Capitolo 69

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Sono in questo lurido taxi, un buon posto per piangere. Sembra di essere in un film: lei si trasferisce, il primo giorno di scuola lo vede, diventano amici, lei si innamora, chiede aiuto alle amica, si dichiara e viene scaricata, più o meno.

Un classico.

"Sei la ragazza più fortunata in amore Jenny" mi avevano detto.

Si sbagliavano. Se fosse stato così non sarei in questo taxi puzzolente a piangere un rifiuto amoroso alle 23:00 di sera. 

Non chiedevo così tanto. Il tassista non fa domande. Deve esserci abituato.

Perché lo ha detto, e se doveva dirlo, perché in quel modo?
Mi ha ridicolizzato davanti ai suoi amici, ha baciato quella ragazza anche se si era accorto della mia presenza.

"Jennifer sei la ragazza più ingenua al mondo"penso

"Siamo arrivati" annuncia l'uomo. Scendo, pago ed entro in dormitorio. L'unica cosa che voglio fare adesso è  godermi la compagnia della mia unica vera amica: la notte.
Salgo fino l'appartamento. Guardo l'ora: sono le 22:30 e domani c'è lezione. Staranno dormendo. Apro con le chiavi e richiudo a chiave facendo il meno rumore possibile, o almeno ci ho provato. La luce dietro di me si accende mostrandomi una Kris e una Jo in pigiama che mi guardano preoccupate.
<<Jen dove sei stata?! Abbiamo visto la macchina di Link rientrare, ma non ti abbiamo visto scendere! Quindi ci siamo preoccupate!>>dice Jo.
<<State tranquille, sto bene. Voglio solo andare a letto e dimenticare tutto questo>>dico sbadigliando. Annuiscono.
Con le ultime forze rimaste mi metto il pigiama, ma vado a letto senza struccarmi. Non ne ho la forza.

* * *

Il mio telefono squilla svegliandomi. Guardo l'ora: le 2:27 del mattino?! Ma che siamo matti?! Anche se stanchissima, rispondo.
<<Pronto?>>borbotto.
<<Jen....sono io>>dice.
<<Chi?>>
<<Sono Elly>>risponde. Scatto seduta.
<<C-come hai il mio numero?>>chiedo.
<<Ora non importa. Ti sei resa conto di cosa ha fatto?>>chiede.
<<Si, purtroppo>>rispondo malinconica.
<<Ascolta, devo dirti una cosa. Tu sai che sono incinta vero?>>chiede.
<<S-si....?>>rispondo spaventata.
<<È stato lui, quando ha fatto quello che ha fatto>>
Il telefono mi casca di mano. Non può essere vero, non può!
Scoppio a piangere silenziosamente. Saluto Elly e riattacco. La notte non faccio altro che piangere.

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