Capitolo 26

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Dicono che al mondo ci siano due tipi di adolescenti, la prima categoria è composta da quelli con la sindrome di Peter Pan, ovvero quelli che non crescono, non fisicamente, possono anche essere investiti dalla pubertà e farsi crescere barba e diventare alti tre metri ma mentalmente non riescono a crescere.
Passano l'adolescenza ed il periodo del liceo senza mai prendersi nessuna responsabilità, pensano solo a divertirsi e fare il minimo dovere scolastico, sono convinti che ci siano i loro genitori per fare tutto, che loro non debbano essere adulti, tanto ci sono già mamma e papà a riparare i loro danni e fare anche il loro dovere.
Quel tipo di ragazzi che non hanno mai rifatto un letto, lavato un piatto, pulito un singolo lavandino e neanche raccolto un piccolo granello di polvere dal pavimento, sono come dei bambini rinchiusi nel corpo di adolescenti, l'unica cosa che sanno fare è evitare responsabilità.

E poi ci sono gli altri, quelli come me, cresciuti forse troppo in fretta per potersi permettere di contrarre la sindrome di Peter Pan, persone le quali sin da piccoli hanno imparato il significato di responsabilità e dovere, ragazzi i quali genitori hanno insegnato che in casa serve collaborazione e che loro non sono i servi dei figli, ragazzi maturi, che compiono anche cazzate, ma che sanno quando serve accendere il cervello e riuscire ad uscire dalle situazioni scomode anche senza chiamare la mamma.

Io non ho imparato dai miei genitori a diventare responsabile, anche perché mio padre non è mai stato con la mia famiglia, ha preferito separarsi da mia madre e crearsi un altra famiglia in America, mentre mia madre non ha avuto tempo per insegnarmi, prima era impegnato nel cercare di mantenere me e mio fratello e poi invece quando ha perso il lavoro ha cominciato a passare le sue ore per le vie di Londra, quelle più brutte, a cercare qualche piccola dose, di quella che lei chiama, felicità.

Dunque ho dovuto imparare tutto da solo, come rifare il letto, come preparare il pranzo, come farmi la barba, come passare l'aspirapolvere e come avviare una lavatrice, anche se più volte ho trasformato magliette bianche in rosa o giallo canarino, ma mi ha aiutato a crescere, forse anche troppo in fretta.

"Hey amore" Alzo lo sguardo verso mia madre la quale non appena arrivo in fondo alle scale mi nota e mi sorride dolcemente, è seduta sullo sgabello nero con le gambe accavallate e avvolte da lei leggeri pantaloni della tuta che le stanno enormi, ogni suo vestito è gigante, del resto è dimagrita molto in questi anni, le sue sottili braccia sono appoggiate con i gomiti sul bancone in marmo e le sue mani ossute stringono una tazza colorata con un arcobaleno, osservo come i suoi capelli mori le cadano dolcemente sulle spalle spigolose avvolte da un maglione color terra consumato per i troppi lavaggi e forse anche dal tempo.

Mia mamma è una bella donna, forse una volta era molto più bella, i suoi fianchi erano più tondeggianti e sensuali, le sue gambe più muscolose e toniche, il suo petto più gonfio e il suo viso più paffuto, ma anche con gli zigomi spigolosi e i suoi dieci chili in meno rimane una donna bellissima.
"Hai passato tutta la notte sveglia?" Chiedo avvicinandomi a lei e afferrando la tazza che ha preparato per me, quella di quando avevo sei anni, con la faccia di Mickey Mouse e piena di caffè.

"Sì, non riesco a dormire in quest giorni" Dice lei sorridendomi prima di appoggiare le sue labbra sottile sul bordo della tazza.
"Dovresti smettere di bere tutto questo caffè, non ti fa bene" Le dico con gentilezza mentre afferro un biscotto dalla confezione appena aperta.
"Sì lo so, ma meglio questo che vagare fatta per le strade, il dottore ha detto che a volte la caffeina può aiutare con le dipendenze" Annuisco prima di sorriderle.
"Ci sto provando Michael, te lo giuro" Dice guardandomi negli occhi ed io stringo la tazza nelle mani.
"Lo so mamma, oggi mi prometti che vai alla riunione della riabilitazione?" Le chiedo e lei si morde il labbro prima di annuire.
"Te lo prometto amore, però stasera ordiniamo la pizza e ci guardiamo un bel film insieme ci stai?" Chiede ed io rido prima di annuire felice di vederla così solare.

THE SECOND// 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora