Il moro sentí un forte rumore provenire da fuori preceduto da un urlo quindi uscì di corsa. Federico?
Uscì dal cancello e iniziò a camminare, quando vide un gruppo di persone agitate.
Decise di avvicinarsi.È così buio, tutto buio.
Non vedo nulla.
Dove sono?
Sento voci di persone sconosciute chiamarmi, ma chi sono? Cosa vogliono da me? Non voglio rispondergli.
Una sirena di un'ambulanza proviene da lontano.
Qualcuno si è sentito poco bene?
Dove sono?
Sono vivo? Sono morto?
Dov'è Benjamin?
Ho paura.
Ora provo a muovermi.
Non ci riesco.
Cosa faccio?
Ho bisogno di lui.
Perché non è qui con me?-"Federico!" alcune lacrime rigavano il volto del moro. Era accasciato a terra vicino al corpo privo di sensi del biondo.
È lui?
Sì, è lui, è Benjamin.
Riconoscerei la sua voce ovunque.
Provo a parlare ma non ci riesco, non riesco a fare niente.
Sento qualcuno che mi prende e mi porta da qualche parte.
Buio, ancora una volta.Benjamin prese il biondo di peso per poi portarlo sull'ambulanza, non voleva che lo toccasse nessuno.
-"Lei è un parente del paziente?" chiese il medico.
-"No, sono un... Un amico. Può lasciarmi un attimo solo con lui?"
Il medico annuì e si allontanò dalla barella traballante a causa di alcune buche.
-"Amore mio... Cosa ti ho fatto, come ti ho ridotto, guardati... È tutta colpa mia." il moro scoppiò in un pianto isterico abbracciando il più piccolo.*Angolo autrice*
La calma prima della tempesta.
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