Tante cose avrei pensato nella mia vita, ma mai mi sarei immaginata di guardarmi allo specchio e vedere riflessa una persona che non riconoscevo più. Vedere riflessi due occhi spenti e un paio di canini leggermente più lunghi dei miei normali, ma non abbastanza grandi da essere considerati vampireschi. L'unica cosa che mi dava la conferma di non essere veramente una di loro, era il fatto che la mia pelle era rimasta dello stesso colore di sempre e avevo anche testato la mia ottima resistenza al sole. Forse era stato eccessivo espormi sul balcone al caldo sole pomeridiano, ma forse morire bruciata non mi sarebbe dispiaciuto a quel punto.
Ero rimasta chiusa in camera, al buio e da sola per tre giorni. Cercando di far sparire quella sete pungente che mai mi aveva lasciato da quando ero sveglia.
Al terzo giorno di reclusione, vidi aprirsi la porta di scatto, mostrandomi il volto non troppo sereno di mio marito. Teneva in mano un vassoio pieno di cose da mangiare, allettanti per chiunque, ma non per il mio stomaco in quel momento.
<È arrivato il momento di prendere questa situazione in mano. Ti ho portato qualcosa da mangiare, dovrebbe aiutarti con la sete.>
Appoggiò il vassoio sul letto di fronte a me, ma io subito lo spostai un pò più in là, beccandomi una sua occhiataccia.<Senti ragazzina, o mangi di tua volontà, o ti costringerò a farlo. Non hai scelta.> Sbuffai, soprattutto per i suoi modi burberi e iniziai a smangiucchiare qualche pezzo di pane assieme a della frutta, mentre Maximilian mi guardava quasi compiaciuto del suo operato. <Mi chiedo perché mi sia sposata con un uomo del genere...> <Perché faccio il severo per il tuo bene. Sei da tre giorni chiusa qua dentro e io ho il dovere di aiutarti, conoscendo bene cosa puoi provare in questo momento. Buona e cattiva sorte, ricordi?>
Finii tutto il vassoio nel giro di pochi minuti, contro ogni mia aspettativa, ma la fame, o per meglio dire la sete, non era ancora passata del tutto.
Riuscivo a sentire il battito del cuore del vampiro ed era come se potessi vedere il suo sangue scorrergli nella vene. Per distrarmi da quella fissazione, mi alzai in piedi e iniziai a camminare in giro per la stanza, nervosamente, mentre un paio di occhi mi fissavano.Fermai di colpo, illuminata da un pensiero. <Perché sei veramente qua dentro Max?> Lui sorrise amaramente, come se non si aspettasse una domanda del genere, tirando fuori dalla tasca interna della giacca, una lettera completamente bianca con poche righe scritte in inchiostro nero. <Come fai sempre a capirmi?> Guardò un attimo me, poi tornò a fissare la busta, già aperta, preoccupato.
<Non sapevamo cosa fare con te in questa nuova versione e siamo stati costretti a chiedere aiuto al Consiglio.> Mi porse la busta, che io presi, per poi lanciarla a terra una volta estratta la lettera. <Questa è la loro risposta. Siamo stati convocati nella sede principale, con urgenza.>
Egregio Sig. Maximilian J. Salvatore
In risposta alla vostra lettera, il Consiglio ritiene opportuno di dover studiare il caso da vicino. Sarà nostra premura cercare, con ogni nostro mezzo, una cura per questo increscioso problema. È nel nostro interesse preservare l'incolumità della futura Altezza Cacciatrice.
Avete 30 giorni esatti dalla scrittura di questa lettera per presentarvi a Roma, nella nostra sede principale. In caso contrario, il vostro verrà preso come un atto di ribellione volontaria al volere del Consiglio e verrà quindi punito con l'eliminazione del problema.Distinti saluti
Caelius Lante, quinto membro del Consiglio dei Cacciatori.
Non si erano nemmeno scomodati a scrivere nella mia lingua.
<Eliminazione del problema? Un modo carino per dire che saranno ben lieti di piantarmi un paletto nel cuore...> <Non gli permetterei mai di farlo.> Max si alzò dal letto, venendo verso di me e io lo lasciai fare, forse perché avevo davvero bisogno di lui in quel momento. <E io non ti permetterei di salvarmi. Se dovessi diventare un problema, sarò ben felice di piantarmi un paletto nel petto da sola e tu me lo lascerai fare. Abbiamo dei doveri, tutto questo> dissi spalancando le braccia per indicare il nostro mondo e quello che eravamo <non deve intromettersi in quello che è giusto fare.>
<Allora sarebbe stato giusto uccidermi molto tempo fa?> Chiese retorico lui, un pò spazientito dal mio senso del dovere.<Si. È questo il nostro lavoro, uccidere gli esseri non umani e se lo diventiamo noi, vale la stessa regola.>
<Allora perché ci siamo sposati se proprio pensavi che io fossi un bersaglio da eliminare?>
Sì stava parecchio innervosendo, forse perché sapeva che stavo dicendo la verità, ma gli faceva troppo male sentirla da me.
<Perché, purtroppo, i sentimenti sono più forti del dovere.>------------------------
Nella mia ancora breve vita, avevo fatto pochi viaggi e solo una volta di quella lunghezza, quando ero dovuta andare a Roma per battezzarmi ufficialmente come Cacciatrice. C'avevamo impiegato 10 giorni per arrivare alla capitale del nostro Ordine, trovandomi così, con un unico giorno di anticipo alla scadenza dataci, di fronte alla rosea facciate della chiesa di Santa Croce in Gerusalemme.
Entrammo nella chiesa, ritrovandola piacevolmente deserta, se non per un unico monaco, infondo alla navata, che ci attendeva.
<Lieto di vedere che avete accolto la lettera del Consiglio. Sono Giacomo e vi condurrò alla sede dell'Ordine.>Senza ulteriori indugi, il monaco ci condusse verso i loro appartamenti, fino ad uno scantinato. Da lì, tramite una porta segreta, scendemmo sotto la struttura, fino ad arrivare ad un lungo corridoio di mattoni freddi, illuminato da qualche fiaccola appesa al muro. Il corridoio dava su un enorme stanza circolare attorniata da altri corridoi tutti uguali. Al centro della stanza, una fontana di acqua santa, attorniata da sei persone: Barrius, uno dei Cacciatori più anzini, o forse anche il più vecchio, fra quelli che non appartenevano ai Sette Membri del Consiglio; Rosario, un armadio di uomo, che preferiva stare dietro ai libri che fare del male a qualcuno; Selen, un giovanotto proveniente da una famiglia di cacciatori turchi, molto in gamba sul campo, ma con poca voglia di studiare e seguire alla lettera le regole; Faust un marchese tedesco con la stessa età umana di Maximilian. Si conoscevano da qualche anno, da quando Faust aveva fatto un anno di caccia con lui a Londra, prima del mio diciottesimo compleanno; Breeze, un' esorcista dall'età indefinita, che conosceva quasi a memoria ogni singolo libro dell'immensa biblioteca dei Cacciatori; infine c'era Jarrett Nolan, fratello di Summer. Erano sempre stati due gocce d'acqua e mai come quel momento mi ricordai di lei negli occhi di lui.
Lo sguardo di tutti fu subito puntato sulla mia figura, scrutandola in cerca di qualcosa che potesse dire loro che ero cambiata. Non avemmo tempo di parlare, che da uno dei corridoi sbucò mia zia Caroline, assieme all'uomo che era al mio matrimonio. Se non ricordavo male si chiamava Romano. Mi guardarono con delle espressioni severe e quasi disgustate e qualcosa mi diceva che non erano particolarmente euforici nello stare nella stessa stanza con me. Faust, si portò a lato di Maximilian bisbigliandogli qualcosa all'orecchio e lui rispose annuendo contro voglia. Mi guardò un istante e subito sentii una strana sensazione dentro la testa, come se qualcuno stesse bussando al mio scudo mentale, così lo abbassai sentendo la voce del mio vampiro risuonare nei pensieri.
Fagli credere di essere ancora utile per loro anche adesso.
Max, ne abbiamo già parlato.
Fallo per me. Se non troveranno interesse nel tenerti, ti elimineranno senza nemmeno provare a trovare una soluzione. Dobbiamo solo prendere un pò di tempo. Buona fortuna... Ti amo.
Ti amo.
<Rosalinne, vieni con noi.> Mia zia mi indicò la strada da cui erano arrivati e io iniziai a percorerla avendo la netta sensazione di star camminando verso il patibolo.
Buongiorno
O Buon pranzo per quelli che stanno ancora mangiando.
Oggi sto riuscendo ad aggiornare per miracolo dopo una settimana fin troppo impegnata... e me ne aspetta un altra che è pure peggio...Aniway ci siamo spostati a Roma, nella sede dell'Ordine. Rose andrà davvero verso la sua fine? Max glielo permetterà nonostante tutto? È un vampiro senz'anima, ma non senza cuore... lo scoprirete nel prossimo capito, intanto io vi lascio l'ansia ahahah
Ciao ciao
Facebook page : the soul in a story Twitter : Milena Orton
Snapchat : martinaciutto
Spotify : Martina Ciutto
STAI LEGGENDO
La Cacciatrice: gioco fra vampiri
VampireErano passati sei mesi dall'ultima volta che Rosalinne vide Maximilian. Da quella notte per lei, niente fu come prima. A ristabilizzare la normalità ci penserà un misterioso regalo di compleanno, ma le sorprese per lei erano solo incominciate. Le...