Era ormai sera a Modena, Federico aveva trovato una scusa a tutte le domande di sua madre ed era riuscito a nascondere bene le ferite. Si trovava nella sua camera a letto, pensava a Benjamin, lo conosceva da così poco eppure quando gli aveva detto di andarsene aveva sentito una fitta al cuore. Federico era debole, era indifeso e aveva bisogno di una persona in grado di proteggerlo, non di distruggerlo ancora.
Mentre Federico si poneva dubbi, Benjamin e Gabriel, così si chiamava, si stavano divertendo sul divano dove poco prima era sdraiato Federico sofferente. Il moro era fatto così, gli piaceva divertirsi per questo tutte le sere era in discoteca, il posto dove ha conosciuto Gabriel.
Era un tipo piuttosto carino, aveva boccoli castani e occhi azzurri, alto e magro. A Benjamin piaceva solo esteticamente, non provava assolutmente nulla per lui, stavano facendo sesso, non amore.La mattina era arrivata, Benjamin voleva andare a scuola prima del previsto per assicurarsi che Federico non fosse picchiato di nuovo, ma il pullman ritardò di mezz'ora per un incidente.
Federico aveva paura, una grandissima paura che quei bastardi lo picchiassero ancora.
Era giunto al solito posto, 5 o 6 metri dal cancello quando iniziarono a ridere come al solito.
-"Dov'è il tuo angelo custode?" ridacchiò uno.
-"Non è qui a proteggerti il tuo amore!" disse un altro.
Il primo si avvicinò, lo prese per il colletto della camicia, stava per sferrargli un pugno quando Benjamin corse verso di loro.
-"Stai fermo!" gridò. "Andatevene tutti sennò farete una brutta fine!" aggiunse furioso.
Tutti scapparono impauriti, sapevano che li avrebbe uccisi altrimenti.
Il moro si catapultò tra le braccia dell'altro che lo strinse a sé.
-"Scusa piccolo io non dovevo lasciarti da solo, scusa ancora, sono un coglione lo so!" alcune lacrime rigavano il suo volto, si sentiva davvero in colpa.
-"Non preoccuparti, ora sei qua." rispose il biondo sorridendo mentre gli asciugava le lacrime e gli accarezzava la guancia.
Dopo poco sciolsero l'abbraccio di malavoglia, dovevano entrare in classe.
Una volta entrati Federico, da bravo secchione, voleva sedersi ai primi banchi, ma l'altro lo trascinò letteralmente agli ultimi.
-"Ma così non capisco la lezione" si lamentò.
-"Non importa" rispose il moro ridacchiando.'Ben è proprio strano. Prima mi caccia da casa e poi mi difende dai bulli e mi fa sedere vicino a lui in classe. Non so che gli passa per la testa, ma so che c'è qualcosa in lui che mi attrae, forse è proprio la sua bipolarità.' pensò Fede.
*Angolo autrice*
Per ora potete amarmi, ma il capitolo di domani sarà l'esatto contrario.
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-Sara🌹