Capitolo 4

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"Ti prego no"
"Non hai scuse, alzati" 
"Ti preeeego no, mamma ti prego no" 

Ecco cosa succede ogni volta che mia mamma mi chiede di partecipare a qualche attività per persone sociali come lei mentre io vorrei solo stare nel letto tutto il giorno a non fare niente se non guardare serie tv e fissare gif di Harry Styles che scoppia a ridere per l'eternità.

"Rebecca devi andare a scuola, alza quel tuo culo e muoviti che sei già in ritardo , tuo fratello è uscito di casa almeno mezzora fa" dice lei strappandomi le lenzuola di dosso un po come Harry nel video di Perfect lasciando che il mio corpo subisca l'orribile impatto con l'aria gelida della mattina.

Mi alzo sbuffando e mi infilo una felpa a caso pulita e un paio di leggins comodi, oggi è una di quelle mattine in cui non riuscirei a infilarmi un paio di jeans attillati neanche se mi puntassero una pistola in fronte, ci sono giorni per certi tipi di ragazze in cui l'unica cosa che vogliono indossare è un paio di pantaloni della tuta comodi e rovinati.

Ovviamente non mi trucco nè mi pettino, non ho tempo per quello, a malapena riesco ad afferrare una fetta biscottata prima di cominciare a correre verso la fermata dell'autobus, ecco come mi piace iniziare la giornata, di corsa e ansimando, sì proprio bello.

Corro cercando di non pensare al fatto che posseggo delle gambe lunghe ma inutili ed impacciate, okay mancano solo due minuti e tre isolati per arrivare, posso farcela?
Okay, forse perfino Ariana Grande su un paio di tacchi venticinque arriverebbe prima di me ma ci devo riuscire.

Continuo a correre ansimando come un asmatico fino a intravedere in fondo alla strada la mia fermata e l'autobus fermo lì con le quattro frecce, okay Rebecca ora devi passare da ragazzina anti sport a Bolt in meno di trenta secondi, corro sentendo i miei polmoni bruciare insieme alle mie gambe ed arrivo vicinissima al autobus finchè succede una delle mie preferite rappresentazioni concrete della mia vita insieme alle gioie.

Non appena mi avvicino il giusto per sfiorarle esse corrono via ridendo di me esattamente come l'autobus che mi ha appena chiuse le porte in faccia lasciandomi a piedi.
Grazie vita.



"Oh dio sembra che qualcuno ti abbia preso a schiaffi stamattina, fai schifo" Dice Ashton non appeno arrivo con il fiatone accaldata e con i capelli arruffati per colpa del vento che c'è in metropolitana la mattina.
"Grazie, davvero, oltre ad avermi lasciato a piedi sia ieri che oggi hai anche il coraggio di prendermi in giro? Vaffanculo" dico io mentre riprendo fiato appoggiata al mio armadietto mentre un paio di studenti ci guardano curiosi o meglio guardano Ashton Irwin curiosi.

Il biondo sorride leggermente prima di porgermi un sacchetto bianco con la sigla della pasticceria qui accanto ed io lo afferro famelica, del resto quella fetta biscottata dopo l'incredibile corsa che ho fatto stamattina non basta per saziarmi.

"Saccottino al cioccolato fondente, il tuo preferito, ora per favore non fare come l'altra volta in cui ti eri arrabbiata con me ed avevi cercato su internet come creare una bambola voodoo" dice lui mostrandomi le fossette e il suo tipico faccino da scusami sorella per averti lasciato a piedi non picchiarmi, grazie.

"Ti perdono solo per il saccottino, ci si vede dopo le lezioni al parcheggio, non ti azzardare a lasciarmi a piedi, ieri un tipo sulla metropolitana a fatto beatbox con le puzzette, è stato orribile, anche se non era male la cover di Justin Bieber" dico e mio fratello mi guarda confuso prima di scuotere la testa dispiaciuto.

"Ho i miei primi allenamenti di calcio dopo, potresti prendere l'autobus" dice lui ed io scuoto la testa mentre addento il saccottino ripieno di cioccolato.

THE SECOND// 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora