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Mi svegliai, la luce colpii i miei occhi vidi un pezzo di pane vicino alla porta, non ci arrivavo, cercai di prenderlo con il piede, ma niente.

Sentivo delle voci dall'altra parte della porta.

Rimasi tutto il giorno lì, ero sudata, avevo bisogno di quella polverina che non mi faceva pensare a tutto quello che mi circondava.

Cercai di slegarmi dal letto, le corde stringevano troppo forte il mio polso.

"Ethan" sussurrai senza forze.

Rimasi a fissare il vuoto per un tempo indefinito poi lui entrò, prese il pezzo di pane vicino alla porta e me lo lanciò, poi si avvicinò a me e con una mano prese il mio viso schiacciandolo leggermente.

"Vedi di mangiarlo" i miei occhi si riempirono di lacrime, lui mi guardò con quegli occhi, profondi.

Si alzò e si diresse verso la porta, io mi affrettai a prendere il pane e a mangiarlo, dopo però lui ritornò e mi slegò, il mio polso era diventato violaceo a causa della troppa pressione della corda. Uscì, ma non sentii la serratura della porta chiudersi.

Mi alzai e mi diressi verso la porta aprendola, c'era una ragazza sul divano, doveva essere la ragazza delle scorse notti.

Ethan arrivò dalla cucina.

"Dove credi di andare?" si avvicinò di scatto.

"In bagno" sussurrai, lui acconsentì, mi prese per il polso e mi trascinò fino ad esso.

Mi guardai allo specchio, ero orribile, la mia faccia era tutta stropicciata, il mio sguardo era assente, la mia voglia di vivere non c'era più.

Aprii la doccia, e mi presi del tempo per curare me stessa, mi lavai i capelli, il corpo dopo di che uscii, mi asciugai e mi rivestì, rimasi per qualche minuto a guardarmi allo specchio, dove ero finita? Mi continuavo a domandare perchè mi teneva ancora qui.

Uscii dal bagno, sentii dei gemiti, mi girai, sul divano c'erano Ethan e la ragazza che si muoveva sopra di lui, sbattei la porta del bagno, lui si girò mi vide, sembrava sentirsi in colpa, mi guardò in  un modo diverso, o forse era solo la mia immaginazione.

Volevo scappare da qui, ma non potevo lui mi avrebbe ritrovata, ancora e ancora. 

Ero lì immobile, la ragazza spostò il viso di Ethan verso di lei, io andai in bagno e mi ci chiusi dentro. Come potevo provare quei sentimenti verso quel mostro? Forse non li provavo, forse pensavo di provarli, mi ero convinta di provarli che erano diventati realtà.

Sentii i suoi passi, la porta bussare, rimasi immobile, sentii la sua voce ovattata chiamarmi, mi tappai le orecchie, prima o poi avrebbe smesso e se ne sarebbe andato.

Dopo non so quanto tempo che continuava a dirmi di uscire, mi alzai, girai la serratura, lui era lì davanti a me.

"In camera" mi ordinò, mi tenevo tutto dentro, non resistevo più, avevo tutte quelle domande tutti quei pensieri che mi passavano per la testa.

Mi spinse con forza verso camera mia, caddi, mi rialzai di scatto, ormai piena di rabbia, gli tirai uno schiaffo, poi un calcio nei testicoli, iniziai a tirargli miriadi di calci, lui era a terra, mi urlava di smetterla, non lo feci e  non mi interessava di cosa mi avrebbe fatto dopo.

"Lo vedi cosa si prova?!" urlai con tutta la voce e forza che avevo, la ragazza arrivò e cercò di tirarmi indietro, ma le tirai una gomitata nella pancia, dopo un po' smisi, mi sentivo meglio, mi sentivo superiore a lui, sentivo che non mi poteva più fare niente, ma mi sbagliavo di grosso.



Take me away - E.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora