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Dopo qualche minuto sentì la serratura girarsi, era Oliver, si sedette accanto a me mettendomi una mano intorno alle spalle ed io appoggiai la testa sulla sua piangendo.

"Ethan ti aspetta di là" mi sussurrò e dei brividi colpirono il mio sistema nervoso.

"No, non voglio" dissi con la voce impastata dal pianto.

"Dai, alzati" mi diede una mano ed io per sbaglio poggiai una mano sul suo petto e potei sentire i suoi pettorali marcati, le mie goti si dipinsero di un rosso leggero, lui sembrò notarlo e un piccolo sorrisetto, quasi una risata, era stampato sul suo volto, ma si poteva notare il suo rossore esteso sulla sua faccia.

"Non voglio parlare con lui, tu non puoi capire cosa mi ha fatto" bisbigliai indicando la porta.

"Ho sentito la maggior parte della conversazione" disse lui grattandosi la nuca.

"Be, non so, io non ti voglio forzare ad aggiustare le cose con lui, però non s-" 

"Non voglio e basta, sono abbastanza grande da decidere cosa fare" lo bloccai rispondendo decisa.

"Okay" sospirò lui arreso.

"Mandalo via" dissi secca.

"Resta qui per un po' di tempo" disse lui.

"Cosa?! Tu sei fuori di testa" urlai, non riuscendo a realizzare ciò che Oliver aveva appena detto.

"Io vado da Alex, torno sta sera tardi" dissi uscendo dalla camera.

"No, hei aspetta Skye" disse mettendomi una mano sulla spalla.

"Ci vediamo" dissi fredda salutandolo, Ethan ci guardava, privo di parole, privo di gesti.

**

Arrivai nella piccola villa, suonai il campanello e Alex mi venne ad aprire, era in boxer e i suoi capelli erano leggermente spettinati, probabilmente si era appena svegliato, si poteva notare anche dalla sua faccia ancora mezza addormentata.

"Hey bella, cosa fai qui? Sei ricomparsa finalmente" disse con la voce impastata dal sonno e con un sorrisetto malizioso.

"Volevo venire qui, sei solo in casa?" chiesi mordendomi il labbro sensualmente.

"Sì, sono solo" disse guardando il mio maglione, da cui erano visibili i miei capezzoli induriti, mi prese per un polso, chiuse la porta e mi sbatté su di essa, le sue mani erano salde sui miei fianchi, allacciai le mie braccia intorno al suo collo tirando leggermente l'attaccatura dei suoi capelli, mi baciò, un bacio sporco, pieno di eccitazione, infilò una mano sotto al mio maglione, sfiorando i miei capezzoli.

"Mh, come posso vedere non hai niente sotto al maglione" disse con voce roca facendo movimenti circolari intorno ai miei seni facendomi gemere.

Mi portò in cucina e mi poggiò sul bancone di marmo freddo, ciò mi fece rabbrividire, ma poi mi abituai a quel gelido contatto, mi sfilò i leggins, non avevo niente sotto di essi, mi ero dovuta vestire velocemente siccome Ethan era entrato in bagno. Ero nuda, il suo tocco era sporco, veloce, ma in quel momento non mi importava, la sua mano arrivò alla mia intimità, il suo grande pollice sfiorò il mio clitoride facendomi gemere, potevo notare la sua erezione ormai troppo grande per quei boxer, il suo pollice iniziò a muoversi più velocemente, ma quando fui quasi al culmine si fermò.

"Il bello deve ancora arrivare, siamo solo all'inizio della serata" disse tirandomi giù dal bancone facendomi inginocchiare, si levò i boxer, avvicinò alla mia bocca la sua erezione, non avevo mai fatto niente del genere prima d'ora così improvvisai: presi la sua erezione fra le mani e la misi dentro alla mia bocca, iniziai a leccarla, muovendo le mani nella parte che non entrava nella mia bocca, ripetei questo gesto velocemente, mentre lui imprecava e gemeva, fino a quando un liquido bianco colpì la mia faccia.

"Sei stata così brava bimba" disse prendendomi per il mento e tirando il mio viso verso l'alto in modo che i nostri occhi si potessero incrociare.

"Ti sei meritata un premio" disse con un sorriso provocante passando poi il pollice sulla mia guancia per levare il suo sperma lo infilò poi dentro la mia bocca ed io lo leccai senza ritegno.

Si avvicinò a me prendendomi in braccio e facendomi sdraiare completamente sul grande bancone della cucina.

"Devi allargare le gambe bimba" disse mettendo due mani sulle parti interne delle mie cosce, facendomi eccitare ancora di più.

La sua mano si muoveva per tutto il mio corpo, ed io impaziente lo supplicai gemendo, la sua mano si avvicinò pian piano alla mia intimità, le sue dita iniziarono a muoversi velocemente, facendo movimenti circolari intorno al mio clitoride, si fermò poco prima che potessi venire, le sue dita entrarono dentro di me, prima una poi due ed infine tre, si muovevano velocemente, i miei gemiti riempivano quella stanza, inarcai la schiena poco prima che un orgasmo potesse travolgermi.



Take me away - E.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora