo punto, ma su una cosa sono certa. Quando si passa alle mani, nessuno ha più ragione. Ed io non metto mai in discussione i miei punti fermi.

Travis cerca di ribattere. "Nora, aspetta..".

Ma io lo interrompo. "Non fiatare".

Faccio segno a Channing di seguirlo, rendendomi conto solo troppo tardi che sto morendo dalla voglia di sbraitare contro Nate. Non può detestare mio cugino e prendere a botte il mio ex. Con me non funziona così. Ho il brutto presentimento che il tutto si sia scatenato da lui. In fondo, non so niente della sua vita. Al contrario, posso affermare di conoscere alla perfezione Travis. Non é mai stato un tipo violento, ma era sempre al primo posto quando si trattava di reagire alle provocazioni.

Quando i due scendono dalle scale, incrocio le braccia al petto e mi volto a fissarlo. É illegale trovarlo sexy anche sporco di sangue? Merda, potrei baciarlo all'istante. Ma devo mantenere un certo contegno. E poi sono incazzata nera!

"Scusami" afferma lui, lasciandomi completamente impreparata. Accidenti, mai avrei scommesso che si sarebbe scusato. Immaginavo già la fatica che avrei fatto a cavargli la parola magica di bocca.

Faccio una smorfia. "Credi di potertela cavare con così poco?".

Lui scuote la testa. "No, però volevo dirti che mi dispiace".

Mi ha lasciata senza parole? Forse. Devo perdonarlo immediatamente? No, questo no. Quindi faccio finta di niente. "Ti dó una mano a sciacquarti" propongo, incamminandomi verso la mia stanza senza aspettare risposta. La sua sarebbe stata anche più vicina. Ma è chiaro che non reggerei alla vista del suo letto senza obbligarlo a fare il secondo round. 

Nel mobiletto del bagno dovrei avere acqua ossigenata e cotone. Li recupero in un istante, raggiungendo il ferito che si é accomodato a piedi del letto. Bravissimo, mettiti comodo. Perché non la scamperai liscia.

Imbevo un batuffolo di disinfettante e lo tampono sul suo viso, concentrandomi in modo particolare sul taglio al labbro e su quello al sopracciglio. Merda, non avevo tenuto in considerazione di dovergli stare così vicina. Sto per diventare pazza a furia di impormi controllo per non saltargli addosso.

"Bambina?".

"Mh-mh".

Nate mi prende delicatamente il polso e lo allontana dal suo volto. "Lascia stare qua, é tutto a posto".

Ridacchio. "Due tagli in faccia ed é tutto a posto?".

Lui scrolla le spalle, visibilmente disinteressato. "Voglio spiegarti".

Ah, si? Questa é bella. Chissà quale sarà la scusa architettata per l'occasione. Sono certa che sentirò una storia così assurda che mi sembrerà una barzelletta. Per lo meno, so che mi farò una risata.

"Ci siamo picchiati per te" continua lui. Come, scusa? Quando dicevo che sarei rimasta sorpresa, non intendevo fino a questo punto. Dai, sul serio. Mi prende per il culo?

Mi siedo al suo fianco ed incrocio le braccia, sollevando le sopracciglia in una espressione stupita. "É uno scherzo?".

Gli angoli delle sue labbra si piegano all'insù. Accidenti, quanto é bello. Persino con un po' di ammaccature. "No, Nora. Mi ha chiesto di parlare. Ed ha fatto capire che devo tenermi ben lontano dalla sua ragazza. Vorrei capire come stanno davvero le cose, per favore". 

Chiudo gli occhi ed un sospiro sfugge incontrollato dalla bocca socchiusa. Il rumore dei miei pensieri, in questo momento, è così alto che mi sta facendo venire il mal di testa. Pum pum pum. Mi sta distruggendo.

"E perché tu dovresti prenderlo a pugni perché lui ti dice di starmi lontano?". Non ci sto capendo nulla. Non siamo nel medioevo dove ci si sfidava a duello, diavolo. Non per una ragazza, poi.

"Perché sei venuta a letto con me, bambina". Bene, fin qua niente di nuovo. Oh, aspetta.

"E questo ti fa credere che io debba essere tua?".

Nate sghignazza. "Mi fa credere che tu non sia sua".

Non fa una piega. Dannazione, non fa una piega! Nemmeno una minuscola ed insignificante. Ma io non posso lasciargli credere che sia così. Perché in fondo, non ho lasciato Travis per cercarmi un ragazzo che fosse come lui. Una testa di cazzo.

Mi alzo in piedi. "Ti metto dei cerotti cicatrizzanti" annuncio, sparendo al di là della porta del bagno. Mi appoggio con le mani al mobiletto, imponendomi di respirare. Il riflesso nello specchio non si può dire che sia dei migliori. Sono sconvolta, senza ombra di dubbio. Non so da che parte voltarmi, cosa fare, cosa dire, come comportarmi. Credo che la cosa migliore sia fare finta di niente. Sì, credo proprio di sí.

E così mi ritrovo del tutto rilassata - o quasi - a tentare di applicare al meglio i cerotti. Il taglio sul sopracciglio é il più marcato,  ma Nate tiene gli occhi chiusi. E questo é un bene. Così vicino, altrimenti, sarebbe stato un grosso problema per il mio autocontrollo.

Grosso problema che non tarda ad arrivare. Nell'istante in cui mi sarei dovuta concentrare sulla cura del taglio al labbro, infatti, vado in iperventilazione. Sarà che devo toccargli la bocca - che, merda, mi manca da impazzire - ma mi sembra di avere le gambe fatte di gelatina.

Deglutisco, imponendomi di pensare ad altro. Perché so già che se dovessi immaginarlo dentro di me.. sarebbe la fine. Mi concentro sulla mia banale attività concentrandomi al massimo. Non credo di aver mai impiegato tante forze per applicare un semplice cerotto.

Terminato il mio incarico, mi complimento mentalmente con me stessa per l'autocontrollo dimostrato. Ed é proprio ora che, troppo preoccupata a gongolare per il successo, commetto l'errore fatale.

Lo guardo negli occhi. Ed il tempo si ferma. Sento la lancetta dei secondi ticchettare nell'orologio sulla parete, ma io sono come immobilizzata. Congelata. Paralizzata. E non posso dire che la cosa mi dispiaccia più di tanto.

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