Capitolo 8

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Pov's Cassandra

Dopo scuola sono venuta subito qui, al parco, sono su questa panchina da...uff un sacco di ore, avrò un sacco di chiamate perse.
Ma non mi importa.

Ora sono su questa panchina con Peter affianco.
Non so perché è qui, so solo che ora mi sento...come..non so, come.... protetta? Al sicuro ? Non lo so, comunque sia mi sento bene.

Mi giro ad osservarlo, quanto può essere bello?, la sua mascella ben definita con qualche accenno di barba, i suoi occhi verdi che brillano alla luce della luna....

" Perché sei qui? " finalmente parla, mi è mancata in un certo senso la sua voce calda...

Si può sapere cosa cazzo sto sparando?!

Stai semplicemente dicendo la verità !

È la vocina che si trova nella mia testa che appare sempre nel momento meno in opportuno.

" Cass..." sento il mio nome uscire da quelle labbra come se fosse la mia canzone preferita.

" ehm...da quando siamo amici che mi chiami  Cass ?, eh dimmi... da quando siamo amici che puoi chiamarmi Cass?!" Dico
" scusami...." dice e abbassa lo sguardo, ho intravisto come una sorta di tristezza dopo la mia risposta.
Non voglio rimanere ancora qui, anche perché sto tramando dal freddo.

" non te ne andare " dice alzando lo sguardo.
Mi volto e lui mi tende la mano.
Si può sapere che sta facendo?

" scusami ok ?, non voglio che tra di noi ci sia tutto questo ghiaccio, voglio essere tuo amico.
Conosciamoci ti va? "
Dice facendomi un cenno alla mano tesa.

" sto morendo di freddo e..." non mi fa finire la frase che, afferra la mia mano, il suo tocco mi manda brividi in tutto il corpo e sento del calore nascere nelle stomaco, è una sensazione davvero bella.

Si siede sulla panchina. Solo ora noto che abbiamo le dita intrecciate, è una scena che mi imbambola come quella volta a scuola prima delle ripetizioni, come quella di stamattina.....

" bhe non ti siedi?" Chiede con un mezzo sorriso.
" davvero Peter, voglio andare a casa..." dico con tono stanco.
" visto che hai freddo..." non finisce la frase, mi ritrovo seduta sulla parte di panca tra le sue gambe.
Le sue braccia mi stringono, come per proteggermi.
" ti riscaldo, ora possiamo parlare?" Continua la frase con un sorriso sulle labbra.
" Peter...." cerco di dire, ma una folata di vento gelido mi fa stringere e lui. Poso il viso nel incavo del suo collo, inalo un odoro fresco, di menta.
In un certo senso lo rappresenta.
" shh...." dice mentre passa una mano tra i miei capelli, e con l'altra mi riscalda la schiena.

" Perché vuoi essere mio amico ?" Riesco a dire riprendendomi dal mio trans provocato del suo calore.

" sei misteriosa, mi incuriosisci, e poi sembri simpatica " dice sorridendo.

Mi decido ad alzare il viso verso di lui, non mi sembra vero che ora sono tra la braccia di una persona che mi ha trattato male sin da subito.

" bhe, allora incomincia tu, raccontami di te " dico facendo nascere sul mio viso una sorriso idiota.

" mmmh ok, in famiglia siamo quattro, mia madre Jane, mio padre Caleb e mia sorella Emily.
Lei per me è tutto, ha cinque anni, e mi considera il suo eroe.
Che altro dire?
Il mio migliore amico si chiama Dimitri, lui a differenza mia ha passato tutti i corsi l'anno scorso." Finisce il tutto sorridendo.
Incomincio a ridere
" Perché ridi ? " chiede guardandomi negli occhi
" pensavo fossi uno tutto macio, senza sentimenti, invece..." dico tornando seria.
" e poi? Tutto qui? Colore preferito, cibo preferito, band, canzone, paura..." dico diventando curiosa
" prima raccontami un po di te, poi vediamo, magari se ti riscaldi possiamo rimanere anche tutta la notte a parlare " dice
" ehm...allora.." incomincio a giocare con la zip della mia felpa.
" ehi " dice prendendomi le mani e portandosele sul petto.
Prendo fiato e incomincio
" mi sono trasferita da San Francisco a qui, mia madre Dalia mi odio, per mio padre, Christopher, sono indifferente, l'unico a cui importo è mio fratello Nick...." " Nick? È tuo fratello ? Quello che è nella squadra di bascket della scuola?" Dice scioccato.

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