Capitolo 33

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Anna abbassò lo sguardo per capire cosa le impediva di chiudere la porta ma non ebbe il tempo di razionalizzare che la porta venne spalancata e una mano le bloccò la bocca impedendole di urlare. Lui era tornato. Era lì. E lei era da sola.

Entrò chiudendo a chiave la porta e bloccandola con le spalle al muro.

-'finalmente principessa ci rivediamo'- disse con voce cupa

Anna provò a liberarsi da quella presa ma senza riuscirci.

-' inutile che ti agiti principessa, siamo soli'- le ricordò lui con uno sguardo beffardo –' finalmente aggiungerei' – e le baciò il collo mordendole la pelle

Si rese conto di ciò che le stava per accadere, il suo corpo si irrigidì e il volto venne solcato da lacrime salate

-'oh no, non devi aver paura principessa. Sarà bellissimo. Più bello di ciò che fai con quel tenorino sfigato'- le disse mentre la imbavagliata con un fazzoletto che aveva in tasca.

Era solo l'inizio dell'inferno.

Lei si abbandonò a se stessa consapevole di non poter reagire in alcun modo.

Chiuse gli occhi ripensando ad Ignazio, al suo sorriso, ai suoi occhi. Mentre mani rude e violente la toccavano lei immaginava di avere Ignazio accanto, ripensò all'amore al quale si erano concessi quella sera, prima che lui andasse via.

Intanto che quella tortura proseguiva, più volte squillò il telefono.

Era Ignazio, quella era la suoneria associata al suo numero.

Ricordò che Ignazio le aveva detto che sarebbe ritornata da lei e sperò ardentemente che al suo ritorno quell'abominio fosse finito, voleva evitare che lui lo incontrasse e che , preso dall'ira, potesse commettere qualche sciocchezza.

Intanto che il suo corpo venisse usato e abusato da quell'individio, Anna desiderò con tutta se stessa di non rivedere più Ignazio. Non avrebbe retto quello sguardo furioso, colpevole e inerme che Ignazio avrebbe assunto quando avrebbe scoperto ciò che le stava accadendo.

Era così innamorata di quell'uomo che desiderava sparire dalla faccia della terra pur di non vederlo più soffrire per lei.

Non si rese conto del tempo passato tra le mani di quell'uomo, ogni munito era un'eternità.

Quando l'uomo ne ebbe abbastanza la lasciò riversa a letto, inerme e sanguinante, con i vestiti fatti a brandelli e l'anima lacerata.

Intanto Ignazio cercava di godersi la serata nonostante il pensiero di Anna non lo avesse mai abbandonato soprattutto perché lei non aveva risposto ne alle sue chiamate ne ai suoi messaggi. Eppure non era tardi. Erano appena le 23. Possibile che Anna stesse già dormendo?

Quando, passata la mezzanotte, gli amici si salutarono. Ignazio fece ritorno all'albergo. Stanco ma desideroso di riabbracciare la sua donna, si avviò verso la camera di Anna.

Giunto lì davanti, si stranì non poco nel notare la porta non chiusa a chiave.

Forse Anna si era dimenticata di chiuderla, oppure non l'aveva chiusa per potergli permettere di entrare semmai lei si fosse addormentata nell'aspettarlo.

Ma quando, entrato in camera, chiuse la porta dietro di se e accese la luce della stanza , capì che nessuno dei suoi pensieri era giusto. Gli si presentò una scena straziante, che mai avrebbe voluto vedere.

In quel momento Ignazio si sentì morire. E forse lo avrebbe preferito di gran lunga piuttosto che vedere la sua donna in quelle condizioni.

-'cosa ti hanno fatto?'- chiese avvicinandosi lentamente

Si sentiva impotente nel vederla in quello stato, non sapeva cosa fare per aiutarla.

Ovviamente Anna non ebbe la forza di rispondere, continuava a fissare un punto indefinito della stanza.

Ignazio si premurò inizialmente di coprirla con un lenzuolo intanto chiamò il padre pregandolo di raggiungerlo con la mamma e chiamò la reception affinchè potessero chiamare le forze dell'ordine.

In breve tempo arrivarono il responsabile della sicurezza dell'albergo accompagnato dal direttore e i genitori. Fatta partire la denuncia, Ignazio e la mamma si occuparono di Anna lavandola e sistemandola a letto. In tutto quel trambusto Anna non aveva avuto alcuna reazione.

Ad Ignazio sembrò rivivere l'incubo dell'anno prima, stavolta sentendosi colpevole. Non avrebbe dovuta lasciarla da sola, doveva immaginare che sarebbe tornato. Si sentiva maledettamente colpevole di tutto.

Il giorno dopo Anna venne portata a casa Boschetto, Caterina decise che a casa potesse stare meglio. Ovviamente Ignazio non si era opposto, lasciava decidere alla mamma consapevole che era più lucida di lui in quel frangente.

L'uomo venne individuato grazie alle telecamere poste in albergo e arrestato. Quando la notizia arrivò a casa Boschetto, non sortì in Anna l'effetto desiderato.

Anche se quell'uomo ormai era dove meritava, lei non avrebbe mai dimenticato l'umiliazione, la paura, lo sconforto, lo schifo provato quella sera. Nulla per lei aveva più importanza, neppure il marsalese che da due giorni le era accanto senza mai staccarsi da lei. Si vergognava profondamente di farse anche solo vedere da Ignazio, si sentiva sporca,indegna nonostante Ignazio si premurasse ogni giorno di dirle parole dolci e rassicuranti.

Ogni giorno infatti, più volte al giorno , Ignazio si sdraiava accanto a lei sfiorandole i capelli

-' mi spiace amore mio, non dovevo lasciarti sola. Ma ti prego reagisci. Non ce la faccio a vederti stare così male, non permettere a quell'uomo di svuotarti l'anima. Reagisci , fallo per me che ti amo, fallo per te che meriti una vita felice, fallo per noi perché io senza di te non ci so stare.'

Anna , come sempre a quelle parole, abbassava gli occhi incapace di sostenere quello sguardo innamorato che Ignazio le rivolgeva.

Mancava solo un giorno alla partenza di Anna, la settimana in Sicilia era finita. Dopo essere andato in bagno, Ignazio tornò in camera e vide Anna farsi le valige

-' vorrei che tu restassi ancora un po' con me'- le confidò mentre si avvicinava ad Anna cingendole le spalle

-'ti prego , non mi toccare'- e si allontanò da quell'abbraccio

-'ho bisogno di te, tu hai bisogno di me. Non mi allontanare'- la pregò Ignazio guardandola negli occhi intanto che piangeva

In quel momento Anna vide tutta la sofferenza di Ignazio e si sentì tremendamente colpevole. Vedere Ignazio piangere la rese consapevole del male che stava affrontando il suo uomo e senza rifletterci ulteriormente le si lanciò tra le braccia

-'non mi lasciare'- ebbe la forza di dire mentre un Ignazio stupito e felice la stringeva a se promettendole che mai l'avrebbe lasciata.

Doppio aggiornamento anche per Ignazio.

Riusciranno i nostri innamorati ad essere felici?

Grazie a tutte.

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