Capitolo 17

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NORA

Quando apro gli occhi, la prima cosa che faccio é controllare l'orario. E per poco non mi viene un infarto. Le quattro del pomeriggio? Ho dormito un'infinità di tempo!

Mi metto seduta, sistemando meglio i cuscini dietro la schiena. Oggi mi sento davvero meglio. É lunedì, in teoria domani dovrei tornare a lavorare. Ma so per certo che i Richmond me lo impediranno. Eppure, credo di stare bene. Non é la prima volta che vengo aggredita. Anche se questa é stata la più violenta - sono andata davvero vicina ad uno stupro - non é il male fisico a preoccuparmi. Ma quello emotivo.

Tutti mi stanno accanto. Sono venuti addirittura i miei genitori, dannazione. Mamma e papà sono qui! Sono rimasti piuttosto scioccati dal fatto che lavoro in questo posto. So che non mi hanno chiesto ancora niente a riguardo, ma che lo faranno a breve. Ed io sto già preparando le risposte. I miei fratelli oggi sono stati obbligati ad andare a scuola, sebbene volessero restare. Che testardi, proprio come me. Ho dovuto rassicurarli più volte prima di lasciarli andare. Josephine mi é passata a trovare, anche ieri sera. É stata carina. Mi ha portato una tisana che era la fine del mondo.

E, notizia bomba, insieme ai miei genitori mi sono ritrovata qui anche Travis. Travis, diamine! Appena l'ho visto, tutto il dolore é sfrecciato via. E gli sono letteralmente saltata addosso. Averlo qui con me mi rende più serena. Sarà che mi sa stare accanto come nessun altro é in grado di fare, ma ho bisogno di averlo con me. Abbiamo chiacchierato a lungo, come non facevamo da tempo. E mi sono persino dimenticata dell'aggressione. Incredibile. Mi ha accarezzato i capelli, aspettando che mi addormentarsi. Roba da non credere. Travis è qui da me! Se fosse successo un mese fa, non avrei potuto chiedere di meglio.

Ora, invece, posso chiedere di meglio. Eccome se posso! D'accordo, Trav mi fa stare bene. Ma non faccio altro che chiedermi perché lui non sia ancora passato a trovarmi. Dov'è finito?

Mi incanto ad osservare un passerotto posato sulla finestra. Il piumaggio, tra il grigio e il marrone, sembra essere formato da piume morbidissime. In un secondo, l'animale spicca il volo. E scompare dal mio campo visivo.

Al contrario, il mio primo grande amore fa capolino da dietro la porta. "Sei sveglia?" mi sorride, venendo a sedersi sulla poltrona accanto al mio letto.

Mi sforzo di ricambiare il sorriso ed annuisco. "Ho dormito moltissimo".

"Ne avevi bisogno. Come stai?".

Scrollo le spalle. "Mi sento bene, Trav. Grazie per essere qui" lo ringrazio, sentendomi realmente in debito per tutte le attenzioni che mi sta dedicando. Non lo starò illudendo che tra noi possa funzionare di nuovo, vero?

"Sono esattamente dove vorrei essere, zuccherino".

Okay, forse gli sto dando delle speranze. Che non verranno mai realizzate! Diavolo, non posso farlo soffrire per l'ennesima volta. Devo essere davvero senza cuore per tendergli un'ulteriore trappola. In cui é così facile cascare, oltretutto.

"Lo so, eppure sento che ti sto togliendo tempo prezioso che potresti dedicare al tuo lavoro".

Lui scuote la testa. "Tu sei preziosa, Eleanor. Un gioiellino. Ti chiamo i tuoi?". Ecco, Trav é una delle poche persone che insiste per chiamarmi con il mio nome di battesimo. Per quale motivo lo faccia, poi, devo ancora capirlo. Sa che lo detesto, ma credo che gli piaccia sapere di essere l'unico ad avere quel privilegio. Dopo Eve, che però si limita ad un grazioso diminutivo.

Mamma e papà entrano nella stanza. Lei sembra stare meglio rispetto a ieri. L'ho trovata davvero distrutta. Il fatto che io sia stata aggredita anche lontana da casa - e quindi lontana dagli scagnozzi di papà - non riesce a farla stare tranquilla. Lui, d'altro canto, sembra infuriato.

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