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Accarezzo la spalla della mia migliore amica mentre varchiamo il portone del cimitero. L'aria sembra essere più pesante li dentro, l'atmosfera è occupata solo da un grave silenzio.

Tengo in mano i fiori che io e Blue abbiamo comprato per sua cugina, morta appena cinque giorni fa a causa di un'incidente.

Si sentono le nostre scarpe scricchiolare sul terreno mentre camminiamo con passo spedito in mezzo alle tombe grigie delle persone.
Alcune sono deserte, non ci sono nemmeno fiori su alcune, ed altre sembrano sul punto di crollare da un momento all'altro.

Con la vita frenetica che si vive qui a Doncaster poche persone hanno il tempo e la voglia di ricordare i loro cari.

O almeno è quello che penso io, ma non biasimo di certo queste persone, la vita va avanti, non importa quante persone hai perso o quante ne perderai.

《M...mi passi i fiori?》chiede la mia migliore amica.

Io ritorno sul pianeta terra e mi rendo conto che ci siamo fermate davanti la tomba di Sandra.
La persona più solare che io abbia mai conosciuto in vita mia, morta a soli venti anni per colpa di un coglione che era troppo ubriaco per rendersi conto di un semaforo.

Osservo la foto sorridente, gli occhi castani che aveva in comune con Blue, ed i capelli biondi che le arrivavano alle spalle.
Delicatamente slaccio la carta e glieli do in mano.

Lei li sistema e prende un vaso, sul suo volto posso vedere che il trauma per la morte di sua cugina è ancora presente in lei. Più volte l'ho sentita piangere dalla mia stanza, ma la capisco, loro due avevano un bel rapporto anche se si vedevano poco.

《Cazzo》 impreca riportandomi un'altra volta indietro dai ricordi.

《Non c'è più acqua.》dice capovolgendo il vaso, facendomi vedere che nulla scivola via dal suo interno.

《Se vuoi vado a riempirlo》le offro. Lei annuisce 《Va bene. Sai dov'è la fontanella?》chiede. Io annuisco, anche se in realtà non ne ho la minima idea.

Non mi sembra corretto che deva andare lei, in fondo anche se non vuole ammetterlo ha bisogno di parlare a Sandra.
Spero solo di non perdermi in mezzo a queste lapidi e alle tombe familiari immense. Hanno un'aria piuttosto inquietante.

Prendo il vaso e la rassicuro con un 《Torno presto》prima di voltarmi e cominciare a camminare per queste tombe. Vago incerta girando a casaccio a destra e a sinistra. Ogni tanto mi sembra di scorgere qualche persona, che prega sulle tombe dei propri cari.

Dopo qualche minuto sto già per rinunciare e faccio per tornare indietro, quando vedo una fontanella in lontananza. Cammino in quella direzione, ma noto che c'è un cancelletto, che mi divide dal mio obbiettivo. Provo ad aprire lo sportello, mi arriva all'altezza del bacino, ma non sembra volerne sapere nulla.

《Ma perchè cazzo chiudono se la fontanella serve a tutti?》sbotto. Voglio solo riempire questo dannato vaso con un po' d'acqua e tornare dalla mia migliore amica.

Beh, se non si può aprire vuol dire che scavalcherò.
Con un saltello porto una gamba da quella parte, e poi l'altra, ed ecco fatto.

Cammino lentamente, rendendomi conto che in questa zona per me del tutto nuova del cimitero ci sono meno tombe, sono più nuove, e per terra c'è dell'erbetta verde invece del pavimento ruvido che ricopre il terreno dall'altro lato della recinzione.

Mi avvicino alla fontanella, e riempo il vaso. Quando l'acqua raggiunge più della metà dell'oggetto fra le mie mani decido che può bastare così.

Tolgo il vaso e mi guardo ancora intorno, se l'altra parte del cimitero è quasi vuota, questa è proprio deserta. Non c'è nulla, anzi nessuno.

C'è solo un vento freddo, e qualcos'altro nell'aria. Sento una sensazione alla base del collo, che mi fa rizzare i capelli sulla nuca, come se qualcuno mi osservasse, ma non c'è nessuno, fin quando non la vedo.

Una foto.

Mi avvicino alla tomba, e osservo la donna più simile ad un angelo che abbia mai visto. Nella foto è vestita da sposa, ed indossa il sorriso più bello che abbia mai visto a qualcuno.

Sembra così giovane...
È la prima cosa che mi passa in mente. Lentamente abbasso lo sguardo sul nome di questa donna.

Johannah Pulston/Deakin.
March 25, 1973 - Dec 7, 2016

Mi mordo inconsciamente il labbro inferiore. 43 anni? Davvero? Chissà com'è morta.
Ad un certo punto ricordo.

《Sono triste》 sbotta Blue. Io le accarezzo una spalla 《Cosa è successo?》
Odio vederla triste. Non deve essere triste.
《Hai presente Louis Tomlinson?》 Chiede. Io aggrotto le sopracciglia confusa, ma poi ricordo. 《Uno dei tizi della band che ti piace?》 Ribatto.
Lei abbassa lo sguardo sulle posate con le quali stava mangiando, ed annuisce
《È morta sua mamma...di leucemia. Si chiamava Johannah...》 dice.

Confusa accarezzo la cornice della foto con il pollice, cosa ci fa la tomba della madre di un cantante famoso in un paese così sperduto?
Ma soprattutto, cosa ne può importare a me? Non so neanche perchè sono seduta in ginocchio di fronte la tomba di una sconosciuta.

《Hey, ragazzina.》sento una voce maschile chiamarmi. Sobbalzo presa da un insieme di sorpresa e paura, perdendo l'equilibrio e ritrovandomi col culo contro l'erba. Guardo la persona che mi ha riportata così bruscamente alla realtà sollevando la testa, ma ciò che riesco a cogliere sono solo pochi dettagli.

Vestiti neri, capelli castani, occhi azzuri.

Ha un vaso fra le mani, e mi sta fulminando con lo sguardo. Io lo osservo sentendo una fitta all'altezza del petto.
Odio quando mi guardano male.

Muove un passo verso di me
《Vuoi rimanere li per tutta la vita o ti alzi?》 Sbotta. Io mi alzo lentamente, non riuscendo a spiaccicare una parola. È come se la bocca si rifiutasse di aprirsi, e la voce mi fosse sparita.
Lentamente mi alzo, e mi pulisco i pantaloni, non osando alzare lo sguardo da terra
《Sai che questa parte di cimitero è privata? O volevi ficcanasare?》 Dice con voce dura.

Mi mordo il labbro inferiore nervosamente, mentre lui impreca da solo qualcosa sul fatto che nessuno avrebbe dovuto sapere che sua mamma è sepolta qui.

Sollevo lo sguardo verso di lui 《Stavo solo cercando una fontanella》ribatto. Lui sposta lo sguardo su di me, e poi sul vaso, poggiato ai piedi della lastra di marmo, che ho scoperto essere la tomba di sua mamma.
《Davvero? Io qui non ne vedo》 ribatte fulminandomi con i suoi occhi azzurri, che sono ridotti in due fessure, mentre indica la tomba.

Io mi trovo senza risposta, è vero. Ero seduta li senza motivo.
Abbasso di nuovo la testa, e lui mi guarda, forse aspettandosi una risposta.
《Beh...ce n'era una li》 dico solo, indicando la fontanella a qualche metro di distanza.
Odio non avere sempre l'ultima parola, e poi questo qua è proprio sgarbato.

Alla fine non facevo nulla di male.
《Vuoi davvero farmi credere che non c'erano altre fontanelle? Credi sia stupido ragazzina?》 Ribatte. Io alzo le spalle tornando a guardare quella faccia da cazzo che si ritrova 《Non ne ho viste altre》.

Lui ritorna a guardare il vaso posato sul marmo, e poi mi guarda di nuovo 《E comunque ho un nome.》 dico infastidita da come mi sta chiamando. Mi sono sentita etichettare in tanti modi nella mia vita, anche i peggiori. Ho sentito mio padre darmi del mostro, e non mi ha neanche fatto male.

Ma che questo coglione venga a chiamarmi 'ragazzina' senza neanche sapere chi sono mi da fastidio.

Lui fa un sorriso che non promette nulla di buono 《Non mi interessa, ragazzina》 risponde.

Con un movimento secco del piede spinge il vaso per terra, e questo essendo pieno d'acqua mi bagna le Vans cadendo. Osservo il vaso rotolare fino ai miei piedi, e la stoffa delle scarpe diventare più scura.

《Non azzardarti mai più a toccare questa tomba. Ora levati dai piedi.》 Dice con un tono così gelido da farmi salire i brividi sulla schiena.
Io recupero il vaso e trattenendo la voglia di lanciarglielo in faccia, mi giro di fretta, e stringendo il vaso sbotto 《Vai a fanculo, animale》assicurandomi che lui mi abbia sentita, e ricomincio a camminare diretta di nuovo verso la fontanella, con le scarpe fradice e di umore nero.

Me.
Salve gente, premetto che questa storia sarà molto diversa da 'Our Moment'.
È tutta un'altra cosa.
In queste settimane il mio modo di pensare è cambiato, di conseguenza anche il modo di scrivere e di esprimermi.
Spero vi piaccia.

Just Hold On.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora