Capitolo-60- Noi eravamo tutto ma non eravamo niente.

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"Lei che non mi capiva, lei che mi sminuiva, nei giorni in cui l'ho uccisa solo per vederla viva."🤓

Mi trovavo a casa di Alessia,distesa sul suo letto mentre lei preparava la nostra merenda.

"Quando te ne andrai?"

Disse mentre farciva i cornetti di nutella

"Fine luglio,credo"

Lei sbuffò

"Ami così tanto Los Angeles da non restare qui per l'intera stagione?"

Mi guardò come un cucciolo

"Il problema non é Los Angeles."

Roteò gli occhi

"Giusto,giusto. È per quello stronzo di Benjamin,giusto?"

Annuii

Venne anche lei a sedersi sul letto,portando con se un vassoio stracolmo di roba.
C'erano cornetti,cappuccini,ciambelle,caramelle ed anche due lattine di cocco e latte.

Addentai il cornetto violentemente sotto lo sguardo attento della ragazza

"Ma che c'è? Ho fame!"

Esclamai in mia difesa

"Hahahaha ma da quanto non mangiavi un cornetto?"

Risi

"Mhhh..qualche settimana!!!!"

Lei spalancò la bocca e sgranò gli occhi

"Sei seria? I cornetti sono vita allo stato solido!"

Che scema!

"E tu sei cretina allo stato solido!!"

Scossi il capo per le sue stupidaggini.
Ma da dove le uscivano?

Era lei la mia migliore amica perché con lei tutto il resto del mondo scompariva,rimanevamo solo noi due.
Era una persona fantastica ma anche un po' strana.
Nessuno avrebbe potuto mai e poi mai prendere il suo posto,perchè noi avevamo qualcosa di 'magico' che ci legava. Un pó come la leggenda del filo rosso.
I suoi "mi annoio,adesso vengo da te" mi facevano star bene in quei mesi newyorkesi,in quei mesi dove nessuno mi capiva.

"Adesso mi vuoi spiegare cosa c'è tra te e Benji?"

Quando voleva però sapeva essere assillante

"No."

"Ma peeerchè??"

Sbuffai nuovamente

"Perché non c'è niente da spiegare! Cosa devo dirti? Che litighiamo ogni cazzo di ora e che non ci sopportiamo a vicenda?!"

Questa storia mi dava sempre sui nervi

"E va bene,la smetto. Poi però non venire qui a dire che è un bastardo o cose del genere. Io ci ho provato ad aiutarti ma tu sei cocciuta e testarda,non mi dai mai ascolto!"

Bevvi il cappuccino

"Non preoccuparti,non verrò da te."

Poi la vidi sorridere e sorrisi anche io.

Ecco perché dicevo che era strana. Non sapeva manco lei quello che faceva,era bipolare.

"Usciamo?"

Mi alzai di scatto e indossai le scarpe. Sgattaiolai fuori mentre l'aspettavo arrivare.
Arrivammo ad un bar poco distante da casa sua,giusto per sederci ai tavolini che avevano predisposto al sole.
Quello era il solito bar dove io andavo sempre,era lì che avevo conosciuto Harry.

Così sbagliato da sembrare giusto. {SEQUEL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora