Capitolo 2

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Dopo due ore di viaggio finalmente arriviamo a New York. Ammiro la città dal finestrino e ammetto che è stupenda come la descrivono tutti. I grattacieli sembrano giganti che ci osservano e monitorano la nostra vita. Percorriamo un altro breve tratto di strada e raggiungiamo il campus. Avevo visto sul sito la piantina dell'edificio e già mi sembrava grande, ma visto dal vivo è enorme!
<<Accipicchia se è grande!>>dice mio padre scaricando le valigie.
<<Già>>dice mamma.

Tutte le matricole si riuniscano nella palestra scolastica.

La voce all'altoparlante mi fa sussultare. Matricole.....non c'è modo migliore per definire i nuovi arrivati, vero?
<<Dov'è la palestra?>>chiede mamma.
<<Di qua>>rispondo. Sembra che io ci studi da sempre e non che abbia visto la piantina su internet una sola volta.
Raggiungiamo la palestra che è già stracolma di gente.
Saliamo sugli spalti e troviamo a malapena tre posti. Non si riesce neanche a respirare per quanta gente c'è.
Ci sediamo e la prima cosa che vedo al centro del campo è una donna vestita elegante. Deve essere la preside.
<<Buongiorno a tutti ragazzi, io sono la preside Stewart. Vi informo da adesso che non faccio eccezioni, qualunque cosa accada>>dice.
<<Iniziamo bene>>borbotto.
<<Allora: tutti voi alla fine di questa riunione parteciperete ad un tour del campus, per orientarvi meglio. Subito dopo verrete accompagnati nei vari dormitori dove potrete chiedere la chiave della vostra stanza>>continua la preside. Una ragazza alle prime file alza la mano aspettando che le diano la parola. La preside gliela concede e lei dice <<Le lezioni inizieranno subito da domani?>>
<<No, domani potrete sistemarvi nelle vostre stanze, comprare vari materiali scolastici e andare a richiedere l'orario delle lezioni in segreteria>>risponde.
Un'altro alza la mano.
<<Riguardo al coprifuoco?>>
<<Il coprifuoco sarà alle 22:30 e chiunque non verrà trovato in camera verrà sottoposto a provvedimenti disciplinari>>risponde.
Fortunatamente non ho questo problema dato che solitamente non vado a feste o esco fino a tardi.
<<Ora vi presento i vari coordinatori di classe:
La professoressa Brown, il professor Scott, il professor Moore e la professoressa Williams>>dice.
<<Spero che vi troverete bene qui. Adesso recatevi con calma all'uscita e raggiungete le varie guide>>dice e se ne va accompagnata da applausi svogliati. Usciamo e iniziamo il giro dell'università. È molto più grande di quanto pensassi. C'è la piscina, la biblioteca, due aule di chimica e perfino un supermercato. È un centro commerciale, ci mancano solo i negozi. Arriviamo ai dormitori e chiediamo la chiave della stanza.
<<Nome?>>chiede la ragazza.
<<Bredley, Jennifer Bradley>>rispondo. Muove il dito sul foglio alla ricerca del mio nome finché non lo ferma trovandolo.
<<Stanza 317>>dice passandoci la chiave. La ringraziamo e saliamo con l'ascensore-un ascensore, da non crederci-fino al terzo piano. Giriamo per il corridoio finché non la troviamo.
<<Stanza 317. Pronta?>>chiede papà. Annuisco e apre. Dentro ci sono due ragazze, una bionda e una castana riccia. Si voltano verso di me e mi sorridono.
<<Ciao>>

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