Dopo quella sera così intima, nella quale gli avevo permesso di vedermi e di farmi cose che non avevo fatto mai con nessuno, le cose fra di noi non cambiarono. Era come se quella bolla che si era creata per qualche ora non fosse mai esistita, o semplicemente fosse scoppiata. Nessuno sguardo lussorioso, o quanto meno affettivo mi era stato mai rivolto, non che io ne avessi rivolti a lui. Eravamo tornati alla solita vita nella quale io rimanevo nella parte della posata aristocratica, e lui del freddo e insensibile vampiro burbero. Solo qualche punzecchiata ogni tanto e qualche battuta mi ricordava che ci potesse essere di più che dell'indifferenza dietro quel volto.
Quanto meno, dalla sera successiva, aveva ripreso a nutrirsi, avendo la decenza di non farsi vedere, anche se si capiva che era al pieno della sua forma ed emanava potere anche con l'aura azzerata.
Il 10 Agosto, la notte di San Lorenzo, nella quale le stelle cadenti erano visibili, le strade principali della città erano gremite di gente per festeggiare. Essendoci così tante persone di ogni classe sociale, dovetti travestirmi da uomo per evitare di essere riconosciuta, ma allo stesso tempo controllare che nessun vampiro avesse la bella idea di attaccare qualche umano.
<Miss Rosalinne, o dovrei dire Mr Rosario, sareste un perfetto uomo.>
Maximilian mi si affiancò nella mia posizione a lato della strada, lontani dalla sponda del fiume Tamigi.
<Lo prenderò come un complimento.>Passammo la maggior parte del tempo ad annoiarci, osservando come la gente si divertiva attorno a noi. Per essere una sera potenzialmente sfruttabile per i non morti per nutrirsi, non avevamo percepito la presenza di nessuno. Persino il mio compagno ne aveva approfittato per rubare qualche goccia di sangue a fanciulle in forza, senza che nessuno se ne accorgesse e prendendosi la premura di cancellare loro ogni ricordo, oltre che versare acqua santa sulle ferite. La folla stava iniziando a diradarsi con il calare della notte più profonda e noi avevamo quasi deciso di ritirarci nella nostra dimora, quando un ragazzino mi si avvicinò.
Era piccolino, avrà avuto non più di una decina di anni, magrolino e sporco di quella che pareva fuliggine. Indossava abiti leggermente troppo grandi per lui e molto rattoppati, con un berretto che gli cadeva sul davanti del viso, coprendo i suoi lineamenti. Sicuramente il figlio di qualche stalliere, o panettiere dei dintorni.
Mi prese la manica della giacca, tirandola con le sue piccole dita.<Signorina, mi potete aiutare? Mi sono perso.> Aveva un espressione triste e spaventata, non potevo di certo lasciarlo ai pericoli della notte tutto solo. Era il mio dovere proteggere tutti, ancor di più i bambini che nella loro ingenuità non aveva niente con cui difendersi. Mi voltai a guardare Max e lui sbuffò come se la situazione lo infastidisse. Credevo che non gli piacessero proprio i bambini, non che a quel vampiro piacesse veramente qualcuno che non fosse se stesso.
<Torno subito.> Gli dissi prendendo per mano il bambino ed incamminandomi da sola visto che lui non aveva fatto nulla per fermarmi, o per venire quanto meno con me.
<Venite di qua signorina> <È la seconda volta che mi chiamate signorina> Gli feci notare al bambino dopo diversi minuti che camminavamo. <Come fate a sapere che sono una donna?>
<Perché io vi conosco... Cacciatrice.>Mollai la sua mano e feci un passo indietro scioccata per il modo in cui mi aveva chiamato. La croce all'ombelico diventò improvvisamente bollente e dodici uomini, anzi vampiri, mi circondarono mostrandomi le fauci bianche. Mi voltai in cerca del bambino che era sparito nel nulla, lasciandomi nel bel mezzo del niente, in un parco a me sconosciuto, assieme ad una dozzina di neonati affamati.
Tirai fuori dai pantaloni un paletto di legno e mi misi in posizione di attacco, aprendo contemporaneamente le mie bariere psichiche per cercare di contattare il mio compagno. Sempre se si trovava ad una distanza abbastanza vicina per percepire il mio richiamo.Per mia fortuna erano piuttosto stupido ed inesperti, oltre che impreparati e non troppo forti, ma dopo averne uccisi quattro, il fiato incominciava ad accorciarsi. Erano pur sempre troppi contro una persona sola e in quella condizione di svantaggio, non sarei riuscita a rimanere viva se non mi veniva una buona idea.
Un quinto vampiro si fondò su di me, io lo schivai e il cappello che avevo in testa mi cadde, liberando così la lunga treccia nera che vi era sotto.Un altro vampiro, alle mie spalle, la afferrò con la sua mano artigliata, tirandomi verso il suo corpo. Il cuoio capelluto mi faceva male da morire, oltre che mi impediva di liberarmi da quella morsa. Il vampiro precedente tornò ad attacarmi da davanti, ma io riuscii a stenderlo con un calcio allo sterno, appoggiandomi al corpo di quello che mi teneva prigioniera. Il gesto fece sbilanciarsi entrambi e con un colpo di nuca gli colpii il naso costringendolo a liberami. Non fece in tempo a riprendersi che gli infilai un paletto nel cuore.
Me ne mancavano sette. La testa mi girava leggete e le gambe iniziarono a tremare per lo sforzo. Quando altri due vampiri si precipitarono su di me, non potei evitare di essere presa per le braccia e bloccata in una posizione che mi fece pure cadere il paletto di frassino dalle mani. Cercai di lottare per non farmi mordere, ma non fu necessario.
Due vampiri di fronte a noi persero la testa e subito fui liberata in quanto i due esseri presero la via della fuga. Raccolsi il paletto da terra e uccisi quello più vicino, mentre l'altro morì per mano di qualcun'altro.<Come hai fatto a trovarmi Max?>
Ero del tutto convinta di essere troppo distante da dove era lui perché avesse potuto percepire la mia chiamata.
<Ho visto quel marmocchio assieme a una mia vecchia conoscenza e allora ho capito che ti eri cacciata nei casini.>Mentre parlava aveva già tagliato in due un altro vampiro. <Quanto vecchia?> <Molto meno di me, non ti devi preoccupare.>
Io impalettai l'ultimo vampiro, recuperando poi il cappello e rimettendomelo in testa. <La prossima volta lo fisso meglio. Qua abbiamo finito.>
Aguzzi i sensi, anche se sapevo che non c'erano più altri esseri in quanto la croce era tornata fredda a battere sulla pelle.
<Va a dormire Rosalinne.> Disse con tono perentorio e io subito attivai un tono lamentoso, non molto adulto e maturo. <Ti prego non trattarmi così.>
Lui si avvicinò a me e addolcì lo sguardo. <Rose, non ti sto sgridando o sminuendo. È tardi e tu sei stanca. Hai fatto un attimo lavoro, ma ora lascia finire a me. Finirò presto, te lo prometto.>Ero piuttosto affaticata quindi non feci troppe obiezioni, però rimanevo irrecuieta per lui , infatti non riuscii a prendere sonno fino alle quattro del mattino, quando di soppiatto, Max entrò nella mia camera. Chiusi di scatto gli occhi tentando di far finta di dormire, ma venni smascherata subito. < Lo so che sei ancora sveglia.> <Non riuscivo a dormire visto e considerato che non sapevo dove fossi.> <Lo avevo immaginato, per questo sono venuto subito qua appena entrato in casa.>
Sì distese dietro di me, abbracciandomi con il suo corpo caldo e muscoloso. <Ora dormi tranquilla.>Buongiorno
Un capitolo con un finale molto dolce. Questa cosa durerà, oppure è solo passeggera?Comunque sto iniziando a studiare Tedesco. Per ora so che meine Hut auf dem Tisch... ho chiesto aiuto ad un mio amico e siamo finito con ascoltare musica tedesca e a mettere in sottofondo l'inno della Germania. No,non siamo normali.
Pregate per me perché per maggio dovrei arrivare ad un livello quanto meno di base. Per ora la buona volontà non mi ha abbandonata.
Ora vado a mangiare, tschüss.
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La Cacciatrice: gioco fra vampiri
VampireErano passati sei mesi dall'ultima volta che Rosalinne vide Maximilian. Da quella notte per lei, niente fu come prima. A ristabilizzare la normalità ci penserà un misterioso regalo di compleanno, ma le sorprese per lei erano solo incominciate. Le...