57.

251 18 1
                                    

Mi rigiro fra le coperte, dando le spalle alla porta chiusa, sulla quale Blue non smette di battere i pugni.

《M basta! Ti prego, mi stai uccidendo, esci per favore》urla dall'altro lato.

La ignoro, continuando a piangere.
Da giorni non faccio altro, non so quanto sia passato. Non mi importa più di niente.

La routine è la stessa. Stare a letto, piangere, aprire la porta della stanza solo per prendere le sigarette che mi porta Tommaso, fumare.
Ho anche ripreso la mia vecchia abitudine, e non si tratta del disegno.

Non volevo farlo, ma quel fottuto vetro si è rotto davanti a me, ed io non sono riuscita a non strofinare la parte rotta contro il braccio.

Non ci sarei dovuta ricadere di nuovo, ma da quel giorno non ha avuto più senso fare nulla.

Io non servo a niente, e le persone a cui tenevo di più se ne sono andate.

Dopo non so quanto il rumore dei pugni di Blue contro la porta cessa, ed io sospiro calmandomi.

Non deve vedermi così.

Abbasso la manica della felpa, e smetto di piangere mentre osservo le cicatrici sul mio polso, sono ancora fresche.

Sembrerà macabro, ma farlo mi tranquillizza.

Passo un dito sulla pelle una volta liscia, che non lo è stata più quando ero in Italia e avevo quindici anni, e non lo è ora, che sono a Doncaster e di anni ne ho diciannove.

A meno che il mio compleanno non sia già passato, non lo so. Sono fuori dal mondo, per me si è fermato tutto.

Non pensavo sarei ricaduta in tutto questo, non pensavo avrei avuto il coraggio di farlo di nuovo.

《Martina?》sento la voce di Ashton fuori dalla porta.

Basta! Lasciatemi in pace! Non voglio più fare nulla.

《Per favore, esci. So che ci stai male...ma ci siamo noi, e possiamo starti accanto》

Non mi aiutereste. Il problema non è il fatto che sono sola. Il problema è che faccio schifo, e persino Louis se n'è accorto.

Al pensiero del suo nome una fitta dolorosa si impossessa di me, e ricomincio a piangere.

Grazie a Dio non sento altri rumori, e continuo a singhiozzare indisturbata.

Quando ore dopo mi sveglio, fatico ad aprire gli occhi, e ciuffi di capelli sfuggiti alla coda che ho fatto sono attaccati alla mia faccia a causa delle lacrime.

Un po' a fatica mi metto seduta, e li sistemo.

Sono sicura di essere un'orrore.

Mi passo le mani sugli occhi, e guardo il cuscino che abbraccio sempre, è tutto umido di lacrime.

La testa mi sta scoppiando.

Poggio la testa sul muro dietro di me, e respiro lentamente, a pieni polmoni.

Questo è il momento più calmo che sto vivendo da non so quanto.
La mia testa è completamente svuotata, sto solo ascoltando il silenzio, come mi piace fare la notte.

Non è semplice, ma il mio cervello è riuscito a mettere tutto in pausa.

Mi stringo le gambe al petto, con un po' di fatica. Stare a letto per giornate intere mi ha fatto indolenzire i muscoli.

Just Hold On.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora