l'ultimo pezzo del puzzle

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L'organizzazione di un matrimonio è la parte più importante di tutto l'evento. Se foste del mio rango, sapreste che ogni cosa si deve scegliere con cura, in ogni suo minimo particolare; dai fiori giusti, alla lista degli invitati, dalla location, alla musica, dal buffet, al marito. Per mia madre, io avevo già peccato in partenza con la scelta del marito.
Non passava attimo che passavamo assieme, il che capitava fin troppo spesso, a chiedermi se ne fossi sicura. Dopo la centesima volta, iniziò a capire che nulla di quello che avrebbe fatto mi avrebbe convinta a cambiare idea. Così rassegnata, indispettita, ma pur sempre signora di classe, prese le redini dell'organizzazione.

Io non ebbi cuore di dirle di no, visto comunque che fin dal principio non avevo fatto secondo suoi desideri, così le diedi campo libero. Quello che doveva essere un matrimonio intimo, con induscutibile richiesta da parte dello sposo, era diventato una cerimonia esclusiva. Era mancato poco che mia madre non invitasse i parenti, solo perché doveva invitare quel conte, o quel marchese in voga.

Inutile dire che non ero stata l'unica ad essere messa a dura prova. Maximilian doveva ancora tenersi a debita distanza da Lady Gabriella, che a quel famoso pranzo, aveva lanciato un piatto nella sua direzione, per la rabbia. Per nostra fortuna lei aveva una pessima mira, quindi il risultato fu solo quello di far ridere mia zia, e incazzare il vampiro.
Mi immaginavo già i Natali in famiglia pieni di piatti sui muri e urla isteriche. Che visione celestiale.

La cerimonia si sarebbe tenuta sur l'herbe, nella villa di mia madre. Avvolti da un giardino di rose di tutti i colori. Per poi spostarci all'interno per la cena. Avevamo scelto il tramonto come sfondo al nostro matrimonio, un pò per la visione romantica, un pò per necessità. Nonostante il sole non desse troppi problemi a Maximilian, non voleva comunque rischiare.
L'unica lode che potevo fare a mia madre era la sua ampia capacità di organizzazione. Il matrimonio si sarebbe tenuto entro un mese dalla sua annunciazione, anche perché "sarebbe stato fuori moda sposarsi a Novembre".

Ero abbastanza tranquilla, anche perché supervisionavo dall'alto le scelte di mia madre, per controllare che non fossero troppo eccentriche. Quello agitato era il vampiro, che era diventato, se possibile, anche più brontolone del solito.

L'ultima notte che avremmo passato nella stessa casa, eravamo entrambi sul mio letto, abbracciati. Per tradizione, gli sposi non potevano vedersi nella settimana precedente le nozze, che era quella degli ultimi ritocchi sugli abiti, così mia madre mi aveva obbligato a fare le valigie e a tornare da lei. Mi godetti gli ultimi baci del mio futuro marito, prima di addormentarmi beata.

Mi trovavo in una grande sala da ballo, al centro di una pista gremita di coppie danzanti, vestiti a festa, mentre io indossavo vestiti maschili sgualciti, ma nessuno sembrava prestare attenzione a me. Diversi profumi mi arrivavano alle narici, facendomi ricordare tempi allegri. Mi guardai attorno finché una ragazza, della mia età circa, non mi prese per mano.
Era bassina e magra, ma non anoressica. Portava i capelli chiari acconciati in modo perfetto e facevano risplendere ancora di più il suo volto e gli occhi di oro vivo, che mettevano pace e allegria. <Muoviti Rose! Vieni a vedere.>

Rideva allegra mentre mi trascinava fuori da quella stanza in festa, verso il secondo piano della casa. Avrei voluto dirle di rallentare la sua corsa sfrenata, perché sarebbe potuta cadere con il suo vestito ingombrante, ma non sapevo il suo nome. Tutta la gioia che aveva mi ricordava una soleggiata giornata di primavera. Anzi no, lei era più calda della primavera, sembrava quasi l'estate; quell'estate che non resci a dimenticare perché ti porta alla mente troppi ricordi belli.

Arrivate al secondo piano lei lasciò la mia mano e continuò ad andare avanti, senza di me, fino a girare l'angolo di un corridoio. Invece di trovarmi un altro corridoio pieni di stanze, trovai un unica porta di fronte a me, con un enorme V decorata sopra. Mi avvicinai notando che non era una vera e propria porta, ma era fumo denso e scuro e la V era formata da lingue di fuoco. L'instinto mi disse di attraversarla e così feci, trovandomi quella ragazzina riversa a terra. Il vestito era rovinato, come l'acconciatura e il suo corpo sembrava privo di vita. Mi inginocchiai di fronte a lei quando sentii ancora un respiro di vita. <Ti voglio bene.> Mi sussurrò prima di smettere di respirare per sempre. Un urlo straziante lasciò la mia gola. Un nome che aveva il sapore di ricordi, ma che era rimasto fin troppo bloccato in fondo alla gola.
<SUMMER!>

Mi sveglia urlando il suo nome e alzandomi di scatto a sedere in preda alla paura e alla disperazione. Mi veniva quasi da vomitare mentre tutta una serie di ricordi mi si riversarono addosso, come un fiume in piena.
Boccheggiai a fatica, fino a che non sentii una mano sopra la mia. Maximilian si era svegliato e mai nella mia vita, lo avevo visto così preoccupato come in quel momento.
Con uno slancio, aggancia le braccia al suo collo, stringendolo a me, mentre lui dolcemente mi accarezzava la schiena. Ci trascinammo a vicenda sul materasso, coprendoci come a creare il nostro piccolo rifugio dal mondo.

Mi staccai da lui, perché avevo la necessità di raccontargli ogni cosa, di essere sincera. Doveva sapere cosa mi aveva spinto a farmi decidere di cancellare ogni ricordo di lei.

<Mi dispiace per come mi sono comportata. Non avrei dovuto costringerti a farlo, ma ne avevo bisogno. Mi sono resa conto, quella sera, che stavo impazzendo.> Lui mi accarezzò dolcemente il volto, per rassicurarmi. Non riuscivo a capire come potessi essere così fortunata da averlo al mio fianco, da essere riuscita a far sciogliere il suo cuore fino a quel punto. <Cos'è successo dopo che te ne sei andata Rosalinne?>

Presi un lungo respiro cercando di riportare alla mente quella notte di un mese prima, anche se le immagini ormai erano fin troppo chiare. Chiusi gli occhi, rivedendo le mie mani insanguinate, come parte dei vestiti; Il paletto che cadeva dalle mie mani, per la prima volta macchiato. Io che indietreggiavo spaventata e correvo, lasciando in un vicolo buio quell'uomo innocente.

<Quando ho rivisto il cielo, che non credevo avrei più visto, ero fuori di me. Ero infuriata con te, in primis, che ti eri intromesso, con il mondo che mi remava contro, con il mio Dio per essere così crudele a non lasciare che lo raggiungessi. Me ne sono andata con le mani che prudevano e un paletto ancora in tasca, consapevole che avrei voluto usarlo su di te, ma forse quello che provo mi ha impedito di farlo. Devo ringraziare che l'amore che ho nei tuoi confronti è stato più grande della rabbia e del dolore. In ogni caso, volevo troppo vedere qualcuno bruciare, così, nonostante la strage appena compiuta, provai a cercare altri vampiri. Me ne sarebbe bastato solo uno per lenire la mia rabbia.

C'era un uomo, in una stradina secondaria. Era dietro di me e ha cominciato ad avvicinarsi. Lui cercava di provarci con me, di bloccarmi li con lui. Non avevo nemmeno fatto caso al fatto che puzzasse di alcol e che ne la croce, ne il cristallo, mi indicassero che fosse un vampiro. Io avevo bisogno che lui lo fosse in quel momento, il resto era oscurato.
Gli ho impiantato il paletto nel cuore, ma invece di bruciare, volava sangue, troppo sangue. Estrassi il paletto coperto dal liquido e subiti capii che qualcosa non andava. Scappai via, lasciandolo lì a morire. Ero troppo sotto shock per poter fare qualcosa.  In quel istante ho capito quanto grave fosse il mio problema. Avevo completamente perso la ragione e non avrei lasciato me stessa commettere altri errori. La soluzione più facile mi è sembrata cancellare ogni ricordo, ma sono una Cacciatrice, i miei scudi mentali sono troppo forti anche se il volere è mio. Non potrò mai cancellare il fatto di essere un assassina.>

Buongiorno
Ora sappiamo cosa è successo quella fatidica sera. Una colpa che è impossibile dimenticare, nemmeno con il controllo della mente. E ora? Beh, ora andrà solo che peggio muahahaha Vi lascio con l'ansia di pensare a tutto quello che potrebbe succedere al loro matrimonio nel prossimo capitolo.
Ciao ciao

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La Cacciatrice: gioco fra vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora