Aprii leggermente gli occhi, il ragazzo dai capelli bruni mi stava portando in braccio ad una destinazione a me sconosciuta, mi passò una mano sulle fronte spostando i miei capelli da essa.
Salì delle scale dopo di che ci trovammo in una stanza, mi poggiò su una superficie morbida e mi coprì con una coperta.
La testa mi pulsava, era un dolore infausto, doloroso era quasi insopportabile, sentii un peso infondo a quello che supponevo un letto, o un divano, sentivo i suoi occhi bruciare su di me, sentivo come se mi stesse leggendo l'anima, la sua mano si posò sulla mia coscia e poi scese fino al piede, il suo tocco era calmo, rilassante.
"Ti sei svegliata" sussurrò
"Vuoi che ti dia una pastiglia per il mal di testa?" mi chiese ed io annuì cercando di sorridergli il più possibile, perché se non ci fosse stato lui sarei potuta rimanere lì per terra e nessuno mi avrebbe aiutata, sarei rimasta sul pavimento lurido della discoteca ad urlare, invano in cerca di aiuto.
Il ragazzo si alzò e dopo qualche minuto arrivò con due pastiglie ed un bicchiere d'acqua che mi porse, dopo aver preso le pastiglie mi sdraiai meglio sul vecchio divano blu che si trovava in quel piccolo salotto di quel piccolo appartamento.
"Grazie" sussurrai sorridendogli debolmente.
"Non mi hai ancora detto il tuo nome giovane fanciulla" disse scherzoso con un sorrisetto stampato in volto.
"Sono Skye bel gentiluomo, quale è il suo nome giovane fanciullo" dissi stando al suo gioco.
"Il mio nome è Oliver" disse prendendomi la mano dopo di che la baciò, il mio umore si abbassò, ripensai ad Ethan, a quella ragazza, forse era sua sorella, se la fosse stata come poteva baciare sua sorella? Mille pensieri e ansie si formarono nella mia fantasiosa mente.
"Ti senti di uscire?" mi domandò Oliver.
"Non molto e sicuramente non con questi vestiti addos-" mi bloccai alzando la coperta, avevo in dosso dei leggings e una felpa un po' troppo grande con una stampa di un'università a me sconosciuta sopra, come aveva fatto a cambiarmi se ero sveglia?
"Ma quando mi hai cambiata?" domandai nervosa e tutta rossa in viso.
"Be quando sono andato a prenderti le pastiglie per il mal di testa ti sei addormentata, così ti ho cambiata e dopo te le ho portate visto che ti eri svegliata" disse con le gote leggermente rosse.
"Grazie" dissi sinceramente.
"Non c'è problema" mi sorrise, il suo sorriso era magnifico, le sue grandi labbra e i suo denti bianchi lo risaltavano ancora di più.
Ad un certo punto mi ricordai di Alex e degli altri, ma in fondo ad Alex non gli importava niente di me, sarà stato in mezzo alla strada ancora ad ubriacarsi fino a che la morte non lo avrebbe separato dalla sua bottiglia di vodka.
Dopo mezz'ora mi alzai finalmente da quel divano per uscire con Oliver, mi aiutò a mettermi la giacca e non so come mai, ma aveva ma delle scarpe da donna, però di una taglia in più della mia, ma me le facevo andar bene, non volevo uscire con i tacchi piuttosto che mettermi i tacchi sarei uscita scalza.
Camminammo per un quarto d'ora, poi prendemmo un autobus che ci portò all'iniziò di un piccolo bosco, arrivammo poi ad una collina, andammo sul culmine di essa, la vista era stupenda, il silenzio e il suono della natura era estremamente rilassante e il dolce sole d'autunno riscaldava il mio freddo corpo.
Ci sdraiammo sull'erba, guardammo le nuvole e gli stormi di uccelli che emigravano a causa dell'arrivo della stagione invernale.
Le nostri mani si sfioravano, ma erano allo stesso così lontane, i nostri occhi si guardavano i nostri cuori si baciavano, aprii gli occhi e sopra di me c'erano delle nuvole ormai grigie, anche se lui aveva avuto un contatto con le sue morbide labbra con quelle di qualcun'altro che non fossi io ce lo avevo sempre in nella mia testa che girava dentro al mio cervello.
Oliver stava dicendo qualcosa, ma io non sentivo nulla, come se la mia mente e i miei sensi fossero prigionieri di un altro mondo.
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Take me away - E.D.
FanfictionAveva gli occhi spenti gli occhi di chi guarda il mondo con disinteresse gli occhi di chi aspetta, in silenzio, la propria fine.