Capitolo 3

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Dopo pranzo io e Alaska siamo andate alla lezione di musica, per mia fortuna la maggiorparte dei corsi li faccio con lei altrimenti nn saprei come fare.
È davvero una ragazza simpaticissima sprizza gioia da ogni poro della pelle, ha un senso dell' ironia unico, ed è già una cosa in comune. Adora le band rock, metal e altre di quel genere, ha detto di avere quasi tutte le sue t-shirt  di una band.

Finalmente suona l'ultima campanella, ora si torna a casa yeee!!!
Stavo scendendo le scale dell' ingresso con Alaska per dirigermi al parcheggio quando qualcuno mi viene addosso e mi fa cadere per le scale.

Cerco di tirarmi su, ma mi fa troppo male le gamba.
Alaska vedendomi in difficoltà mi porge una mano e mi aiuta.
Davanti a me appare un ragazzo alto circa 1,85m con le spalle larghe, deve sicuramente fare sport per essere così, tralasciando ciò salgo con gli occhi fino ad arrivare al viso. Penso di averlo già visto ma non ricordo dove....o aspetta....non dirmi che..." io sono Peter, e ora togliti dalle palle mocciosa" si pentirà di ciò che mi ha detto
Gli lancio un occhiata di fuoco e poi dico "  come mi hai chiamata ?!" " vedi se ti togli " ripete lui
Mi strattono dalla presa di Alaska e mi avvicino a quel cretino

"parli con la persona sbagliata caro mio, solo perché sono un anno più piccola nessuno ti dice di potermi chiamare così" dico incominciandomi ad innervosire
"simpatica la bambina, forse non sai con chi stai parlando...."dice ma lo interrompo
"Si lo so con chi sto
parlando, sei Peter un ragazzo idiota senza cervello e palle che si crede chissà chi, mentre in realtà è solo un pallone gonfiato del cazzo che crede di essere figo facendo il coglione" finisco.
"Senti smamma che non voglio avere a che fare con tipe come te" dice con stizza
"Sei proprio un coglione" dico avvicinandomi a lui, e senza che me ne accorga la mia mano si trova sulla sua guancia. Dopo interminabili secondi tolgo la mano e ammiro le cinque dita che ho lasciato sulla sua guancia.
Sbatto le palpebre e quando le riapro mi ritrovo attaccata ad un muro con il corpo di Peter che mi trattiene vicino ad esso, si avvicina al mio orecchio e sussurra
"non metterti contro di me, sei nuova qui e non sai ancora le regole, fattele dire, perché ti serviranno" ha scandito ogni parola, io mi raddrizzo e mi avvicino al suo orecchio
" non ho paura di TE " dico strusciando le mie labbra sul suo orecchio, fatto ciò lo spingo e mi dirigo verso la macchina di Nick.

Odio farmi mettere i piedi in testa specialmente se da certi cretini, non vedo l'ora che arrivi mio fratello così posso ritornare a casa mia.
Dopo un quarto d'ora arriva, salgo in macchina ma prima di chiudere lo sportello la voce de Alaska mi ferma.
" ti va se oggi pomeriggio andiamo a fare un giro in centro, così ti faccio conoscere la città ?" chiede quasi timida
" ehm... certo mi farebbe molto piacere, se ti va ci incontriamo all'entrata della scuola..." dico
"O si si va benissimo, allora per le cinque ci vediamo qui... ehm...ciao Cass " dice velocemente
"Ciao" la saluto sorridendo, chiudo lo sportello e andiamo a casa finalmente

"Allora ?" chiede Nick sedendosi affianco a me sul divano
" cosa ?" rispondo non capendo cosa vuole
" come è andata oggi ?, prima di rispondere a questa domanda, dimmi chi è il ragazzo che ti ha spinta giù per le scale e ti.... ehm insomma hai capito no ?" dice in imbarazzo
" è Peter un ragazzo di un anno più grande che frequenta il mio corso di scienze e spero nessun altro corso, perché non lo sopporto !" sbuffo 

Arrivano velocemente le cinque e io mi dirigo a scuola.
Subito noto i capelli rossi di Alaska e mi avvicino dicendo "ehi...eccomi, quale sarà la nostra prima tappa?"
Sorrise e poi ci incamminammo in centro, visitammo un paio di negozi e bar importanti e poi andammo in un parco enorme.

" cosa ne pensi? Non è male Boston eh..?! Ahahah" disse la ragazza al mia fianco
Annui e continuammo a parlare del più e del meno finché non arrivarono le sette, e tornammo ognuno alla propria casa. 

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