I'm fine

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Il sole sta tramontando, ne ammiro la bellezza mentre un leggero vento mi scompiglia i capelli che ormai sono diventati lunghi e indomabili, dovrei tagliarli. 

Passeggiare sulla spiaggia è diventato una delle cose che più preferisco fare, mi rilassa tanto. Ci siamo solo io, il rumore delle onde, la sabbia sotto ai piedi e mille pensieri che sembrano affievolirsi. 

Cammino a testa bassa lasciandomi cullare dal rumore delle onde. Le persone parlano e ridono in sottofondo, ma la loro voce per me è quasi inaudibile. 

Tutto questa tranquillità viene interrotta dal mio telefono che squilla improvvisamente facendomi sussultare. Lo tiro fuori dalla tasca posteriore dei miei jeans e leggo il nome di mia madre sullo schermo.

"Pronto "

"Priscilla, vieni a finire di preparare le valigie, manca poco e tu non hai preparato niente ..." continua con il suo monologo che interrompo con uno sbuffo potente.

"Ora arrivo" stacco la chiamata prima che possa dirmi altro e rimetto il cellulare nella tasca posteriore dei jeans. 

Ebbene sì ! Domani si parte per un'avventura che ho sempre considerato fare parte del mio futuro. Il futuro però mi è sempre sembrato qualcosa di lontano e sapere che  questo futuro ora è arrivato mutandosi  in presente mi mette ansia. Domani parto per il college. Da domani divento una ragazza adulta a tutti gli effetti. Non avrò più nessuno al mio fianco e dovrò prendermi cura io di me stessa, per quanto la cosa sia eccitante è anche estremamente spaventosa. 

In quest'anno passato a Los Angeles ho avuto tanto tempo per riflettere sulla scelta del college, è stato uno dei miei pensieri fissi, in qualche modo dovevo tenere occupata la mente e non ho trovato modo migliore di farlo se non pensando al mio futuro e a tutti i modi per rendere la mia vita migliore.

Sono stata ammessa a quasi tutti i college a cui ho fatto richiesta però dopo averci pensato a lunga ho deciso che voglio andarmene da qui, voglio cominciare a vivere, questa volta per davvero, niente più Toronto, niente più Los Angeles e sopratutto niente che mi ricordi il mio passato e sopratutto LUI. Questi due anni devono essere cancellati dalla mia vita perché mi hanno solo resa debole e al mondo non c'è posto per i deboli.

Andrò alla Princeton University in New Jersey dalla parte opposta degli Stati Uniti dove nessuno conosce me, mio padre, la mia famiglia o il mio passato. Me ne andrò dove posso ricominciare a vivere per davvero.

Mi avvio pian piano verso casa mentre guardo il sole scomparire per far spazio alle stelle e alla luna che questa sera è piena, ci pensate che la luna che guardate è la stessa che guarda una persona dalla parte opposta del mondo. La luna è sempre la stessa,non cambia mai. Mentre la guardo penso se  lui la starà guardando in questo momento. Ogni cosa mi riporta a pensare a lui e questo è tossico per il mio cervello.

Apro la porta di casa e salgo le scale che mi conducono alla mia stanza. Mia madre mi saluta ma non ricambio, non sono dell'umore giusto di guardare e parlare con nessuno.

Mi siedo per terra e continuo a mettere i vestiti nelle rispettive valigie, ci impiego più tempo del previsto e quando guardo l'orologio noto che sono già le 20:00 passate. Quando finisco con i vestiti mi avvio verso la porta e la chiudo a chiave,  mi avvicino all'armadio e lo sposto leggermente cercando di non fare rumore, mi avvicino alla fessura e prendo le pasticche di LSD che ci ho messo dentro, devo sbarazzarmene prima di partire, un amico di Nash me ne darà dell'altra quando sarò in New Jersey. Guardo le pasticche che ho tra le mani e comincio a pensare a come ci sono finita a fare questo. Non so nemmeno io cosa sto facendo, però so per certo che smettere non è un'opzione.

Mi avvicino al bagno e butto dentro al water quel poco che è rimasto dentro il sacchetto. Una piccola quantità che comunque equivale a un sacco di soldi che ho letteralmente buttato nel cesso.

Mia madre bussa alla porta facendomi trasalire.

