Capitolo 39

465 38 18
                                        


Con le mani tremanti stringeva quella busta dalla quale dipendeva la felicità sua e della donna che aveva accanto.

Mentre la girava tra le mani per afferrare il bordo da alzare e poterla aprire, si voltò verso Anna scontrandosi con i suoi occhioni castani, un colore semplice ma di una profondità unica e in pochi secondi tante immagini si affollarono nella sua mente.

Come in un film, rivide tutta la loro storia ripercorrendone i tratti più importanti.

Ricordò del loro primo incontro al chiosco del lido quando a colpirlo era stato il suo essere sagace ; ricordò della partita alla quale aveva assistito prima di prenderla peso ed buttarla in acqua quando a colpirlo era stata la sua sensualità; ricordò di quando era andato in camera a chiamarla, lei lo aveva additato come maniaco e lui era rimasto ferito da quella perfetta sconosciuta rendendosi conto che lei era importante; ricordò del loro primo bacio e del desiderio di possedere lei e la sua femminilità; ricordò inevitabilmente il primo abuso e di come si era preso cura di lei nei giorni successivi innamorandosi delle sue fragilità.

Ricordò del loro distacco, del dolore di quella lontananza, ricordò quel loro ritrovarsi per caso durante un firmacopie intuendo che forse era destino che stessero insieme, ricordò di averle fatto la sorpresa di raggiungerla a Napoli sperando in un ritorno di fiamma; ricordò la delusione di quando lei scelse di non tornare da lui spezzandogli un cuore che solo con lei era stato capace di battere forte.

Ricordò del concerto all'Arena e della felicità nel vederla in platea, ricordò dell'amore fatto quella sera che sapeva di ritrovo, di passione e venerazione; ricordò del rischio di perderla per sempre a causa di Veronica ; dell'infatuazione di Piero.

Ricordò del loro ritrovarsi ancora una volta, contro tutto e tutti, ripensò al loro viversi nonostante la distanza, gli impegni, le fan.

Ricordò il dolore di vivere senza quella donna che gli aveva insegnato ad amare totalmente, senza filtri, senza maschere, senza compromessi. Una donna che era stata capace di amare i difetti ancor prima dei pregi. Una donna che aveva trovato per caso, conquistata con fatica e che ora rischiava di perderla per un tiro macino del destino.

Nel rivivere tutto questo, gli occhi si si inumidirono rendendo sfocata l'immagine di Anna che aveva di fronte.

Anna dal canto suo sentiva il cuore sbalzare dal petto. Mancava poco e da una semplice parolina sarebbe dipesa la sua felicità e quella del suo uomo.

Si, perché nonostante quella situazione di stallo, nonostante la consapevolezza di perdere per sempre Ignazio qualora l'esito fosse positivo; per lei rimaneva sempre il suo uomo.

Un uomo che aveva sciolto la fitta coltre di ghiaccio che ricopriva quel suo cuore con la sua disarmante semplicità e travolgente simpatia, un uomo che mai avrebbe pensato di amare perché totalmente diverso dai canoni di uomo perfetto che negli anni si era imposta.

-' Ignazio se vuoi ci penso io'- intervenne Wanda rendendosi conto della grande difficoltà che il tenore stava affrontando in quel momento.

-' ci penso io'- trasalì ritornando alla realtà.

Aprì la busta, uscì la lettera e lesse l'esito.

In quel momento sentì il terreno mancargli sotto i piedi, stropicciò tra le sue grandi mani quel foglio rendendolo poco più che una pallina di carta e si gettò ai piedi di Anna inginocchiandosi e lasciandosi andare ad un profondo pianto.

Anna  capì, non c'era bisogno di nessuna parola. La reazione di Ignazio era chiara.

Si alzò barcollando dalla sedie e lasciò una tenera carezza sul capo chino del tenore soffiando un semplice 'scusami' prima di voltarsi ed incamminarsi verso l'uscita.

In quel momento Ignazio tornò in se rendendosi conto che Anna non aveva capito una beata minchia. Si alzò dal pavimento ed urlò singhiozzando

-'è mio. E' nostro'- prima di andarle incontro  ed abbracciarla fino a farle male tanto la teneva stretta.

Dopo alcuni minuti passati in quell'abbraccio riparacuore , la ginecologa richiamò l'attenzione dei futuri genitori raccomandando il massimo riposo ad Anna vista l'analisi delicata alla quale si era sottoposto per fare questo test di paternità.

Decisero di tornare in albergo da lui piuttosto che a casa di Anna, avevano bisogno di privacy per ritrovarsi definitivamente.

E' il capitolo più corto che abbia mai scritto eppure credo sia il più importante, quello che tutte voi aspettavate con ANSIA.

A voi i commenti mie care.

ps: vista l'ora tarda leggerete di certo questo capitolo domani mattina quindi è il caso di dirlo --> Vi ho dato un bel BUONGIORNO!!!

Hablando de tiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora