La proposta

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Mi trovavo in una grande sala da ballo, tutta agghindata a festa. Le coppie volteggiavano attorno a me con tale grazia ed eleganza, da non sembrare umani, ma angeli mandati dal Signore. Io me ne stavo al centro di quella pista, frastornata dai mille colori che si mescolavano fra loro a ritmo con l'orchestra. Diversi profumi mi arrivavano alle narici, facendomi ricordare tempi allegri. Mi guardai attorno finché una ragazza, della mia età circa, non mi prese per mano.
Era minuta di corporatura, con lunghi capelli color del miele più pregiato, acconciati in modo perfetto, quasi da invidiare. Gli occhi di ambra venata con l'oro erano vivi e mettevano pace e allegria. Ti dicevano che qualsiasi cosa fosse successa, alla fine sarebbe andato tutto bene. <Muoviti Rose! Vieni a vedere.>

Rideva allegra mentre mi trascinava fuori da quella stanza in festa, verso il secondo piano della casa. Avrei voluto dirle di rallentare la sua corsa sfrenata, perché con i tacchi e il vestito ingombrante era difficile starle dietro, ma non sapevo il suo nome. Tutta la gioia che aveva mi ricordava una soleggiata giornata di primavera. Anzi no, lei era più calda della primavera, sembrava quasi l'estate; quell'estate che non resci a dimenticare perché ti porta alla mente troppi ricordi belli.

Arrivate al secondo piano lei lasciò la mia mano e continuò ad andare avanti, senza di me, fino a girare l'angolo di un corridoio. Io le ero subito dietro, ma quando svoltai pure io, lei non c'era più. Era sparita lasciando dentro di me un senso di vuoto e freddo, come quando il sole viene coperto da minacciose nubi e tutto il calore che irradiava scompare con esso.

Mi svegliai aprendo gli ochi di scatto e riconoscendo il soffitto della mia camera. Da quando avevo assaggiato il sangue di Maximilian, erano incominciati quei sogni strani. Ogni volta si aggiungeva un piccolo pezzo alla storia, l'unica costante era la ragazza dell'estate. Era la stessa che avevo visto nella testa del vampiro, ma in nessuno dei sogni lei si presentò mai, anche se sapeva esattamente chi fossi io.

Mi girai fra le lenzuola, ritrovandomi faccia a faccia con un Max dormiente. Era diventata ormai una nostra abitudine. In quel periodo era diventato stranamente malleabile e in qualche modo, tutto alla sua maniera, affettuoso. Non mi dispiaceva quel lato di lui, un po' più umano, anche se continuava a rimanere molto strano ai miei occhi. Mi alzai dal letto con molta calma, stirando ogni muscolo del mio corpo e uscendo in terrazza, per beccarmi la solita splendida nebbiolina che aleggiava su quella città. Almeno non stava ancora piovendo.

Presi un abito acqua marina ricamato tono su tono, con tutti i suoi accessori e uscii dalla stanza, andando in una vicina per poi chiamare la mia cameriera. Non volevo di certo svegliare un vampiro pigro e brontolone come era Maximilian. La mattina era raro vederlo di buon umore, e io non avrei giocato con la sorte proprio quel giorno. Avrei avuto già un gran da fare a sopportare il pranzo con mia madre, Lady Gold, Lady Tuscanelli e Lady Tarner. Mi affacciai al balcone sopra le scale vedendo le quattro inseparabili e agghindatissime donne, parlare con mia zia Wendy. Mia madre si accorse subito della mia presenza, nemmeno possedesse una croce benedetta per sentire la mia presenza. <Cara vieni a salutare le tue ospiti.>

Con un piccolo sorriso, ne troppo falso, ne troppo sincero, scesi al piano di sotto per fare gli omaggi di casa, anche se la vera padrona ne era perfettamente in grado. Mai contraddire Grabriella Scarlett marchesa della Rosa, se non volevi essere sotterrato vivo, purtroppo per me, non sempre il mio carattere mi permetteva di essere così accondiscendente. Presi sotto braccio mia zia, per poi farmi seguire verso la sala da pranzo ed accomodarci nei nostri rispettivi posti al tavolo. Mia madre sedeva sempre di fianco a me, forse per controllare che io mi comportassi come si conveniva, o forse per dare la parvenza di essere una vera famiglia. Avevano appena iniziato a portare gli antipasti, che la porta della sala si aprì, introducendo Maximilia, vestito di tutto punto come al solito, con i capelli raccolti in un basso codino e la solita espressione annoiata.Lentamente, e non sapevo se era per la stanchezza, o perché sapeva di essere fissato in modo spudorato da quattro signore nemmeno troppo giovani, si sedette al tavolo, in modo quasi composto. Cercai di trattenere un sorriso per la situazione, ma gli angoli della bocca non vollero proprio stare fermi del tutto.

La Cacciatrice: gioco fra vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora