Capitolo 12

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« grazie cam, ora vai pure in qualche modo torneremo al dormitorio »« ma sei sicura di trovarlo qui? Non vuoi che venga con te? » « potrei anche sbagliarmi, ma sono abbastanza sicura di trovarlo qui, c'è un posto speciale dove andiamo sempre quando abbiamo un problema e cerchiamo di allontanarci dal mondo » « okay, recupereremo la cena va bene? » « assolutamente, e scusami ancora » gli lascio un dolce bacio sulla guancia e scendo dalla macchina inoltrandomi nel parco.

Anche se è buio ormai la strada per quel posticino la so a memoria e potrei farla ad occhi chiusi.

Non è nulla di che, è semplicemente un'ala del prato un po' circondata dagli alberi che sta adiacente ad un pezzo della riva del laghetto.

Appena raggiungo la meta, come ho già detto, non è che veda molto ma la figura di Edoardo potrei riconoscerla ovunque. E lì seduto con la schiena contro ad un albero a fissare l'acqua calma del laghetto ondeggiare lentamente.

Mi avvicino piano per non spaventarlo e mi seggo accanto a lui senza dire nulla.

Lui volta appena il viso verso di me, probabilmente per identificare la persona e quando capisce che sono io abbassa appena lo sguardo quasi fosse imbarazzato nel farsi vedere così fragile.

« ehi, che è successo? » sussurro piano appoggiando una mano sul suo braccio, riesco chiaramente a vedere che ha pianto perché la luce della luna gli illumina appena il volto lasciando intravedere la lucidità dei suoi occhi.

Silenzio. Nessuna parola. Nessun verso. Nessun segno. Nulla.

Okay Edo, vuoi giocare al gioco del silenzio? Giochiamo.

Rimango zitta senza dire altro e gli apro appena le braccia in modo da potermi appoggiare al suo petto facendogli poi stringere nuovamente le braccia intorno a me.

Amo questa posizione perché lui infonde molto calore e in più posso sentire perfettamente il suo profumo, un profumo che amo.

« non avevi un appuntamento stasera? » mi chiede tutto un tratto senza muoversi da quella posizione.

« e tu come fai a saperlo? » chiedo alzando appena il mento così da guardarlo dal basso.

« io so sempre tutto » afferma e io ridacchio per questa sua affermazione idiota « ah si, vero! Scusami mi ero scordata fossi un veggente » affermo e lo sento ridacchiare... BINGO.

« ma come! Non puoi dimenticarti una cosa così importante!! Mi reputo offeso! » esclama facendo il finto serio e io mi tiro appena su per guardarlo meglio « ma smettila... » sussurro posandogli poi una mano sulla guancia « allora, mi dici cos'è successo di così grave da farmi chiamare da Ann, e farmi capire che eri venuto qui da solo... » cerco di essere il più pacata possibile ma sono realmente preoccupata per lui.

Lo sento sospirare e immagino non voglia parlare ma prima ancora che possa replicare sento la sua voce rompere il silenzio.

« mi ha chiamato mio padre... » « tuo padre? Come mai? » « aveva una cosa da dirmi, un brutta notizia » cosa? Ma come? Ah no aspetta forse questo dovevo dirlo ad alta voce.

Mi sposto in mezzo alle sue gambe e mi accoccolo a lui guardandolo fisso negli occhi « e-e cosa ti ha detto? » lui sospira ancora, « mi ha detto che mia sorella è morta »

Coooooosa?

« c-cosa? Tua sorella? M-ma come? Era malata? Che le è successo? » sto parlando a raffica lo so, ma faccio sempre così quando sono agitata.

E tu, credi nel Never Say Never?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora