Capitolo 39

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" domani per che ora partiamo?" Chiede Charlotte appena arrivata davanti alla stanza.

"Per le 10 credo vada bene" risponde Al.

"Perfetto notte a tutti" saluta Peter ed entra in camera.

Il giro è stato molto stancante, ma ora arriva la parte difficile. Devo raccontare tutto a Peter.

"Facciamo così. Ci cambiamo mettendo il pigiama e poi mi dici tutto" dice guardandomi negli occhi. Annuisco incapace di dire altro.

Mi cambio e mi siedo sul letto aspettando che arrivi.

"Ok..." faccio un respiro profondo appena Peter si siede affianco a me.

"Prometto che proverò a non infuriarmi come una bestia" sospira.

"Ecco. Partendo dal principio.
Quando era piccola in una sera di settembre, io e Dalia stavamo tornando da casa di una sua amica.
Lei era arrabbiata con me e non ricordo bene il perché. Passammo per una scorciatoia, così l'ha chiamata lei. Era appena calata la sera e si sentiva un forte odore di piaggia.

Stavo piangendo perché lei mi stava urlando contro parole orribili. Ero solo una bambina di sei anni.
Ricordo bene quando si girò di scatto e mi tirò uno schiaffo sulla guancia.
Caddi a terra spaventata. Ricordo di aver chiuso un attimo gli occhi e quando gli ho riaperto, lei non c'era.
Nella via vidi un uomo aveva qualcosa che scintillava in mano.

Piangevo sempre più forte-" un singhiozzo esce dalle mie labbra, al ricordo di quella scena.

La mano di Peter stringe la mia.

" mi alzai e iniziai a correre sempre più veloce, sentivo i passi di un uomo dietro di me. So che era un uomo dalla corporatura e della voce. Inciampai e caddi. Iniziò anche a piovere...e ormai ero nel panico più totale. Provai ad alzarmi e mi faceva malissimo il fianco. Non appena abbassai lo sguardo, notai di essermi tagliata con un pezzo di vetro. Sentii un colpo di pistola e un urlo poi più niente."

Stavo piangendo. Le lacrime ricadevano libere sulle guance, ma non riuscivo a fermarle.

"Ehi...vieni qui" Peter mi prende tra le sue braccia e mi stringe forte.
Poggio la testa nell'incavo del suo collo e respiro profondamente.

" mi risvegliai in ospedale. Non ricordavo niente al momento. E dopo circa una settimana, iniziai a fare gli incubi. Ripetevo la stessa scena all'infinito, mi svegliavo di colpo urlando e piangendo. I miei sotto consiglio di Nick mi hanno mandata da uno psicologo. Inizialmente stavo benino e gli incubi quasi ero scomparsi. Avevo imparato a gestirli.

Inizia ad andare alle medie e iniziarono nuovamente, però era diverso. Ogni volta mi ricordavo sempre più particolari. Iniziai a non voler dormire la notte perché avevo paura. Riuscivo a dormire raramente, solo se mi addormentavo con Nick. Incontrai Logan. Ti ricordi no? Te me ho parlato."

"Ah si il rosso" dice Peter pensandoci.

"Si lui. Diventammo amici e fui costretta a raccontargli il tutto. Mi aiutó molto, sia a gestire gli incubi, sia con Dalia. E nuovamente, gli incubi finirono. Fini le medie tranquilla a parte qualche problema con Dalia, e iniziai le superiori. Anche qui tutto tranquillo a parte il mio rapporto con quella sotto specie di madre che ho avuto."

"E cosa è cambiato adesso?" Chiede Peter

Tirò su col naso e continuo.

"Lo scorso mese tornando a casa ho preso una stradina, solo dopo mi sono accorta che era davvero molto simile a quella strada. Mi sono spaventata un attimo e ho iniziato a camminare a passo svelto. Dal fondo della via si sentivano voci e risate e mi è sembrato tutto così simile, che ho iniziato a pensare si stesse ripetendo.

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