3.1

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Eravamo nel letto, nudi, le nostre mani si sfioravano, i nostri visi si toccavano, i nostri corpi si univano.

Si sdraiò accanto a me mi prese la mano e la baciò dopo di che la poso sul suo petto; si sdraiò in modo che fossimo uno di fronte all'altro, mi prese anche l'altra mano, la baciò e la poggiò sul materasso.

"Dove sono tutti?" domandai incuriosita.

"Non lo so alcuni saranno in camera, altri saranno via"rispose lui indifferente.

"Sta sera devo uscire, devo fare delle commissioni e devo andare a trovare un amico" disse Ethan, io semplicemente gli risposi con uno sguardo.

"Posso venire con te?" domandai.

"No, sono affari personali che devo risolvere" disse lui serio.

"Okay" sussurrai.

-

La sera arrivò presto, Ethan uscì di casa, era nervoso, le sue mani tremavano, ma lui invano cercava di nasconderlo, nascondere il fatto che quella sera si sarebbe fatto del male, e io stupidamente non lo fermai, lui arrivò a casa, del sangue usciva dal suo petto, un proiettile era inficcato in esso; il mio corpo impaurito tremava, presi il telefono e composi dei numeri. Mentre l'ambulanza stava arrivando io coprivo la ferita con le mani, ormai piene di sangue cercando di alleviare l'emorragia.

"Skye" sussurrò lui, lo baciai cercando di distrarlo lui faticosamente cercò di ricambiare il bacio, l'ambulanza arrivò, lo misero su un lettino e lo portarono all'ospedale.

-

Ero seduta sulle scomode sedie della sala d'attesa ad aspettare una risposta, la sala era vuota, vuota come la mia mente in quel momento, i miei occhi erano stanchi, il mio corpo molle e il mio cuore debole.

Andai dalla segreteria, che si trovava lì di fronte, e domandai:

"Per Ethan Dolan?" 

"Ethan Grant Dolan? Deve aspettare ancora una quindicina di minuti" 

"Okay, grazie" ritornai a sedermi, Grant? Non mi aveva mai detto di avere un secondo nome.

Passarono venti minuti e tornai dalla segretaria.

"Posso vedere Ethan Dolan?" domandai.

"Fa parte della famiglia?" 

"Sì, sono la cugina" mi inventai sul momento.

"Okay, stanza numero 102, deve andare al primo piano e girare a destra".

"Grazie" detto questo salì le scale ed andai nella stanza 102.

Ethan stava dormendo tranquillamente, il suo petto, nudo, era fasciato da una garza bianco latte, mi avvicinai e mi sedetti su una poltrona accanto al letto, gli presi la mano, gliela baciai e la posai sul mio petto, lo vidi sorridere leggermente, con gli occhi chiusi che pian piano si aprirono.

"Ehi" sussurrò.

"Ciao" gli sorrisi, il mio cuore andava sempre più veloce dalla felicità.

"Come ti senti?" gli domandai.

"Non tanto in forma, ma dopodomani posso tornare a casa" mi guardò negli occhi in cerca di una risposta, ma non una semplice risposta, forse un gesto, allora mi avvicinai a lui e lui fece lo stesso, lo baciai un semplice bacio a stampo, ma che durò a lungo.

"L'orario delle visite è finito" entrò un dottore che si avvicinò ad Ethan sentendo il pulso del suo cuore.

"Ciao" lo salutai con un ultimo bacio ed uscii sorridendo, felice dopo tanto tempo nella mia vita.

"Grazie Skye" lo sentii sussurrare lontanamente.

Take me away - E.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora