NATE
Inutile dire quanto io ami le vacanze inaspettate. Okay, in questo caso me le sono meritate a pieno. A causa degli impegni dei Richmond, ho raddoppiato i turni, questa settimana. Come tutti i dipendenti. Ed ora non mi resta che godermi un weekend di relax, con l'aggiunta del lunedì - giorno di chiusura. Tre giorni senza lavorare? Ma io dico, sto sognando? Eppure, a mezzogiorno del sabato sono ancora a letto. Non potrebbe essere altrimenti.
Mi scopro, sentendo troppo caldo. Il sole picchia dalle finestre, senza che ci sia una tenda a filtrarne i raggi. Mi rigiro nel letto, ormai completamente riposato. E beandomi ancora del post orgasmo, seppur fai da te, mi incanto a fissare il soffitto. Toccarsi pensando a Nora é stato... paradisiaco. Ogni volta le emozioni sembrano più intense. Ma é sempre la mia mano! Assurdo. Avere assaggiato la bambina, però, mi ha reso ancora più voglioso. Se é possibile esserlo.
Grugnisco, decidendo finalmente di alzarmi. Solo per il brontolio dello stomaco, sia chiaro. Mi lascerei cullare dal calore delle coperte ancora per molto. Metto un piede fuori dal lenzuolo, tastando il pavimento alla ricerca delle pantofole.
In cucina non c'è nessuno. Sul fuoco, però, bolle una pentola d'acqua. Segno che qualcuno si é alzato da poco e si sta preparando la colazione. Tanto di guadagnato, penso. C'è acqua in abbondanza, anche per me. Posso rubarne una parte per il mio the. Abbasso il fornello fino a spegnerlo, sposto il pentolone dal gas e mi aiuto con un mestolo a versarne nella mia tazza. Proprio mentre la bustina con l'infuso si impregna di acqua - e spinge verso il fondo - Nora fa capolino dall'ingresso.
Profuma. Di buono. Ha i capelli umidi arricciati lungo la schiena. Una felpa larga e lunga. E le gambe nude. Ma indossa i pantaloni? Vorrei controllare.
Mi porto un biscotto alle labbra, mordendone un angolo. Buono. Sarà sicuramente opera delle mani raffinate di Linda. Mmm, finirei volentieri tutto il vassoio.
"Se avessi saputo che li avresti assaggiati, li avrei nascosti meglio. Giù le mani, ragazzino. Non sono per te".
Cosa? Non credo di aver capito. Impossibile che Miss Richmond abbia preparato dei dolci su cui la bambina sexy esercita il controllo! Che storia. Nora l'ha corrotta?
Ridacchio. "Lavoro qui da più tempo. Sono più miei che tuoi. Taci, bambina".
Mai dire ad una tigre di chiudere la bocca. Mi strappa il biscotto dalle mani, proprio quando i denti stanno per morderne un altro pezzo. Che ingiustizia!
I suoi occhi, se potessero, mi lancerebbero frecce infuocate. "Ti ho detto che non sono tuoi. Non spreco il mio tempo per uno stronzo. Ah, mi hai anche preparato il the? Gentilissimo".
Si porta la tazza alle labbra, dopo aver rimosso la bustina in infusione. Una smorfia si dipinge in pochi attimi sul suo viso. "Bleah, non l'hai zuccherato?".
Credo di essere sotto shock. Ha preso il delizioso biscotto di Linda che stavo addentando. E mi ha rubato il the e lo sta bevendo, lamentandosi per l'amarezza. "Non mi piace dolce. E si dà il caso che quello sia il mio the. E quello il mio biscotto" mi difendo, stringendo gli occhi.
Lei scoppia a ridere, senza darmi neanche il tempo di capire che sta succedendo. "Credo tu abbia frainteso, ragazzino viziato. Mamma e papà ti hanno insegnato a chiedere le cose, prima di prenderle? Quei biscotti li ho preparati io. E anche l'acqua per il the. Non sono tuoi".
Deglutisco. Okay, è decisamente la donna giusta da sposare. Scopare, volevo dire. È sexy da impazzire - soprattutto con una felpa lunga e le gambe nude - e sa cucinare e sparare. Ne esiste un'altra così, al mondo? Ho i miei dubbi.
Eppure, questa volta l'eccitazione passa in secondo piano. Mi tremano le mani e in testa scoppia un martello pneumatico. Mamma e papà non mi hanno insegnato a chiedere le cose, prima di prenderle? Papà no di certo. E mamma.. probabilmente sí. Sí, ne sono certo. Ma non me lo dice da molti anni, ormai. Me lo sarò dimenticato.
Senza aggiungere una parola, la raggiungo. Le sono davanti, incombo su di lei. Sono certo di avere anche uno sguardo piuttosto minatorio, in realtà. Non mi importa. Non mi importa di nulla. Io avrò anche assaggiato i suoi biscotti e preso il suo the, ma lei ha osato mettere in discussione la mia educazione per delle sciocchezze. È evidente che le nostre accuse non stiano sullo stesso piano. Io non ho offeso nessuno.
I suoi occhi si spalancano. Darei qualsiasi cosa per capire cosa le passa per la testa, in questo momento. Darei davvero qualsiasi cosa. Sembra spaventata? Imbarazzata? Eccitata? Io non lo so. So solamente che sono molto arrabbiato. Ed ora, a questa distanza, anche eccitato. Perché l'ho fatto? Merda. Che completo idiota.
Deglutisco, beccando lei fissare il movimento del mio pomo d'adamo. Quando socchiude le labbra, sono certo di non capire più niente. Mi gira la testa, mi fa male lo stomaco. Sto morendo? Quanto é bella. Il verde dei suoi occhi, in questo momento ancora più grandi del solito, brilla di luce propria. E ci giurerei: ha le pupille dilatate. E a me si é dilatato qualcos'altro. Merda, merda, merda. Meno male che dovevo essere arrabbiato! Dall'erezione incombente non si direbbe proprio. Voglioso di sesso selvaggio? Decisamente più adatto.
Si morde un labbro. E non avrebbe mai dovuto farlo. Perché ora ho una voglia matta di fare la stessa cosa! Con il suo, ovviamente. E di assaporarlo per bene.
Faccio un ulteriore movimento in avanti. La schiaccio contro il tavolo, trattenendomi a stento dal farla sedere lì sopra e infilarmi tra le sue gambe.
Solleva lo sguardo verso di me. Sembra combattuta, indecisa. Lo fa oscillare tra le mie labbra ed i miei occhi. Baciami, bambina mia. Perché non sto aspettando altro.
E invece, lei devia la testa verso la parete. No! Guardami, creatura. E poi solleva una mano a mezz'aria. Vuole toccarmi? Sì, puoi farlo. Fallo. O vuole respingermi? In questo caso non farlo.
Ma la mano viene lasciata ricadere. Senza aver fatto nulla. E resta a fissare la parete. Non c'è niente di così interessante lì, bambina. Sono molto più interessante io!
Mi lascio scappare un sospiro. Le sono stato così vicino soltanto qualche giorno fa. E non che sia successo qualcosa in particolare, in quell'occasione. Eppure, ora che la percepisco di nuovo incollata a me.. non posso non ammettere che mi sia mancata da impazzire. Soltanto sentire battere il suo cuore mi rende sereno. In pace. Potrei addormentarmi, se solo non avessi un'erezione terrificante che pulsa nei pantaloni. Ma questo é un altro discorso.
Non credo di aver mai desiderato così tanto andare a letto con una ragazza. Che poi, letto. Va bene anche il tavolo della cucina. Non sono così schizzinoso. In ogni caso, mi intriga. É piccola, delicata. Sexy da impazzire. Va in giro con le felpe lunghe e le gambe nude. E una pistola nella borsa. Chi non vorrebbe sbatterla contro un muro? Io sono così vicino a lei che mi basterebbe allungare il viso e baciarla. Ed ho paura di farlo! É assurdo. Con Wendy é bastato uno sguardo. Due minuti dopo eravamo nello sgabuzzino, lei in ginocchio con il mio pene in bocca. Ed io in preda ad un orgasmo rapidissimo. Con Nora non é nemmeno pensabile. Mi tiene testa, mi sfida. Non ho la certezza che si lasci toccare. Forse al capanno l'avrebbe fatto. Ma ora? Ho paura di essere rifiutato. Una paura matta!
D'un tratto, i suoi occhi tornano nei miei. Più svegli, più infuocati di prima. Più belli ancora. E dannatamente vicini. Parlano, quegli occhi. Dicono molto più di quello che sembra possibile possano dire. Ed ora mi stanno implorando di fare qualcosa. Però se sbaglio ad interpretare non me ne prendo le responsabilità.
Le metto una mano sul fianco. E la sua é sul mio petto in pochi secondi. Le dita affusolate stringono il tessuto possessivamente. E mi tirano più vicino. Ed io mi lascio guidare.
A pochi millimetri dal suo viso, sono ormai certo che sarà il bacio più bello della mia vita. L'attrazione é così tanta che é diventata palpabile. Gli occhi sono incollati, le labbra socchiuse e impazienti. E le mani tremano per l'emozione.
"Ti sto per baciare, bambina".
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Cuore
RomanceLe difficoltà fanno crescere in maturità, forza e determinazione. Nora non ha paura, ha una mira fenomenale e sa sparare persino meglio di suo padre. Fosse per lei, non se ne sarebbe mai andata di casa. Eppure, é costretta. La situazione peggiora gi...