"Skye" sentii un contatto morbido sulla mia guancia, aprii gli occhi, Oliver era accanto a me, la sua mano tornò sull'erba ricca di rugiada, le foglie arancioni cadevano dagli alberi ormai spogli e pronti per l'inverno.
Oliver mise le sue mani dietro la testa e guardò il cielo pieno di nuvole, mi misi su un fianco e appoggiai la mia testa sul suo petto, potevo sentire il suo battito, calmo, tranquillizzante.
Rimanemmo in quella posizione per un tempo indefinito, la sua mano si posò sui miei capelli accarezzandoli, alzai la testa per guardarlo, una leggera barba stava crescendo sul suo mento squadrato.
"Vuoi tornare a casa? Si sta facendo tardi" mi guardò tenendo la sua mano sui i miei capelli.
"Si sta così bene qui" dissi chiudendo gli occhi e godendomi quell'aria pulita.
"Possiamo tornare quando vuoi, se non andiamo perdiamo l'autobus e non so a che ora passi l'ultimo" disse quasi preoccupato.
"Okay" dissi alzandomi e sistemandomi la giacca, lui fece lo stesso.
Ci incamminammo per il sentiero, mise una mano intorno alle mie spalle, prendemmo l'autobus ed arrivammo nel suo appartamento.
"Rimani qui a dormire?" quasi mi supplicò.
"Credo di sì" volevo andare da Ethan, dormire con lui, ma nonostante tutto non potevo.
"Puoi dormire nel mio letto, io dormo sul divano" mi disse, era cosi premuroso, dolce.
"Grazie Oliver, senza di te non so come avrei fatto" disse dandogli uno dei miei sorrisi migliori.
Lui venne verso di me e mi abbracciò, ricambiai subito, sembrava ne avesse bisogno, dopo qualche minuto si staccò i suoi occhi erano lucidi, una lacrima scese da essi.
"Perchè stai piangendo?" dissi accarezzandogli la testa.
"Mi sento così solo" disse con la voce spezzata.
"Anche io" risposi accogliendolo in un caloroso abbraccio ed Ethan era sempre lì che gironzolava intorno alla mia testa come una fastidiosa mosca in estate, mi diceva che mi amava, che mi desiderava, che non poteva stare lontano da me per più di un secondo.
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Take me away - E.D.
FanfictionAveva gli occhi spenti gli occhi di chi guarda il mondo con disinteresse gli occhi di chi aspetta, in silenzio, la propria fine.