Rosalinne's pov
Non sono mai stata una tipa particolarmente vendicativa. Mia nonna mi aveva insegnato che la vendetta è la peggior arma che un Cacciatore potesse utilizzare, perché annebbia il buon senso. Ho sempre ignorato chi mi faceva un torto, camminando dritta per la mia strada, eppure quella volta non riuscivo proprio a contenere la rabbia. Forse era per il sangue malefico che scorreva nella mie vene e corrompeva i miei pensieri, o forse era perchè quell'essere mi aveva procurato così tanto dolore da non poter più sopportare oltre.
Nella mia testa, per quasi dieci giorni di viaggio, erano solo comparse scene cruente, stupendomi di più del fatto che provassi piacere ad ammaginarle, che il fatto che le immaginassi. Non era semplice essere com'ero diventata. Non c'era il libretto dell'istruzioni su come usare al meglio i miei nuovi sensi. Avevo avuto fortuna ad avere al mio fianco, Maximilian, che era vampiro da più tempo di quanto non potesse ricordare. Ora riuscivo ad estraniarmi, non venendo spaventata da ogni rumore, anche a metri di distanza. Non avevo più quel senso di stranezza nel non accendere nemmeno una candela anche nel buio più profondo. Riuscivo a non spaccare più le tazze da te per la troppa forza che ci mettevo nel prenderle in mano.
In compenso quella sensazione di sete, o di fame perenne, non riuscivo a toglierla, solo un pò alleviare, riempiendo di continuo il mio stomaco con cibo da mortale. Ringraziavo il metabolismo veloce per non avermi trasformata nella prima viva/non-morta obesa della storia. Nella mia testa, in un angolino, in cerca di spazio fra i miei pensieri, c'era sempre il suo del sangue che scorreva nelle vene di chiunque mi stesse attorno.Eravamo da poco tornati a Londra, con il lasciapassare del Consiglio. Se Victoire avesse avuto la cura per il mio problema, io l'avrei trovata e poi lo avrei fatto a pezzi con le mie mani.
Maximilian si era dato da fare la sera stessa del nostro ritorno per trovare dove si nascondeva quel verme. Non ero l'unica persona toccata in quella questione:Max se n'era andato dalla sede dell'Ordine particolarmente di cattivo umore, che era durato per tutto il nostro viaggio. Non cercai nemmeno di parlargli più di tanto, anche perché le poche volte che ci avevo provato, mi aveva risposto in modoo freddo e superficiale. Non sapevo cosa avesse in quella testa, ma non era nulla di buono.Ci volle una settimana per avere una pista da seguire che ci portasse davvero da qualche parte. Victoire e i pochi seguaci ancora fedeli a lui, che non erano scappati, si nascondevano in un maniero poco fuori Londra. Glielo aveva confessato uno dei cocchieri che trasportavano le povere vittime umane, addormentate da altri vampiri, fino alla sede della loro morte. Sfortunatamente il vampiro non era riuscito a sopravvivere al colloquio con il millenario, ma ci aveva così permesso di poter seguire una di quelle carrozze, fino al covo.
Maximilian si infilò il mantello rubato al vampiro e io mi infilai nella carezza, dove dormivano altre tre ragazze, accosciandomi cercando di sembrare addormentata.
Sentii i cavalli nitrire e fermarsi subito dopo, quando arrivammo vicino al maniero.
<Quanti ne trasporti?> Chiese qualcuno dalla voce roca al cocchiere, probabilmente una delle guardie al covo. <Quattro donne. Forse questa volta ci fare divertire con loro prima di ucciderle.> Rispose Maximilian con un tono di voce strano. Era quasi inquietante sentirlo parlare così e se non avessi saputo da che parte stava, probabilmente avrei pensato pensasse veramente quello che diceva.La carrozza ripartì poco dopo. Con un occhio semi aperti intravidi il dentro di una stalla. C'erano almeno altre tre carrozze oltre alla nostra e percepivo la presenza di quelli che sembravano otto vampiri. Tastai fra l'ampia gonna che avevo, se c'era ancora nascosta la spada di Max. Sentii la carrozza sobbalzare quando il mio vampiro scese dal posto di guida. Mi sembrava di averlo sentito parlare con qualcuno, ma un attimo dopo era regnato il silenzio, quindi presupponevo che avesse messo a tacere l'interlocutore. La porta si aprì dando una fioca luce all'abitacolo. Un vampiro si caricò in spalla la prime due ragazze, sparendo poi dalla mia visuale. Qualche attimo dopo ne comparve un altro, ma prima che mi potesse sollevare, con una mano lo presi per il colletto, trascinandolo dentro. Gli tappai la bocca e lo impalettai lasciandolo bruciare in silenzio.
Misi la testa fuori dal abitacolo, notando solo un'altra carrozza di fianco alla nostra, che impediva a chiunque di aver una visuale su di me. Scesi cercando di fare meno rumore possibile, individuando un vampiro poco distante. Gli saltai addosso, tagliandogli la testa. Mi guardai attorno e notai che nella stalla eravamo rimasti solo io e Maximilian, che si stava pulendo le mani dalla polvere. Gli passai la spada e senza dire una parola, gli indicai una porta che conduceva direttamente all'interno della casa. Prima di andare oltre, recuperammo tutti gli umani ancora vivi e li appoggiamo sopra un letto di fieno.
Speravo solo che il sonnifero non avesse una durata troppo lunga, altrimenti sarebbe stato un problema dover trasportare una trentina di umani senza farsi notare.Una volta aperta la porta, ci trovammo in un lungo corridoio buio. Davanti di noi ci ritrovammo due vampiri ignari che avevano appena svoltato l'angolo. Con la mia nuova velocità da non umana, li presi al volo, prima che potessero dare l'allarme, così che mr. Salvatore gli potesse tagliare la testa con un unico fendente. Riuscimmo ad eliminare tutti i pochi vampiri presenti al piano terra, fino a che non trovammo le scale per il piano inferiore.
Se sentivano alcune voci provenire dal basso, così le seguimmo, fino a trovarci di fronte una pesante porta.
Dall'altro lato, si sentiva chiaramente la voce del capo di quella massa di neonati, che parlava ad alta voce, in modo quasi pomposo.Senza troppe cerimonie e senza effettivamente pensare ad un piano preciso, spalancai il portone con forza, facendo sbattere le ante contro il muro. Gli occhi di una trentina di vampiri fu su di noi, rossi e pieni di desiderio di sangue. Victoire, che era di spalle, si girò verso di noi, non perdendo il sorriso. <Benvenuti miei ospiti. Cacciatrice, noto con piacere che avete ricevuto il mio regalo di nozze.>
Stavo per fare un passo avanti, ma la mano del mio compagno, si posò sulla mia, tenendomi al suo fianco. <Sai perché siamo qua quindi, non farci perdere tempo. Dacci quello che vogliamo e ti prometto che la mia vendetta sarà poco dolorosa.> Dissi a denti stretti, provando a mantenere un minimo il controllo e di lucidità mentale. Il vampiro rise appena, come se avessi fatto una delle più belle battute di sempre. <Non così tanta fretta. C'è proprio qualcuno che vorrei presentarvi.>
La folla di vampiri si aprì in due, lasciando un corridoio libero dalla quale avanzò una ragazza. Non poteva avere più di quindici anni, avvolta in un abito nuovo, che quasi non le si addiceva. La pelle era abbronzata, con le mani segnate dal lavoro. I capelli, seppur acconciati, sembravano sciupati. Doveva non essere troppo ricca, per quanto indossasse gioielli di perle vere. Il viso era ancora infantile e gli occhi azzurri quasi come un cielo estivo. Aveva dei lineamenti familiari e allo stesso tempo sconosciuti. Si fermò a qualche passo da noi e sorrise, ma non in modo caloroso, sembrava più un ghigno tutto rivolto al vampiro al mio fianco.
Mi girai verso di Maximilian trovandolo immobile, con il volto pallido e gli occhi sbarrati, quasi sull'orlo di un pianto che sapevo non sarebbe mai davvero arrivato. Tremava leggermente e solo Dio sa cosa provava in quel momento. Schiuse le labbra, finalmente pronunciando una parola, quasi gli costasse fatica.
<Sorella...>
Buonasera
Non sono morta, ve lo assicuro. Il fatto è che ho iniziato la stagione e sono stata a Lignano una settimana senza internet perché lo avevo finito, quindi non potevo aggiornare.Comunque sono tornata e con un capitolo abbastanza movimentato. Il prossimo lo sarà ancora di più anche perché ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia. Ancora tre capitoli, resistete!
Ciao ciao
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La Cacciatrice: gioco fra vampiri
VampireErano passati sei mesi dall'ultima volta che Rosalinne vide Maximilian. Da quella notte per lei, niente fu come prima. A ristabilizzare la normalità ci penserà un misterioso regalo di compleanno, ma le sorprese per lei erano solo incominciate. Le...