"La cena è pronta "

"Arrivo " 

Apro la porta e scendo le scale. Stasera per cena sarà presente anche Mario il fidanzato di mia madre. Ogni volta che lo guardo penso a come sarebbe stata la mia vita se fosse stato lui mio padre. Mi ha aiutato tantissimo con i documenti di ammissione per il college ed essendo un professore di filosofia mi  ha aiutato a rimettermi in pari con lo studio visto che a Toronto l'avevo un trascurato del tutto per dedicarmi ad un ragazzo problematico che mi ha rovinato l'esistenza.

Ho ripreso gli studi da privatista ovviamente, non potevo affrontare una nuova scuola, non dopo tutto ciò che ho passato a Toronto. Non potevo rischiare di incontrare nuova gente con nuove storie e nuovi problemi.

Mia madre mi è stata vicina tutto questo tempo anche se comunque mi sono sempre tenuta il dolore per me, non voglio che le altre persone mi dicano cose del tipo " ti capisco " oppure "passerà "  perché nessuno può capirmi e nessuno può dire che passerà perché non è vero, ormai lui è una lama che mi trafigge costantemente il cuore,  non passerà mai, posso soltanto imparare a conviverci.

Ci sediamo tutti a tavola e io cerco in tutti i modi di non far notare a mio madre che non sto mangiando nulla. Mangiare in questo momento mi porterebbe soltanto a sentirmi male e a vomitare.

"Ti troverai benissimo in quel college, un mio ex alunno dice che anche se è molto impegnativa e dura, l'ambiente è accogliente e ovviamente una volta uscita da lì avrai le migliori opportunità di lavoro"

Annuisco " lo spero" dico con poco entusiasmo perché sinceramente in questo momento pensare alla mia vita da donna in carriera non mi entusiasma.

Mario e mia madre continuano a parlare fra di loro mentre io continuo a muovere il cibo con la forchetta non mangiando quasi nulla se non un pezzo di broccolo e una fetta di limone. 

"Io vado a dormire, sono molto stanca " 

Annuiscono entrambi perciò mi avvio in camera mia, prima di andare a dormire decido di farmi un bagno caldo per scogliere un po' i nervi.

Quando la vasca si riempie di acqua e di bollicine entro dentro, ci rimango per una ventina di minuti cercando di rilassarmi anche se mi risulta difficile.

Quando esco mi metto il pigiama e mi metto sotto le coperte. Guardo un punto fisso della stanza pensando a quello che succederà domani. Il tempo passa,  si fanno le 3 e io sono sempre nella stessa posizione a guardare sempre il solito punto del mio soffitto. 

Dopo un po' riesco ad addormentarmi ma come ormai quasi tutte le notti mi sveglio sudata piangendo.

Mia madre è seduta sul letto e mi tiene la mano, non parla, semplicemente mi fa capire che c'è, ma questo non mi basta. Sono così stanca di tutto questo.  Andrà mai meglio ? Ci sarà una notte in cui potrò dormire come tutte le altre persone? Ci sarà un giorno in cui potrò considerarmi felice?

Il mio respiro comincia a tornare normale e mi riaddormento.

La sveglia suona alle 7:00, mi alzo e comincio a prepararmi in modo molto svogliato, sono così stanca che anche respirare mi risulta difficile. Alle 12:00 salgo in macchina con mia madre che mi porta all'aeroporto, non parliamo, lasciamo che questo insistente silenzio occupi lo spazio.Quando raggiungiamo l'aeroporto mia madre mi aiuta con le valigie che poi imbarco appena entro.

Ora è arrivato il momento, ora devo andare. Non so se essere sollevata o preoccupata, nel dubbio resto indifferente e non mi faccio prendere dalle emozione come ormai faccio sempre.

Abbraccio mia madre senza dire nulla, ma quando sto per girarmi mi ferma per il polso.

"Hai fatto le scelta giusta tesoro, un giorno te ne renderai conto, non oggi perché sei ancora troppo giovane, ma un giorno ti guarderai indietro e ti ringrazierai per questa scelta " So già che non si riferisce al college, ma a Shawn, ho fatto la scelta giusta lasciandolo vivere senza di me. Lo sa lei come lo so io e spero vivamente che lo sappia anche lui

Annuisco e poi mi giro pronta a cominciare una nuova vita, questa volta per davvero .

Bad reputation•2 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora