Capitolo-40- Parte di me.

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"Supponiamo che un mattino tu ti alzi e ami me."

Presi la borsa e scesi al piano di sotto.
Non l'avevo ancora visto dopo la discussione,io mi ero rintanata nella mia vecchia stanza seduta a terra e forse lui uscì,non so.

Il salotto era deserto,anche il corridoio.

E lo cercai ancora,nonostante tutto.

Lo trovai in cucina,con la luce spenta ed una luce fioca che proveniva dalla finestra ed illuminava di poco la sua sagoma.
Si vedeva a malapena ma io riuscivo a vedere ogni singola parte di lui alla perfezione,o forse era solo il fatto che ormai lo conoscevo più di me e potevo descriverlo anche senza guardarlo.

"Ben.."dissi quasi come se fosse un sussurro

"Vai via."mi disse appoggiando le mani sul lavandino,aveva il capo abbassato

Il suo sguardo era cupo,distrutto.
C'era qualcosa che non andava,ma lo sentivo.

"Mi puoi accompagnare in ospedale?"dissi ignorando la sua risposta

"È inutile."disse con voce strozzata,adesso stava piangendo

"In che senso,Benjamin?"dissi ma dalle sue lacrime capii tutto

"Kelly non c'è più."disse scoppiando in un pianto che sembrava senza fine

Io rimasi in piedi lì,senza muovere un muscolo,senza nemmeno riuscire a respirare.
Fissai il vuoto.
Esatto,il vuoto che nel mio stomaco stava facendo a botte con tutto.
Le lacrime incominciarono ad uscire lentamente,una dopo l'altra.
Ma come poteva mai essere? Lei non se ne era andata,lei doveva stare con me.
E mi sentivo in colpa per essermene andata via da qui,dopo che lei mi aveva tenuto sotto al suo stesso tetto quando mio fratello per l'ennesima volta non mi volle con lui.
E tutta la colpa ricadde ancora una volta su mio fratello,era stato lui a portarmi a Los Angeles,lui mi aveva portato via da qui,dalla mia vita,da tutti.

Benjamin si chinò e si sedette su quelle mattonelle tanto fredde quando l'aria che circolava tra noi,nessuno dei due parlava.

"Io ho bisogno di vederla."dissi sottovoce prima di chiudere gli occhi per qualche secondo,come se mi aiutasse a recuperare le forze che mancavano.

"Non puoi."si limitò a dire

"E perché?"dissi avvicinandomi a lui lentamente

"Adesso devi stare solo zitta."disse ma io non lo ascoltai

"Benjamin ho bisogno di vederla!" ripetei alzando di poco la voce

Lui si alzò di scatto ed il mio viso adesso era vicino al suo.
Lo sentivo teso,come se da un momento all'altro stesse per esplodere.

"Se ti ho detto di no,è no!" mi ringhiò contro

"Vaffanculo!"gli urlai contro prima di correre via.

Aprii la porta ed uscii correndo.
Non m'importava del freddo,della pioggia,del vento o delle pozzanghere che si erano create.
Lui non era nessuno per potermi dare degli ordini,tanto meno ad obbligarmi a restare lì e non riuscire neanche a vederla.

Una macchina passò velocemente e tutta l'acqua che si trovata ad un centimetro da me,mi finì tutta addosso.
Grazie tante,eh!

Arrivai all'ospedale dopo circa 15 minuti di corsa,avevo il fiatone ma dovevo vederla a tutti i costi.

Chiesi informazione a qualche medico che girava per i corridoi,mi disserò la stanza e prima di entrare in quel posto infernale mi arrivò un messaggio.

Dopo vengo a prenderti.

Era Benjamin.

Ok.

Così sbagliato da sembrare giusto. {SEQUEL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora