THE SECOND// 5SOS

Capitolo 6

Al mondo ci sono principalmente due tipi di persone al mondo, una selezione naturale che viene fatta nei primi anni di vita quando ancora si è un poppante incapace di parlare, veniamo divisi in due gruppi e una volta inseriti in essi è impossibile cambiare categoria.

La prima categoria riguarda quel tipo di persone che hanno il dono dell'equilibrio, non cadono mai, ogni volta che inciampano hanno i riflessi talmente pronti che riescono a non far atterrare il loro naso sull'asfalto, vedono sempre le radici maledette, non scivolano mai nei corridoi bagnati e se volessero potrebbero tranquillamente camminare su un filo sospeso a quaranta metri di altezza senza paura.

E poi c'è la seconda categoria, ovvero quelli che basta un filo di vento per farli cadere, un secondo di distrazione per farli cadere rovinosamente al suolo, soggetti che riescono ad abbracciare il pavimento anche da fermi, un certo tipo di persone che potrebbero andare anche al Partenone e in mezzo alle rocce non vederne una singola e ritrovarsi stesa al suolo con attorno a se un gruppo di turisti pronti a fotografare la caduta della disgraziata.

Se qualcuno non ci fosse arrivato la ragazza senza equilibrio e propensa alle peggiori figura di merda sono io, io sono il leader della categoria, sono l'unica ragazza in grado di cadere anche appena sveglia, l'unica in grado di fare figure di merda pure con i propri idoli, proprio io.

"Beh, poteva andare peggio, alla fine è solo un brutto ed enorme livido sul ginocchio" dice Michael sorridendomi leggermente mentre mi passa del ghiaccio dal suo frigorifero, io annuisco mentre appoggio la busta ghiacciata di prezzemolo sul mio livido violaceo.

"Non è ancora finita la giornata, non mi sorprenderei se cadessi sulle scale di casa tua" dico alzando le spalle e il ragazzo ride leggermente prima di soffermarsi a guardarmi le gambe scoperte, mi sono fatta prestare un paio di pantaloncini di mio fratello per poter tenere il ghiaccio sul ginocchio.

"Dunque, ragazza con poco equilibrio, cosa hai intenzione di fare oggi nella mia umile dimora?" Chiede lui indicando la sua enorme casa, è quasi tutta in legno ed è molto moderna, ha due piani e ho visto solo il primo, pensavo avesse una casa disordinata come lui ed invece non ho mai visto un salotto così ordinato e curato, sembra quello delle case delle bambole quelli dove i mobili non possono essere spostati e rimangono in perfetto ordine, forse Michael vive in una casa delle bambole, forse Michael è finto, effettivamente sembra troppo bello per esser...
"Hey Rebecca, ci sei o sei tra le nuvole come al solito?"

Devo smetterla di farmi dei viaggi mentali in presenza di altre persone, mi potrebbero scambiare per pazza... okay forse lo sanno già.

"Si scusa, cosa mi stavi dicendo?" Chiedo io appoggiando la busta dei piselli sul tavolo e lui sorride dolcemente, strano, in genere quando faccio così con mio fratello lui alza gli occhi al cielo e mi dice che sono stupida prima di andarsene irritato, ma Ashton è un ragazzo mestruato, un caso a parte insomma.

"Stavo dicendo, cosa ti va di fare? I miei non ci sono fino all'ora di cena, possiamo fare tutto quello che vuoi" dice con quel sorriso tenero e sincero, io vi giuro che ci sto provando con tutta me stessa a non pensare male, vorrei tanto avere la mentalità sana ed ingenua come quelle protagoniste dei libri che tanto amo ma se un ragazzo mi dice queste cose nel mio cervello parte un meccanismo perverso che non credo nessuno voglia scoprire.

"Un film?" Chiedo io incerta e lui annuisce sorridendo prima di porgermi la mano ottenendo da parte mia un'espressione confusa.
"Hai un ginocchio infortunato lasciati aiutare, non vorrei vederti spiaccicata sulle mie scale, sai stasera non avevo voglia di pulire il tuo sangue dalla mia moquette" dice ed io alzo gli occhi al cielo sorridendo.
"Molto simpatico, guarda, quasi quasi batti mia zia Betsy e le sue battute sulla mungitura delle mucche" dico io e lui ride non appena rifiuto la sua mano.