Capitolo 6

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Ovviamente la sveglia suona, oggi è venerdì cioè il giorno più bello di sempre.
Apro l'armadio e mi infilo le prime cose che trovo d'avanti, stamattina non mi va di fare niente.

Scendo giù e siccome sono in orario una volta tanto decido di uscire, perciò prendo il mio zaino ed esco.

Vado nel parchetto vicino casa e incomincio a scattare delle foto, che per me sono molto artistiche e piene di significato, per altre persone senza nessun sentimento sono solo semplici foto.
Ad un certo punto il mio obbiettivo diventa scuro, alzo lo sguardo e incontro un ciuffo ramato.
Lo guardo storto, con un cipiglio interrogativo sul viso, e lui che fa ?..... mi sorride come un ebete, ma dico io, è stupido o cosa?

" bhe.... che fai ti togli? " gli chiedo
" siamo così pieni di vita già da prima mattina? " dice con fare innocuo
Quanto vorrei strozzarlo!!
" ok ho capito " dico alla fine alzandomi dalla panchina su cui ero seduto poco prima e incamminandomi all'entrata del parco.

" dove pensi di andare? " chiede lui afferrandomi il polso e facendomi voltare
" cosa vuoi Peter?, visto che tu non te ne andavi, me ne sto andando io." dico io in tono esausto per il suo comportamento
" era solo per sapere perché ti trovavi qui a questa ora del mattino tutta sola..." dice in fine grattandosi la nuca
" Perché ti comporti così? Ti hanno mai detto di essere lunatico? bhe se non te lo ha detto nessuno lo faccio io... prima fai il duro, poi mi implori affinché ti aiuti in chimica, ora ti interessi di me..." non mi fa finire la frase che la sua mano si posa dolcemente sulla mia guancia, sento i suoi occhi bruciarmi su tutto il corpo, non ho mai provato una sensazione del genere.
Incuriosita alzo lo sguardo incontrando le sue iridi verde scuro che si immergono nelle mie iridi azzurre.
Rimaniamo così semplicemente a guardarci per attimi lunghissimi, finché non trovo coraggio e mi scosto dal suo tocco.
Appena mi allontano sento come una sensazione di vuoto, come se la sua mano sulla mia guancia mi facesse sentire protetta.
" dobbiamo andare a scuola" dico abbassando lo sguardo sul prato sotto di me.
" oh...ehm.. hai ragione dobbiamo andare" dice tutto velocemente come se fosse in imbarazzo, poi mi supera ed esce dal parco.
In pochi minuti arrivo a scuola ed entro in classe dive c'è già la prof di italiano.
" mi devi raccontare un paio di cose.."  mi sussurra Alaska appena mi siedo al mio posto.
"Ok... però a pranzo " le rispondo
" ci proverò a resistere fino all' ora di pranzo" mi sussura e in fine ci sorridiamo.
Suona la campanella dell' intervallo e mi dirigo al mio armadietto per prendere i libri della prossima ora.

Quando chiudo l'armadietto, sento la voce di Jessica che urla in una maniera isterica, forse sta litigando con Peter.
Purtroppo per andare nella mia prossima aula devo passare di li, perciò incomincio ad incamminarmi.

" no Peter! " urla
" smettila Jessica, io non c'è la faccio più a stare con te..." sento la voce di Peter uscire in modo molto calmo, solo dopo noto che il suo sguardo mi sta scannerizzando.

" sapevo che era colpa sua! " urla in modo furioso Jessica.
Mi ritrovo a terra con lei sopra che mi sta tirando i capelli, la spingo via da me e cerco di sistemarmi
" ma sei pazza?" Le chiedo arrabbiata
" tu mi hai fatto lasciare con Peter, sei solo una troia! " urla ancora in lacrime stavolta
" io non ho fatto proprio niente, se Peter ha deciso di lasciarti forse ha delle buone motivazioni, per la cronaca non sono io la troia, ma sei tu che ti apri ad ogniuno manco fossi na finestra! " dico infine infastidita riuscendo a zittirla.
Riprendo il mio zaino ed entro nell' aula di chimica.
Subito dopo entra Alaska che si viene a sedere e incomincia a raccontare ciò che ho fatto come se fosse una cosa epica.
La prof oggi ha deciso di interrogare a tappeto e io proprio non ci riesco a rimanere concentrata.
" signorino Wright che ne pensa di venire alla lavagna ad esporci la lezione? " sento la voce della prof che subito mi fa diventare attenta a ciò che succede.
Ora che mi guardo bene intorno, noto che Jessica non c'è in classe, mancano anche le sue oche.
Peter si alza e prima di andare alla lavagna si gira a guardarmi, non so che fare quindi sostengo il suo sguardo.
" ehm....allora la materia è...." dopo di che non riesco ad ascoltare niente, rimango imbambolata a guardare la finestra
" Cass la prof ti sta chiamando " dice Alaska regalandomi una gomitata
" oh..ehm mi scusi prof " dico imbarazzata
" signorina Hawthorne sarebbe così gentile a degnarci della sua attenzione...ecco perché lei ora verrà alla lavagna per risolvere il problema che i suoi compagni non sono riusciti e fare, vediamo se le sue teorie sull'essere più intelligente dei suoi compagni tanto da non stare attenta é vera! " dice arrabbiata la prof
Mi alzo dalla sedia con lo sguardo di tutti su di me
Che odio!
Arrivo alla lavagna dove c'è Peter e gli prendo il gesso dalle mani, do uno sguardo veloce al problema e incomincio a svolgerlo.
Ecco che dopo un minuto ho finito di scrive i miei calcoli.
Guardo la prof con sguardo di sfida come per dire " ho vinto io " e poi mi dirigo al banco
" bene signorino Wright si prende una bella B- " dice la prof a Peter.
Prendo lo zaino ed esco dalla classe anche se non è ancora finita l'ora.

Spazio autrice
Salve gente, spero che la storia vi stia piacendo.
Cosa ne pensate di Peter ?
E di Dalia la madre di Cass?
Personalmente sembrano personaggi interessanti.
Sono aperta a vostri suggerimenti, se li avete, commentate qui sotto o in privato.
Che dire.... xoxo 😘💗
Vi adoro e grazie di cuore per leggere la mia storia.

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