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Il mio zaino era sempre lì nasconsto ed io ero sempre pronta a scappare, la finestra era bloccata e io in tutti i modi cercavo di aprirla, mi accucciai inziai a piangere, per davvero, dopo una miriade di tempo lacrime di solitudine, tristezza, rabbia e soprattutto maliconia iniziarono a liberarsi dal mio corpo.

Sentii la serratura girare e lui mi buttò un pezzo di pane sullo sporco pavimento di quella camera, non mi degnò neanche di uno sguardo, mi avvicinai presi il pane e lo divorai in men che non si dica.

Dovevo uscire un po' da quella stanza e rilassarmi, smettere di piangere, non pensare, così mi avvicinai alla porta e bussai e lui mi aprì.

"Devo andare in bagno" sussurrai, mi guardò negli occhi e vidi rabbia.

"Non piangere" sussurrò quasi ringhiò con i denti stretti; mi prese per i polsi e li strinse con una forza inimmaginabile, rimasi in silenzio mordendomi il labbro cercando di non urlare e i miei occhi pieni di lacrime incrociavano i suoi. Provai invano a liberarmi, mi mollò. Corsi in bagno ed aprii l'acqua della vasca. Mi spogliai e guardai i miei polsi violacei ed alcune vecchie cicatrici.

Entrai nella vasca dopo di che chiusi gli occhi e finalmente smisi di pensare, tutti i miei pensieri si dissolsero ed arrivai quasi ad uno stato di trans, sentii la porta aprirsi e poi un peso dietro di me, aprii gli occhi e cercai di allontanarmi, ma lui mi fece appoggiare sulla sua schiena, prese i miei polsi e li guardò.

"Scusa" mi lasciò un umido bacio sul collo, potevo sentire la sua erezione spingere insistentemente sulla mia schiena.

Iniziò con le sue grandi mani ad accarezzarmi le cosce, il ventre, i fianchi e continuò intanto a lasciarmi baci sul collo, quasi affettuosi, per un momento chiusi gli occhi e lo ammetto mi piacque, ma subito dopo ritornai impassibile.

"Devo ritornare in camera" sussurrai, poi in silenzio mi alzai, mi asciugai leggermente e mi vestii.

Lui si era irrigidito e mi continuava a fissare insistentemente.

Chiusi la porta del bagno corsi in camera mi infilai la giacca presi lo zaino e corsi verso la porta d'ingresso girai la chiave che per mia fortuna era nella toppa, vidi lui nudo sulla soglia della porta del bagno, iniziai a scendere le rampe, correndo, sentivo le sue grida che mi dicevano di fermarmi, di non scappare e che mi avrebbe ritrovata; ma non lo feci arrivai di nuovo a quel bosco continuai a correre, fino a quando vidi in lontananza una stazione, andai a fare un ticket per il prossimo treno con la destinazione più lontana possibile da questo luogo orribile e speravo che quella sarebbe stata la volta buona, che Ethan non mi avrebbe trovata, che mi avrebbe lasciata in pace una volta per tutte.

Take me away - E.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora