Capitolo 21

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Pov's Peter

Sono passati già due giorni, Cass ancora non mi parla.
Non ce la faccio più, mi da fastidio vederla ridere con gli altri.
Oggi le devo assolutamente parlare.

" Peter, ti muovi?" Chiede Dimitri.
" arrivo " chiudo casa e entro nella sua macchina.

" dobbiamo passare anche da Jace" mi avverte

Domani abbiamo la famosa partita di basket, il coach non fa altro che metterci sotto pressione.
Io che sono il capitano incomincio a risentirne, non vedo l' ora che la stagione finisca, per rilassarmi un po'.

" Giorno ragazzi" saluta Jace.
Non mi ero accorto di essere già arrivato a casa sua.

" Peter oggi, tu io Nick, Anter.....e " si ferma.
" e....." lo incoraggio a finire la frase
" Carl. Dobbiamo ripassarci gli schemi " dice
Carl.....odio quel ragazzo, non mi è mai stato simpatico, poi da quel pomeriggio in palestra, quando ci ha provato con Cass.

La mia Cass

La tua Cass..? Da quando è tua, sono rimasto indietro, devo sicuramente essermi perso qualche passaggio.

Ma la finisci?

Insomma, stavo dicendo che lo odio.

Arrivati a scuola, scendo dalla macchina e vado vicino a Nick.
Sto per salutarlo, quando arriva Cass tutta sorridente che lo abbraccia.

" Buon giorno ragazzi " mi anticipa Dimitri arrivando seguito da Jace.

Mi avvicino di più al piccolo gruppo che si è formato.

" Ehi Jace " la sua voce, mi è....mancata ?

" ehila bionda " la saluta Dimitri
" ciao sgorbio" lo saluta lei ridendo.
" Nick che programmi hai oggi?" Chiede al fratello
" Ho allenamento con la squadra fino a tardi. " le risponde.
" Domani la partita sarà alle 16:00 giusto?" Chiedo

Appena Cassandra sente la mia voce si irrigidisce.
" io vado, ci si vede a pranzo. " dice secca e se ne va.
Devo parlarle ora.
A pranzo ci saranno anche gli altri, io però ho bisogno che ci siamo solo noi due.
Ormai è diventata un abitudine riunirci a pranzo, piano piano si sta creando un gruppo. È piacevole la compagnia che si è creata.

Senza salutare nessuno, incomincio a seguirla.

Sta per entrare in aula ma le prendo un polso e la trascino da una parte più appartata per parlarle.

" lasciami immediatamente " dice dimenandosi

Mi fermo davanti allo sgabuzzino.

" Ho bisogno di parlarti " le dico non lasciandola.
" ho bisogno che mi ascolti, e che mi guardi " dico costringendola a girarsi verso di me.

Non fa accenno di nessuno parola, perciò incomincio a parlare.

" sono passati due fottutissimi giorni, due giorni, due giorni in cui non ti ho sentito neanche dire ciao. Sto impazzendo.
Orami il mio " regalino" se ne sarò andato, non c'è bisogno che continui a tenermi il muso.
Diciamo che quella sera ero un po', ma davvero poco sbronzo, non ho pensato a quello che facevo, l' ho fatto e basta. E, visto che non hai fatto niente per fermarmi, dubito tu sia dispiaciuto. " forse l' ultima parte avrei dovuto tenerla per me, ma orai l' ho detta.

Sta li davanti a me, senza dire una parola. Sta li che mi fissa immobile.

Eh basta !!

" mi faresti il piacere di rispondere ?" Le chiedo.
" so che non hai perso l' uso della parola" continuo

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