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Quando mi svegliai era ora di cena ed Alex era ancora abbracciato a me che russava, gli passai una mano sulla guancia, mugolo qualcosa e poi aprì gli occhi.

"Ho fame, ordiamo delle pizze" blaterò.

"Okay" dissi alzandomi, presi il telefono diedi l'indirizzo al fattorino ed ordinai due pizze.

"Che ne dici di andare in salotto per aspettare la pizza?" domandò.

"Okay" dissi uscendo dalla porta e lui a ruota mi seguii.

Ci sedemmo sul divano, la sua mano si posò dolcemente sulla mia coscia accarezzandola, il campanello suonò ed Alex si alzò per andare ad aprire, arrivò con due pizze margherite fumanti.

Si sedette sul divano e mi porse la una pizza, accese la TV, guardammo un film, non mi ricordo il nome di esso, raccontava di questa ragazza con la sindrome di Stoccolma che voleva bene a suo padre nonostante lui fosse alcolizzato ed ogni sera la picchiava, mi ricordava di me ed Ethan.

Lasciai la mia pizza a metà, la porsi ad Alex e lui la finì in meno di un minuto.

"Vuoi uscire?" mi domandò lui.

"No" dissi contrariata, tirò fuori dalla tasca della tuta un pacchetto di sigarette ed un accendino, me ne porse una dopo di che la accessi rilassandomi su quel comodo divano. 

"Quello che è successo l'altra sera, intendo quando sono venuta qui dopo tanto tempo non succederà più, ok?" dissi guardandolo negli occhi.

"Ok" sospirò lui.

Mi alzai dal divano e mi vestii, Ethan mi mancava, speravo in qualche modo che le cose tra noi due si aggiustassero, mi infilai la giacca.

"Dove vai?" mi domandò Alex.

"Da Oliver, non so quando torno" gli dissi.

"Posso venire con te?" chiese.

"No, devo parlare con lui" dissi seria, mi misi le scarpe ed uscii di casa.

Sapevo benissimo che Oliver in quel momento non era a casa, ma a lavoro, arrivai all'appartamento, suonai, dopo qualche secondo la porta si aprì, Ethan era davanti a me a petto nudo, mi morsi le labbra, lo sorpassai colpendo leggermente la sua spalla, potei vedere che guardava il mio fondoschiena dallo specchio posto davanti a me.

"Io vado in camera di Oliver, lo devo aspettare" dissi tranquillamente, ma con un tocco di malizia.

Così feci, mi levai la giacca e le scarpe e mi sdraiai sul letto, le uniche cose che avevo indosso erano un maglione e dei leggins neri, non avevo nient'altro sotto, dopo svariati minuti lui entrò in camera ero a pancia in su e mi guardavo le unghie; voltai lo sguardo verso Ethan, scesi dal letto e gattonai verso di lui, lo vidi guardare la scollatura del mio maglione mordendosi il labbro e sensualmente con estrema lentezza lo levai.

Aprii il bottone dei suoi jeans, glieli tirai giù ed infine gli sfilai le mutande tutto sempre con esagerata lentezza, presi la sua erezione con le mani iniziai a muoverla fra esse leccandola leggermente, mi fermai, i suoi occhi si aprirono e un'espressione di stupore si dipinse sul suo volto; mi alzai e mi rimisi il maglione uscendo poi da quella stanza e dirigendomi in salotto.

Mi andai a sedere sul bancone della cucina mangiando una merendina trovata nella dispensa, lui arrivò solamente in boxer, la sua erezione era ancora presente, si avvicinò a me.

"Da quando sei diventata così confidente?" mi sussurrò all'orecchio mordendomi leggermente il lobo, misi le mie mani sul suo petto spingendolo via, il suo sorrisetto crebbe ancora di più.

Mise una mano sul tessuto dei i miei leggings sfiorando leggermente il mio clitoride, ansimai, si fermò e infilò la mano dentro a essi, si avvicino a me, infilo le sue lunghe dita dentro la mia intimità mentre le mie mani graffiavano la sua schiena, arrivai al culmine, lasciò le sue dita dentro di me, quando le levò un vuoto mi travolse.

Passò una mano sulla mia guancia.

"Mi dispiace per quello che è successo in ospedale" sussurrò.

"Non importa, dimmi solo chi è quella ragazza" dissi pensando a quello che io ed Alex avevamo fatto.

"Beh, lei è una vecchia amica, amica con benefici, mi è venuta a trovare ed è successo" disse guardando il pavimento.

"Sei veramente dispiaciuto?" chiesi.

"Si, lo sono veramente" disse guardandomi con occhi sinceri.

Lo baciai, la mia mano si muoveva sul suo petto, lui era fra le mie gambe, poggiai una mano sulla sua erezione, scesi dal bancone e mi inginocchiai, presi la sua eccitazione fra le mani succhiando leggermente l'apice, gemette, la infilai in bocca, potevo sentirla nella mia gola, iniziai a fare movimenti veloci con le mani e la lingua, la sua mano spingeva la mia testa sempre più a fondo, il suo sperma finì sulle mie labbra ed io sensualmente le leccai.

Mi alzai.

"Lo rifarei mille volte, infilare le dita dentro di te" sussurrò, mi morsi il labbro e potei sentire i miei leggins bagnarsi.

"Fallo allora" sussurrai a mia volta.

Mi portò nella camera di Oliver e mi fece sdraiare, mi sfilò i leggins, ero nuda sotto il suo tocco, aprii le mie gambe, mise le mani sui miei fianchi ed avvicinò la testa alla mia intimità, chiusi gli occhi, potevo sentire il suo profondo respiro su di essa, sentii un contatto viscido e bagnato sul mio clitoride, innalzai la schiena gemendo, iniziò pian a muovere la lingua su di esso, poi sempre più veloce, il mio respiro era rapido, irregolare poi un'esplosione mi colpì ed urlai il suo nome gemendo, si avvicinò a me e ci sdraiammo sotto alle coperte addormentandoci abbracciati come due innamorati. 

Take me away - E.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora