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Erano passati due giorni ed io continuavo a vomitare, in quella stanza non c'era più aria e una puzza fastidiosa di vomito si aggirava in essa.

"Apri la porta! Devi mangiare!" non risposi, cosa gli interessava di me, cosa gli importava se mangiavo o no, forse si preoccupava? 

Passò una settimana, non ero ancora uscita da lì.

Un rumore si irruppe nella stanza, ero sotto al letto, con le lacrime che cadevano dai miei gracili occhi e con il sudore che ricopriva il corpo.

"Dove sei andata?! Non puoi essermi scappata ancora!" era entrato 

"O mio dio" sussurrò.

Si abbassò, mi vide, mi prese per un braccio e mi portò in bagno, aprì l'acqua.

Mi lavò con dolcezza, delicatezza, poi mi fece uscire rigirò un'asciugamano intorno al mio corpo e mi fece sedere sul divano.

Fece una telefonata dopo di che due signori entrarono, mi volevano portare via, pensai, invece entrarono in camera mia e dopo due orette uscirono, mi alzai e andai dentro di essa un profumo di lavanda invase le mie narici.

Lui arrivò da dietro mi tolse l'asciugamano e mi vesti dopo di che uscimmo.

Take me away - E.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora