Five.

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Il biondo sentì di nuovo quelle sensazioni invadere il suo corpo, una fitta al cuore e le cosiddette "Farfalle nello stomaco". Era una cosa tutta nuova per lui. Federico aveva sofferto tanto, troppo, meritava di essere felice, non voleva più soffrire. Desiderava una persona che lo completasse, aveva sognato fin da piccolo la sua anima gemella e Benjamin ci somigliava tanto.
Due labbra morbidissime si muovevano sulle sue, era in paradiso. Aumentò la presa al collo dell'altro, non voleva che andasse via ancora una volta, aveva bisogno di lui.
Dopo una lunga serie di baci interrotti solo per prendere fiato o per sussurrarsi parole dolci, si staccarono.
-"Ben..." lo chiamò il più piccolo.
-"Dimmi piccolo" rispose.
-"Cos'è stato?" chiese il biondo, aveva bisogno di conferme, aveva bisogno di sentirsi dire che anche l'altro aveva provato le sue stesse emozioni.
-"Non lo so, in realtà non so nemmeno se è stato qualcosa." rispose il maggiore.
Federico voleva scoppiare a piangere all'istante, ma non poteva mostrarsi tanto debole agli occhi dell'altro.
-"Oh..." si limitò a dire, si alzò dalle gambe dell'altro e se ne andò salutandolo.

Una settimana dopo I due ragazzi si ritrovarono al solito posto, dove si prendevano per mano e Benjamin proteggeva Federico da tutto il male del mondo, lo salvava ma allo stesse tempo lo distruggeva. Era la sua ancora, la persona alla quale si poteva aggrappare quando cadeva, quando la gente lo faceva cadere, ma anche quella che lo distruggeva ogni volta che gli diceva esplicitamente che non provava niente per lui.

La lezione finì e la campanella suonò. I due amici (o fidanzati, o magari migliori amici, in realtà neanche loro sapevano cos'erano) uscirono dalla scuola mano nella mano.
-"Federico ti va di venire a pranzo da me? Ti prometto che non vedremo nessun film horror" disse il moro ridendo.
-"Va bene, ma solo perché sei tu!" rispose il biondo ridendo mentre avvertiva sua madre.
Una volta giunti a casa il maggiore preparò il pranzo per poi servirlo a tavola.
-"Piccoletto vieni qua con me" lo invitò il moro.
-"C-come scusa?" balbettò il più piccolo, credeva di non aver capito bene, non poteva averglielo chiesto.
-"Voglio che mangi in braccio a me." spiegò il maggiore.
Il biondo si tinse completamente di rosso e con passi piccoli, si alzò e andò a sedersi dove gli era stato indicato.
-"Sei bellissimo quando arrossisci cucciolo" dichiarò il più grande. Il rossore sul viso dell'altro aumentò di più, se possibile.
Terminarono di pranzare, il moro sparecchió la tavola mentre l'altro se ne stava seduto su una delle sedie intorno al tavolo della cucina col suo telefono in mano.
Benjamin finì di lavare tutte le stoviglie, così si avvicinò ad un Federico intento a rispondere un messaggio e lo abbracciò da dietro provocandogli un balzo dovuto allo spavento.
-"Ben mi hai fatto prendere un colpo" risero insieme.
Il moro improvvisamente lo prese in braccio mettendo le mani sulle sue natiche. Federico allacciò le mani intorno al collo dell'altro, le gambe intorno al suo bacino e la testa nell'incavo del suo collo, iniziando a dare baci.
Benjamin lo poggiò sul tavolo, senza però cambiare le posizioni e iniziò a baciarlo prima a stampo, per poi mettere più passione e desiderio.
Federico era ancora una volta in paradiso, le mani dell'altro vagavano sulla sua schiena mentre le loro lingue danzavano nelle loro bocche intrecciandosi perfettamente.
Era un momento magico, era il loro momento, ma fu interrotto da un fastidioso campanello che suonò.
Il moro si staccò dall'altro lasciandolo sul tavolo, sbuffó ed andò ad aprire.
Era la persona che meno avrebbe voluto e aspettato in quel momento, un Gabriel voglioso e passionale non esitó a catapultarsi sulle sue labbra.
Benjamin voleva staccarsi ma non ci riusciva, sentiva come qualcosa che lo bloccava.
Federico era caduto, in tutti i sensi, ma soprattutto moralmente, poteva giurare di aver sentito il cuore spaccarsi a metà e, pian piano, le sue forze lo stavano abbandonando.
Cadde a terra privo di sensi, a quel punto il moro e il castano si staccarono e il primo corse dal biondo.
-"FEDERICO! FEDE, PICCOLO MIO, SVEGLIATI TI PREGO! COME VIVO IO SENZA DI TE? TI PREGO SVEGLIATI CUCCIOLO MIO!" urlò mentre lo scuoteva e molteplici lacrime rigavano il suo viso. Gabriel vedendo quella scena era scappato a gambe elevate, non riusciva a vedere persone sentirsi male, altrimenti vomitava.
Benjamin caricò Federico in braccio e lo portò il macchina, tenendo sempre stretta la sua mano.

*Angolo autrice*
Per qualsiasi cosa potete trovarmi su twitter come @federicoseyess oppure su instagram @saraiisheree.
-Sara🌹

I Will Always Love You || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora