Cucina

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La porta dell'appartamento di nonna Wilson si spalancò e ne fece capolino una ragazza, carica di sacchetti di plastica. Nella mano stringeva ancora la lista della spesa.《Sono a casa nonna.》Disse Jade ansimando, mentre appoggiava le buste sopra il tavolo della grande cucina. 《Hai trovato tutto?》《Sì, tutto.》Le assicurò la nipote.《Che hai in mente?》《Volevo rispolverare alcune ricette italiane che tua madre mi aveva passato. Te lo ricordi?》Chiese la nonna rovistando nei sacchetti della spesa.《Come potrei dimenticarlo? Benchè fossi piccola me ne aveva insegnate tantissime, ti do una mano.》Era passato tanto tempo dall'ultima volta che, nella loro piccola casa italiana, madre e figlia si erano ritrovate a cucinare insieme per il pranzo mentre il papà era in salotto a guardare la tv.《Che ricette pensavi di preparare?》Domandò Jade.《Stavo pensando alle lasagne al forno, pensi che potrebbero piacergli?》《Non lo so, ma tanto vale provare.》Rispose la giovane sorridendo alla nonna, mentre la aiutava a mettere a posto la spesa. Poi cominciò a preparare gli ingredienti per la pasta, mentre la nonna faceva soffriggere le verdure per poi aggiungere la carne e, infine, la passata di pomodoro.Presto l'odore di ragù si sparse per tutto l'appartamento, insieme alle conversazioni delle due. Dopo 3 ore, il capolavoro della cucina italiana entrò in forno e le due donne si sedettero entrambe sul grande divano rosso, che occupava buona parte del salotto.《Non ricordavo che fossero così lunghe da preparare.》Disse la nonna sbuffando.《Nemmeno io. Spero solo che ne sia valsa la pena.》Jade guardò l'orario: 6:30; Justin sarebbe arrivato tra qualche ora e lei doveva assolutamente cambiarsi i vestiti sporchi e farsi una doccia. Salutò la nonna e si avviò velocemente all'uscita del grattacielo; chiamò un taxi e, dopo qualche minuto di viaggio nelle strade trafficate di Los Angeles e in ascensore, arrivò davanti alla porta del suo appartamento. Estrasse il portachiavi dalla borsa, scelse una piccola chiave dorata e la infilò nella serratura.  Velocemente accese la luce e si avviò verso la porta del bagno, aprendo il rubinetto caldo della vasca, per poi versarvi dentro tutto il contenuto di una bottiglietta di sapone mezza vuota. In poco, la vasca si riempì e sulla superficie dell'acqua si formò uno spesso strato di soffici bolle, nel quale lei si immerse. Non resistette all'istinto infantile di prendere una manciata di bolle in mano e farle volare per la stanza soffiandoci sopra, come faceva ogni volta; adorava quelle piccole sfere rosa così delicate, ma allo stesso tempo elastiche, e adorava farle volare come faceva da piccola. Per quanto volesse rimanere a giocare con quelle sfere per ore, non c'era abbastanza tempo e così cercò di fare più in fretta possibile. Appena finito uscì dalla vasca, si mise l'accappatoio e un asciugamano per  i capelli; aprì la porta del bagno e si avviò verso la sua camera, più precisamente verso l'armadio. Guardò sconsolata la massa di vestiti raggomitolata sul fondo del contenitore di legno bianco, e cominciò a rovistarvi per trovare qualcosa che la ispirasse. Quel qualcosa furono un paio di jeans neri strappati sulle ginocchia, una maglia bianca con una leggera scollatura e una giacca verde militare. Dopo aver arrotolato le maniche della maglia sopra quelle della giacca, chiuse l'armadio e si guardò allo specchio che vi era sulle ante; sorrise soddisfatta del suo look. Si asciugò i capelli e dopo aver finito si guardò il volto nel piccolo specchio del bagno; l'idea di decorare le ciglia con un po' di mascara le attraversò la mente, e così prese il contenitore che  era sistemato da tempo immemorabile in un angolo di un piccolo pensile. Se lo rigirò tra le mani, ma poi lo rimise a posto: un ragazzo non poteva essere la ragione di un suo cambiamento, o forse sì?

Cold water (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora