Capitolo-53- Un punto fermo fra centinaia di stelle cadenti.

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All'ora di pranzo nessuno si presentò ma avevo il presentimento che questa persona sarebbe venuta prima o poi.
Benji stette tutta la mattinata col cellulare,muoveva velocemente le sue dita sullo schermo del telefono con gli occhi vispi e attenti.
Non mi parlò per tutto il giorno ma mi lasciava delle occhiatacce inquietanti. Non sapevo che pensare.

Sapevo solo che era cambiato tanto dall'ultima volta che l'avevo visto.
Era diventato un pervertito della madonna.
Era assente nei miei confronti.
Era sempre nervoso e a casa non c'era mai o si chiudeva in camera sua,ogni giorno con una ragazza diversa.

Non potevo negare il fatto che i primi giorni avevo le lacrime agli occhi,poi avevo imparato a non fregarmene più.

Era passata una settimana.
Eravamo entrambi sul divano con il ventilatore sparato addosso e nessuno dei due aveva nemmeno lontanamente pensato di rivolgere la parola all'altro.
Lui fece il primo passo.

"Non credi che sia ora di andartene?"

Lo guardai in cagnesco.

"Io non sono qui per te,questa casa ti ricordo che era della zia."

Lui con un ghigno si avvicinò a me posandomi una mano sulla gamba.

"Sicura?"

Tolsi la sua mano da lì,stavo incominciando ad arrabbiarmi.

"Più sicura di così si muore,Benjamin."

Incominciò a guardarmi le labbra

"Non è che sei...gelosa?"

"Io di te o di quelle troie che porti in camera tua? Ma per favore!" Sputai acida

Mi alzai ma non sapevo dove andare.
In tutti questi giorni avevo dormito sul divano,in camera sua non volevo metterci piede,mi faceva schifo guardare quel letto.

"Resta qui."

Mi prese per il polso e mi ributtò sul divano con poca delicatezza.

"Non ci penso nemmeno!"

Mi alzai e camminai a passo svelto fino alla porta e uscii fuori.
Lui però mi seguì.

Cercai di ignorarlo per tutto il tempo ma lui se ne usciva sempre con delle battutine del cavolo che mi facevano arrabbiare come una bestia.
Lo odiavo.
Ed io che pensavo di amarlo..pff.

Ci sedemmo su una panchina,o meglio,io mi sedetti e lui rimase a chiacchierare con una ragazza mora,alta e formosa.
Ecco un'altra barbie.

"Tessa,che ne dici di venire a fare un giro con noi? Sai,magari ti diverti anche tu.." disse ridendo

"Fottiti bastardo!"

Gli urlai contro.

Li vidi sparire una volta oltrepassato l'angolo del viale alberato e così diedi un sospiro di sollievo.
Me ne stavo seduta su una panchina verde che con il passare degli anni e delle tempeste era un po' malridotta.
Sentivo sotto le dita la pittura che cadeva a pezzi,però me ne fregavo.

"Comoda?"

Lo sua voce mi fece sobbalzare.

"Ma sei cretino!? Dov'è finita quella specie di ragazza?"

Così sbagliato da sembrare giusto. {SEQUEL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora