Salutarono tutti e si diressero al loro tapee in silenzio.
Aquila Selvaggia era preoccupato, non capiva se le lacrime di Gocce di Luna fossero di gioia o di tristezza, da quel momento lei non aveva detto una parola, per questo pensava al peggio.
Si sentiva agitato, cercava di fare l'indifferente, attizzò il fuoco,
Gocce di Luna si stava preparando per andare a dormire, lui non riusciva, il solo pensiero di sdraiarsi lo indisponeva, così decise di uscire da quella tenda che lo stava soffocando.
Non disse una parola a Gocce di Luna.
Fuori dalla tenda fischiò, era il richiamo per Pancake
Lui corse tutto affannato, Aquila Selvaggia si accovacciò sulle gambe lo accarezzò sulla testa, il cagnolino si girò sulla schiena, voleva essere coccolato,
Aquila Selvaggia sorrise e gli solleticò il pancino
《Ascoltami bene, io devo andare, tu devi fare la guardia alla tua padroncina》gli disse sussurrando
a Pancake mentre lui gli leccava le mani e lo guardava con uno sguardo languido
《Non ti preoccupare, non vado via, ho bisogno di schiarirmi le idee, confido in te, mi raccomando》
Il cagnolino si mise quattro zampe e iniziò a scodinzolare come se avesse capito
Aquila Selvaggia lo spinse dolcemente all'interno della tenda
Sentì Gocce di Luna dire
《 Hey piccolo furfante dove ti eri cacciato?》
Il birbantello corse da lei per farsi abbracciare
Aquila Selvaggia, prese la sua borsa e iniziò a correre senza una meta.
Correre di notte non era facile, spesso si inciampava, i suoi pensieri disturbavano il suo istinto di guerriero.
Si fermò in cima alla collina, si mise a gridare a gran voce, come se, facendo in quel modo, la rabbia e la tensione se ne andassero con quell'urlo.
Il suo cuore batteva così forte che sembrava volesse saltar fuori dal petto.
Riprese a correre, decise di scendere dal lato opposto alla collina, si fermò su una roccia dalla quale si poteva vedere le luci del villaggio.
Quante volte era salito su quella roccia, da li si poteva vedere tutta la vallata, sentì il fiume scorrere, le tornarono in mente le sfide che faceva con i suoi amici quando era bambino, l'adrenalina prima di tuffarsi, non aveva mai avuto paura, anzi le sfide le erano sempre piaciute.
Purtroppo doveva sorbire i sermoni degli adulti perché tuffarsi da quella roccia era pericolosissimo.
Prese un lungo sospiro e si tuffò, non era stata una decisione saggia poteva urtare delle rocce sopratutto di notte.
Era come volare, l'aria gli accarezzava il corpo, si sentiva al sicuro nonostante il pericolo, come se delle entità soprannaturali lo stessero sorreggendo.
Mentalmente cercava di ricordare e calcolare quale fosse il momento esatto per trattenere il fiato.
L'impatto delle mani con l'acqua lo fece tornare alla realtà, braccia, testa,
...era completamente immerso, l'acqua lo cullava, riemerse per prendere fiato, si mise a pancia in su e si lasciò trasportare dalla corrente.
Il cielo era fantastico, la luna era in pienezza e le stelle sembravano brillare più del solito.
Acqua, stelle, luna, non poté che rievocare quello splendido momento, in cui decise di chiamare Elisabeth con un nome adatto per la sua tribù Gocce di luna
Osservò la luna, gli sembrava di scorgere il bellissimo viso della sua amata, sembrava che lei lo stesse guardando e che gli volesse parlare.
Non poté fare a meno di pensare a quanto quella piccola donna bianca si fosse impossessata del suo cuore, come aveva potuto permettere che accadesse.
Si diresse verso la riva, si strizzò gli abiti, i capelli, si sdraiò su una roccia, iniziava ad avere freddo, forse facendo in quel modo il suo spirito si sarebbe calmato.
Udì dei rumori, stette in allerta, la notte tutto può sembrare diverso.
Udì degli scricchiolii, qualcuno si stava avvicinando, velocemente si rivestì, prese il suo coltello e si nascose dietro ad un cespuglio accanto al fiume.
Sembrava il respiro di un animale, si avvicinava sempre più, all'improvviso balzò fuori pronto a difendersi.
Si fermò di colpo, l'animale non era altro che Pancake
《Che ci fai qui! Non ti avevo detto di stare con Elisabeth!》
Il cane si mise a scodinzolare in attesa di una carezza, rimise il coltello nel fodero e lo prese in braccio
《Non posso proprio fidarmi di te》disse accarezzandolo
《 Dovevi vegliare su Gocce di Luna in mia assenza》
il cane iniziò a leccargli il viso
《Torniamo al villaggio》lo posò a terra, lui scappò via, quando alzò lo sguardo lo vide accanto ad Elisabeth.
Il suo cuore per un attimo su fermò, com'era bella, il chiaro di luna l'avvolgeva e sembrava risplendere.
Lei si diresse verso di lui sorridendo
《Lui ha seguito i tuoi ordini, non mi ha mai abbandonato》
Sì sedette su una roccia, Aquila Selvaggia la raggiunse e si sedette accanto a lei.
Era arrivato il momento, Aquila Selvaggia prese la mano di Gocce di Luna, la strinse
《Capisco la tua difficoltà nel prendere una decisione, forse questa non è la vita che fa per te, domani ti riporterò dai tuoi genitori》disse quelle parole a malincuore
Elisabeth gli prese il viso tra le mani, lo voleva vedere negli occhi
《No! È con te che voglio stare》
Aquila Selvaggia era emozionato, pensava di non aver capito bene, probabilmente si capiva dalla sua espressione perché Elisabeth disse
《Si voglio sposarti, è il mio desiderio più grande》
Poche parole, chiare, decise.
Lo baciò, fu un bacio dolce ma carico di passione, le loro lingue si intrecciarono, sembrava una danza, ma stavolta era lei a condurre il gioco.
Tornarono al tapee, si addormentarono abbracciati l'uno all'altra
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Gocce di Luna è il mio nome
Historical FictionElisabeth stava raggiungendo i suoi genitori a FortHall, la diligenza venne assalita dagli indiani , trovava oltraggioso che dei selvaggi la facessero prigioniera, abituata agli agi della città, vivere nella natura selvaggia lo trovava disdicevo...